Che Napoleone avesse trafugato molte opere d'arte dall'Italia è assodato, ma per quanto riguarda la Gioconda, l'opera è veramente di appartenenza alla Francia ed è tutt'ora esposta al Louvre.
In pratica fu Leonardo stesso a portare con sé la Gioconda in Francia e questa fu acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I.
Il dipinto si trova in Francia fin dal 1517, come dimostra uno scritto del canonico Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d'Aragona, che annotò nel suo diario l'incontro tra Leonardo da Vinci e Luigi d'Aragona.
Secondo alcuni fu lo stesso Leonardo a darla al re, per altri fu il suo allievo Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, a mediare la vendita dopo la morte del pittore toscano.
Non è stata dunque rubata da Napoleone, a differenza di come alcuni ancora oggi ritengono.
C'è però un forte legame con Bonaparte, innanzitutto perché pare che amasse così fortemente la Gioconda da metterla nella camera della moglie Josephine e poi al Louvre che all'epoca si chiamava Musée Napoléon.
Il termine deriva da "Madonna" e dunque sarebbe "Monna" all'origine, ma nel tempo i due modi sono stati usati indifferentemente o con lieve prevalenza del "Mona".
Torniamo al dipinto. Visto che non ci sono prove sulla reale vendita del quadro a Francesco del Giocondo, non è assolutamente sicuro che la persona ritratta sia proprio la moglie Lisa.
Negli anni molte diverse ipotesi si sono affacciate sulla reale identità del ritratto, anche se il Vasari ebbe modo di scrivere quanto segue:
"Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò"
Nello stesso tempo, però, sempre il Vasari descrive il ritratto parlando della peluria delle sopracciglia magnificamente dipinta, che nella realtà, però, la Lisa non ha nel dipinto e fa riferimento alle fossette sulle guance, altro particolare che non corrisponde nel quadro che vediamo oggi.
Ma bisogna dire che dalle analisi ai raggi X s'è constatato che sulla tela ci sono ben 3 versioni della Monna Lisa, sottostanti a quella attuale!
E si deve anche chiarire che il dipinto seguì Leonardo fino alla sua morte in Francia e che la tela fu ritoccata molte volte dall'artista.
Stando a queste incertezze, negli anni si sono viste emergere altre attribuzioni al ritratto, tra cui la stessa madre dell'artista, Caterina Sforza, la sorellastra Bianca, Caterina Butti Del Vacca, Isabella d'Aragona (figlia di Ludovico il Moro) e Pacifica Brandani, amante del duca Giuliano de Medici.
Il ritratto è un dipinto ad olio su tavola di legno di pioppo realizzato da Leonardo da Vinci, (77à—53 cm e 13 mm di spessore), e databile tra il 1503-1504 circa, che presenta come soggetto una mezza figura femminile con un paesaggio fluviale sullo sfondo.
L'esecuzione è perfetta al punto che non si nota alcuna pennellata, grazie al magnifico "sfumato".
Lo sfumato, di cui si fa largo uso nella Gioconda, consiste in un passaggio soffuso e graduale dalle superfici che descrivono i volti e gli incarnati a ciò che li circonda.
Nel suo Trattato della Pittura Leonardo raccomanda di non tracciare il viso con contorni netti, perché questo li renderebbe rigidi e spigolosi.
Nel viso di Monna Lisa, l'impossibilità di individuare una precisa linea di contorno delle gote, del mento e delle labbra fa sì che l'espressione appaia cangiante, in divenire.
Il ritratto di Mona Lisa si è prestato a mille mistificazioni, ritocchi, trasformazioni, pose ridicole o critiche, atteggiamenti spiritosi, di cui puoi trovare una bella rassegna cliccando sulla foto.