Opera lirica La Gazza Ladra

La gazza ladra video dell’opera completa

La Gazza Ladra opera lirica di Gioachino Rossini

La Gazza Ladra

L’opera di Gioachino Rossini La gazza ladra è tratta dal dramma di Théodore Badouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez ” La Pie Volouse ou La Servante de Palaiseau” del 1815.

Basata sul libretto di Giovanni Gherardini l’opera in due atti La Gazza Ladra fu per la prima volta rappresentata al Teatro La Scala di Milano nel Maggio del 1817.

L’Opera si rivelò un grande successo tanto che lo scrittore Stendhal, presente in prima fila, dichiarò che “Lo stesso Rossini fu prima stanco di salutare che il pubblico di applaudire”.

Ancora oggi quest’opera è famosa soprattutto per la sua ouverture.

Dopo parecchi anni l’opera è tornata al Teatro La Scala di Milano sotto la regia di Gabriele Salvatores.

Personaggi

Ninetta soprano
Fabrizio Vingradito basso
Lucia mezzo-soprano
Giannetto tenore
Fernando Villabella basso
Gottardo basso
Pippo contralto
Giorgio basso
Isacco tenore
Antonio tenore
Ernesto basso

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Brani celebri

Sinfonia
Di piacer mi balza il cor, cavatina di Ninetta
Vieni fra queste braccia, cavatina di Giannetto
Il mio piano è preparato, cavatina del Podestà
Sì per voi, pupille amate, aria del Podestà
Ebben, per mia memoria, duetto tra Ninetta e Pippo
Accusata di furto!, aria di Fernando
Tremate o popoli!, coro dei Giudici

Trama de La Gazza Ladra di Gioachino Rossini

di Gioacchino Rossini su libretto di Giovanni Gherardini

Opera La Gazza Ladra regia di Salvatores

L’opera si svolge tra la Rivoluzione francese e le Guerre Napoleoniche, in un villaggio vicino a Parigi e narra le vicissitudini di Ninetta, una serva il cui padre è soldato, del suo signore Fabrizio e del figlio Giannetto, soldato suo promesso sposo.

La felicità per il ritorno a casa di Giannetto e l’imminente matrimonio viene interrotta quando la giovane serva viene accusata di aver rubato un cucchiaio dalle iniziali di Fabrizio.


Atto I

Opera La Gazza Ladra di Rossini

Giannetto, giovane soldato innamorato di Ninetta, sta per tornare a casa dalla guerra e tutta la famiglia è in festa, “Oh che giorno fortunato!”

Lucia, madre di Giannetto, non è però soddisfatta del lavoro svolto in casa dalla serva Ninetta che pare aver perso alcune posate del servizio di argenteria di famiglia.

Il marito Fabrizio invece cerca di proteggere la ragazza soprattutto come forma di rispetto verso il padre, Fernando Villabella, soldato pluridecorato.

Ninetta canta felicemente per il ritorno di Giannetto a casa e spera in un imminente matrimonio “Di piacer mi balza il cor”.

Giannetto torna finalmente a casa, felice di poter abbracciare la sua amata Ninetta e di dichiarare il suo amore a tutti, “Vieni fra queste braccia”.

Il giorno successivo al suo rientro si allontana da casa con la famiglia e i servitori per far visita allo zio malato, lasciando Ninetta sola a casa a contare le posate d’argento.

Arriva un povero mendicante, che altri non è che il padre di Ninetta, Fernando.

Il vecchio soldato spiega alla ragazza di essersi ridotto così a seguito di un grave diverbio con il suo generale che gli aveva negato di poterle far visita e dopo una pesante discussione fra i due, Fernando era stato condannato a morte, condanna scampata grazie alla sua fuga.

Purtroppo però da quel momento è costretto a nascondersi per sempre.

Ninetta, addolorata per il racconto del vecchio padre, gli consiglia di nascondersi nella fessura del tronco di un vecchio castagno in giardino e per procurarsi qualche soldo Fernando chiede alla figlia di vendere un cucchiaio con le sue iniziali: FV.

Purtroppo i progetti di Ninetta e Fernando svaniscono con l’arrivo del Podestà Gottardo, innamorato della ragazza e non ricambiato.

Gottardo, non sapendo della presenza del padre di Ninetta, tenta di conquistarla quando sopraggiunge Giorgio, suo servo, per consegnargli l’identikit di un ricercato, che altri non è che il padre di Ninetta, Fernando.

Gottardo però non avendo gli occhiali non vede il disegno e si fa descrivere le caratteristiche del ricercato da Ninetta che per depistarlo, lo dipinge come un giovane ragazzo, alto e biondo.

Mentre il podestà Gottardo continua a sedurre Ninetta il vecchio padre assistendo alla scena compare furibondo pretendendo rispetto per la giovane ragazza, ma Gottardo giura vendetta e se ne va.

Ninetta mostra al padre il rifugio nel castagno lasciando incustodita l’argenteria e non curandosi della gazza ladra, addomesticata dalla famiglia, che scappando dalla gabbia ruba proprio un cucchiaio del servizio.

Al ritorno la giovane serva non si accorge del furto e riesce a vendere il cucchiaio datole dal padre a Isacco, un mercante di zona.

Intanto fa rientro a palazzo la famiglia Vingradito insieme al Podestà Gottardo e la signora Vingradito, Lucia, si accorge che nel servizio di posate ne manca una e accusa Ninetta del furto o della noncuranza, mentre il Podestà fa intuire che ci possa essere un ladro in casa.

Sono tutti molto spaventati, soprattutto Ninetta, sapendo che il furto è perseguibile con la pena di morte.

Rendendosi conto di destare sospetti fra i Vingradito, Ninetta lascia cadere a terra le monete ricevute da Isacco per la vendita del cucchiaio del padre.

Viene chiamato il mercante per sapere cosa la serva gli abbia mai venduto e Isacco spiega di aver comprato un cucchiaio con le iniziali FV, le stesse sia per Fernando Villabella che per Fabrizio Vingradito.

Tutti i presenti rimangono sbalorditi per la colpevolezza della ragazza e Gottardo si mostra felice nell’ordinare l’arresto di Ninetta, “In prigione costei sia condotta”.


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Atto II

Opera La Gazza Ladra di Rossini

Giannetto va in prigione a far visita alla sua innamorata Ninetta, sicuro della sua innocenza e di un segreto.

Subito dopo arriva Gottardo che tenta altri approcci amorosi con la ragazza senza sortire alcun successo.

Anche il fidato servo Pippo va in prigione a far visita a Ninetta e la ragazza gli chiede in prestito alcune monete da portare al vecchio padre rifugiato nel castagno.

Pippo accetta l’incarico mentre Lucia, pentita per le accuse mosse verso la serva, incontra nel bosco proprio il vecchio Fernando che chiede dove sia la figlia.

Lucia spiega quanto accaduto e il padre decide di andar lui stesso in tribunale in sua difesa ma nel frattempo viene dichiarata la colpevolezza di Ninetta e condannata a morte tra la disperazione di Giannetto e del Podestà, pentito per il suo eccessivo rigore.

Giannetto cerca di scoprire il segreto di Ninetta quando irrompe proprio il padre Fernando in tribunale chiedendo giustizia per la figlia ma il vecchio viene immediatamente arrestato e condannato anche lui a morte.

Tra lo sgomento di tutti arriva Ernesto, un soldato che aveva aiutato Fernando a scappare, per comunicare di avere l’amnistia da parte del re non capendo perché l’intero villaggio fosse così disperato.

Pippo inizia ad aggiornarlo sugli eventi quando arriva la gazza ladra che gli ruba le monete volando nel suo nido.

Pippo insospettito la segue e trova nel suo nido le monete e le posate rubate e risolto il mistero del furto corre subito ad avvisare tutti riuscendo ad interrompere l’esecuzione di Ninetta.

Finalmente Ninetta e Giannetto si riuniscono felicemente, Fernando viene liberato e accompagnato dalla figlia tra i rimorsi però del Podestà che non trova tregua “Ecco, cessato è il vento”.

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