Trama di Roméo et Juliette di Charles Gounod
Opera in 5 atti Di Charles Gounod (1818–1893) su libretto di Jules Barbier
e Michel Carrè, da Shakespeare, rappresentata per la prima volta a Parigi al Theatre Lyrique il 27/04/1867. Il compositore,
figlio d'arte, ancora bambino ebbe la fortuna di assistere a due spettacoli d'opera, l'Otello di Rossini nel 1831 ed il Don Giovanni di Mozart l'anno dopo.
I due avvenimenti convinsero il giovane Gounod a diventare un compositore.
Nel 1839 vince il Prix de Rome e si trasferisce a Roma a Villa Medici, per perfezionarsi in composizione, dove rimane fino al 1843.
Solo nel 1851
Charles Gounod si avvicinò al teatro d’opera e vi
lavorò per 30 anni, componendo 12 Opere delle quali solo Romeo et Juliette (1867) diventò celebre, riscuotendo un immediato successo di pubblico e critica.
l'opera in seguito fu rimaneggiata e ripresa nel 1873 dall’Opéra-Comique. Fu
Bizet,
direttore d’orchestra per l’occasione, che realizzò personalmente tagli e modifiche, controllato da Londra dal compositore ed amico Gounod.
Nel 1888, per la rappresentazione all’Opéra di Parigi, Charles Gounod preparò una nuova versione fastosamente decorativa,
musicando tutte le parti parlate, componendo il balletto, ripristinando l’ingresso del duca di Verona nel finale terzo atto
e la cerimonia nuziale nel finale del quarto, assenti nelle versioni precedenti
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Atto I
Nel palazzo dei nobili Capuleti (Capulets) a Verona si tiene una festa in maschera.
Tra gli invitati si aggirano Tebaldo, cugino di Giulietta e Paride, promesso sposo della fanciulla.
Giunge il padrone di casa, che presenta la figlia Giulietta ai suoi ospiti.
In incognito arriva alla festa un altro gruppo di giovani. Tra essi vi è Romeo, della famiglia rivale dei Montecchi e il suo amico Mercuzio.
Romeo, oppresso da tristi sogni premonitori, è incerto se rimanere in quel luogo
pericoloso, ma l'amico Mercuzio lo deride garbatamente e gli ricorda la natura fallace e menzognera di Mab, regina dei sogni.
Appena vede Giulietta, Romeo se ne innamora perdutamente, mentre la nutrice Geltrude (Gertrude) vanta a Giulietta le doti di
Paride, anche se Giulietta non si sente pronta per il matrimonio e teme di soffrire per amore.
Rimasto solo con lei, Romeo le manifesta la sua intensa emozione, ma la sua identità è scoperta da Tebaldo. Mercuzio trascina fuori Romeo,
mentre il padre di Giulietta tranquillizza Tebaldo ed invita gli ospiti a continuare le danze.
Atto II
E' notte. Aiutato dal paggio Stefano (Stéphano), Romeo si introduce furtivamente nel giardino dei Capuleti, contempla la finestra
illuminata della camera di Juliette e loda la bellezza dell’amata: Giulietta appare al balcone e gli confessa di ricambiarlo.
Il loro incontro è interrotto da Grégorio e altri valletti dei Capuleti che sospettano la presenza di un intruso. La nutrice Geltrude depista
i servitori ed i due innamorati riprendono il loro colloquio amoroso e si giurano reciprocamente amore eterno.
Romeo se ne va, augurando dolcemente la buona notte all’amata.
Atto III
Quadro primo
Romeo si reca da fra Lorenzo (frère Laurent), seguito da Juliette con la nutrice Geltrude. I due giovani chiedono di sposarsi.
Il religioso accetta, nella
speranza che il loro amore possa spegnere i vecchi contrasti familiari.
Celebrata la cerimonia, Giulietta si allontana con la nutrice, in attesa di rivedere l’amato la sera stessa.
Quadro secondo
Nella strada di fronte alla dimora dei Capuleti il paggio di Romeo, Stefano, sta cercando il suo padrone e racconta la storia di una tortorella che presto scapperà dal nido per amore.
Questa chiara allusione alla vicenda di Giulietta provoca la collera dei Capuleti.
Grégorio, in compagnia di altri valletti, sfida a duello Stefano.
Mercuzio interviene per aiutare il paggio mentre Tebaldo si aggiunge alla mischia.
Giunto sul luogo della rissa, Romeo cerca di ristabilire la pace, ispirato dall’amore e incurante delle accuse
di viltà che gli vengono mosse dai Capuleti.
Tuttavia le sue esortazioni restano senza esito. Tebaldo uccide Mercuzio e allora anche Romeo reagisce e trafigge
Tebaldo che, in punto di morte, chiede al padre di Giulietta di affrettare il matrimonio con Paride.
Il duca di Verona, che ha assistito alla parte finale della contesa, prende atto del dissidio incolmabile che divide le famiglie ed
esilia Romeo da Verona, intimandogli di abbandonare la città entro la sera stessa.
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Atto VI
Quadro primo
E' notte. Nella stanza di Giulietta la fanciulla perdona Romeo per l’uccisione del cugino, che egli ha colpito per legittima difesa.
I due giovani si salutano. Allo spuntare del giorno Romeo deve lasciare Verona.
Rimasta sola, Giulietta si fa forza per affrontare la prova.
Quadro secondo.
Subito dopo la partenza di Romeo giunge Capuleti con fra Lorenzo per organizzare le nozze di Giulietta e Paride.
Rimasti soli, il religioso comunica alla sua protetta il suo piano: deve bere un narcotico da lui
preparato, così tutti la riterranno morta e, il giorno successivo, al suo risveglio, potrà fuggire con Romeo.
La fanciulla si affida al suggerimento e ingerisce la pozione.
La cerimonia nuziale ha inizio, ma Giulietta sviene, tra lo sgomento generale.
Atto V
Romeo che non sa dello strattagemma ideato per sabotare il matrimonio con Paride e facilitare la loro fuga, crede che Giulietta sia effettivamente morta.
Entra nella cripta dove sono sepolti i membri della famiglia dei Capuleti e dove verrà sepolta Giulietta.
In preda alla disperazione, alla vista dell’amata senza vita, eppure bellissima, beve un veleno mortale poco prima che lei si risvegli.
Al risveglio di Giulietta i due si gettano l’uno nelle braccia dell’altra ma lagioia è di breve durata: Romeo cade
stroncato dal veleno, Giulietta raccoglie il flacone vuoto e, intuendo l’accaduto, si pugnala per essere per sempre unita a Romeo.
Gli amanti spirano implorando il perdono celeste.