Nella visione prospettica monoculare noi vediamo le immagini come se fossero proiettate su un piano trasparente verticale.
Se vi osserviamo un triangolo verde posto verticalmente, tale immagine corrisponde
sia ad un triangolo realmente verticale che ad un lunghissimo triangolo orizzontale.
E' possibile, quindi, realizzare delle immagini piane poste sul pavimento che appaiono svettare verso
l'alto, o forme comunque distribuite su più superfici che si ricompongono solo da un determinato punto di vista.
Nel caso in cui l'immagine sul piano vada osservata da una posizione inclinata
si ha una anamorfosi ottica, originata da una trasformazione proiettiva e quindi soggetta alle regole della prospettiva,
ma applicata in senso inverso; quando l'immagine, invece, viene riflessa su uno specchio curvo si ha una anamorfosi catottrica
che somma la trasformazione proiettiva, quella topologica e quella dovuta al fenomeno della riflessione.
L'uso in chiave simbolica di figure anamorfiche inserite nei dipinti è testimoniato per la prima volta negli "Ambasciatori" del 1533,
opera del tedesco Hans Holbein. Qui la figura che appare in basso al centro non è altro che l'anamorfosi di un teschio,
simbolica allusione al trionfo finale della morte su tutte le attività umane, richiamate con la raffigurazione di strumenti della scienza e dell'arte.