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I Vespri Siciliani opera lirica di Giuseppe Verdi


I Vespri Siciliani

L'opera di Giuseppe Verdi "I Vespri siciliani" si basa sul libretto di Eugène Scribe e Charles Duveyrier.

E' un'opera lirica in francese, composta da cinque atti e rappresentata per la prima volta all' Opera di Parigi nel 1855.

La prima italiana invece risale all'anno successivo, presso il Teatro La Scala.

Per la censura di allora, in Italia il titolo fu cambiato in Giovanna di Guzman.

Personaggi

GUIDO DI MONFORTE (baritono) governatore di Sicilia
IL SIGNORE DI BE'THUNE (basso) ufficiale francese
IL CONTE DI VAUDEMONT (basso) ufficiale feancese
ARRIGO (tenore) giovane siciliano
GIOVANNI DA PROCIDA (basso) medico siciliano
ELENA (soprano) duchessa sorella del duca d'Austria
NINETTA (contralto) cameriera di Elena
TEBALDO (tenore) soldato francese
ROBERTO (baritono) soldato francese
DANIELI (tenore) siciliano
MANFREDO (tenore) siciliano
CORO di soldati, siciliani e siciliane


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Brani celebri

Ouverture
In alto mare, battuto dai venti (Atto I-Elena)
O tu, Palermo (Atto II-Procida)
In braccio alle dovizie (Atto III-Monforte)
Danza delle quattro stagioni:
I movimento: Inverno;
II movimento: Primavera;
III movimento: Estate;
IV movimento: Autunno;
Arrigo, tu parli a un core (Atto IV-Elena)
Mercè dilette amiche, bolero (Atto V-Elena)

Trama de I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi


Opera I Vespri Siciliani di Verdi

di Giuseppe Verdi su libretto di Eugène Scribe e Charles Duveyrier

Atto I

Opera I Vespri Siciliani di A. Verdi

1282 - Palermo e dintorni

Nella piazza più importante di Palermo alcuni soldati francesi allegramente cantano e festeggiano sotto lo sguardo cupo dei siciliani.

Intanto la duchessa Elena, ancora in lutto per l'uccisione del fratello dai militari francesi, è costretta da Roberto, un soldato ubriaco, ad unirsi ai loro canti.

La ballata che la duchessa intona, diventa presto un invito a ribellarsi facendo scoppiare così un'insurrezione, presto interrotta dall'intervento del governatore di Francia Guido di Monforte.

Arriva Arrigo, un giovane losco siciliano che viene interrogato dal governatore, visto il suo legame sentimentale con la duchessa e le sue accuse di complotto contro i francesi.

Il giovane esprime il suo odio contro i francesi e rivendica il suo legame con Elena, lanciando una sfida, si dirige verso il palazzo della donna.

Atto II

Opera I Vespri Siciliani di Verdi

Palermo, spiaggia.

Torna di nascosto a Palermo Giovanni da Procida con l'intento di pianificare una rivolta contro i francesi.

Insieme a Elena e Arrigo organizzano la rivoluzione coinvolgendo anche il re d'Aragona.

Rimasto solo con la duchessa, Arrigo dichiara alla donna il suo amore ma Elena lo ricambierà solo ad avvenuta rivendicazione della morte del fratello.

Arriva un ufficiale di Francia che invita Arrigo a partecipare ad un ballo presso il palazzo del governatore. Il giovane rifiuta e viene così arrestato.

La scena si anima con una festa di fidanzamento in cui diverse coppie ballano la tarantella.

Ma l'atmosfera si diventa pesante quando alcuni militari francesi iniziano ad infastidire le donne presenti.

Durante la festa dei francesi, i siciliani, sulla spiaggia, cantano vendetta.


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Atto III

Il governatore legge nel suo studio una lettera ricevuta da una donna con cui tempo addietro aveva avuto una relazione.

Intanto Arrigo viene accompagnato nello studio di Monforte dove viene ben accolto.

Stupito per la benevole accoglienza, Arrigo rimane turbato nel momento in cui scopre di trovarsi dinanzi al padre.

Con il timore di perdere Elena, Arrigo rifiuta il padre e si allontana.

Sta iniziando la festa a palazzo e gli invitati ballano sulle note de "Le quattro stagioni". Ci sono ancche Procida, Elena ed altri congiurati, vestiti in maschera.

Li raggiunge anche Arrigo che viene informato da Elena dell'imminente uccisione di Monforte.

Il ragazzo, disperato, vuole informare il padre ma l'unica cosa che riesce a fare è mettersi in mezzo nel momento in cui Elena stessa sta per pugnalare l'uomo.

Monforte interviene facendo arrestare i cospiratori che si scagliano contro Arrigo.

Atto IV

Nella fortezza dove è imprigionato, Arrigo incontra Elena.

La donna inizialmente respinge l'uomo accusandolo di tradimento, ma poi ascoltando le sue ragioni, prova pietà per lui e i due si rinnovano amore eterno.

Arrivano i condannati insieme a Procida e il governatore annuncia la loro condanna a morte mentre Arrigo supplica di salvarli.

La grazia potrà esser concessa a patto che Arrigo lo accetti come padre e lo dichiari a tutti.

Arrigo accetta il patto e così il governatore concede la grazia ai condannati e annuncia il matrimonio fra il figlio Arrigo e la duchessa Elena.

Sono tutti in festa quando però Procida dichiara una nuova sommossa contro i francesi.

Atto V

Le nozze di Arrigo e Elena stanno per iniziare nel giardino del palazzo.

La cerimonia sarà annunciata con il suonare della campane a festa.

Purtroppo però Procida avvisa Elena che lo stesso suono darà inizio anche al massacro dei francesi.

La duchessa non sa che posizione prendere, se stare con il suo amato o con i compatrioti per rivendicare la morte del fratello.

La scelta è presa, Elena decide di fuggire, evitando le nozze.

Arrigo è sconvolto e maledice la donna ma Monforte annuncia lo stesso il matrimonio e da ordine di suonare le campane senza sapere che così da anche avvio al massacro da parte dei siciliani armati che si scagliano anche su di lui.


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