Trama del Don Pasquale di Gaetano Donizetti
Quando "Don Pasquale" viene rappresentato per la prima volta, nel gennaio del 1843 a Parigi, Gaetano Donizetti
ha alle spalle un'intera vita nel mondo dell'opera italiana ed è nel pieno della sua maturità artistica.
Aveva riscosso grandi successi con la
Lucia di Lammermoor,
"La Fille du Règiment" ed altre opere, ma non era riuscito ad ottenere l'agognata carica di Direttore del Real Collegio di Musica a Napoli.
Questa opera buffa in tre atti, composta in undici giorni e rappresentata al Théà¢tre Italien di Parigi il 3 gennaio 1843, dal punto di
vista librettistico non può dirsi un grande lavoro, ma il ritmo serrato e la sapiente teatralità lo rendono, operisticamente parlando, eccellente.
Tipica del Don Pasquale è l’efficacia con la quale il lirismo e la malinconia si contrappongono al sorriso malizioso o anche
alla schietta risata, perseguite dal maestro.
Il libretto del Don Pasquale firmato M. A. (Giovanni Ruffini), si rifaceva a un libretto di Angelo Anelli, musicato da Stefano Pavesi
nel 1810 con il titolo di "Ser Marcantonio"
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Atto I
Sala in casa di Don Pasquale.
Don Pasquale è un anziano e ricco possidente il cui erede dovrebbe essere il nipote Ernesto, se sposasse una donna scelta da lui.
Ma Ernesto, che ama Norina, una giovane vedova molto graziosa e vivace, anche se povera, si rifiuta di obbedirgli.
Il vecchio Don Pasquale decide così di sposarsi lui, per non lasciare le sue sostanze al nipote Ernesto, ma entra in gioco il
dottor Malatesta, amico di Don Pasquale, che ancor più di Ernesto e di Norina, ordisce un piano per aiutare i due giovani.
Propone a Don Pasquale, come moglie, la propria sorella Sofronia che in effetti è Norina, magnificandone le doti.
Don Pasquale aderisce con gioia e, per cominciare, scaccia di casa Ernesto, mentre Malatesta istruisce Norina su come comportarsi
per ammaliare il vecchio, e come, una volta sposato, farlo impazzire con i suoi capricci riducendolo poi alla disperazione.
Atto II
Sala in casa di Don Pasquale.
Nella sala entrano il dottor Malatesta e Sofronia/Norina, di cui Don Pasquale, conquistato dalla sua grazia e timidezza,
vuole subito celebrare le nozze.
Mentre un amico travestito da notaio scrive l'atto di matrimonio, entra Ernesto deciso a cercare rifugio in terre lontane.
Nel vedere la situazione, rimane dolorosamente sorpreso, ma Malatesta lo tranquillizza e, sottovoce, lo mette a parte del suo progetto.
Firmando il falso contratto di nozze, Don Pasquale dona alla sposa la metà dei suoi averi.
Sofronia, fino allora timidissima e docile, come da accordi con Malatesta cambia immediatamente contegno e,
mentre prima era umile, ora è sfrontata e arrogante. Senza chiedere il permesso al marito fa chiamare il maggiordomo
per avere nuova servitù, carrozza, cavalli, sarta, parrucchiere, poi manda a chiamare falegnami ed artigiani per rinnovare la casa.
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Atto III
Sala in casa di Don Pasquale.
Sofronia/Norina accentua le proprie bizze: arriva a schiaffeggiare Don Pasquale e a fargli credere d’avere un amante.
Esasperato, Don Pasquale chiede aiuto a Malatesta, il quale informa Ernesto delle decisioni dello zio e con lui progetta le contromosse.
Ernesto, senza farsi riconoscere dallo zio, dovrà fingere d’essere l’amante di Sofronia con la quale in una scena
notturna canta un duetto d’amore.
Don Pasquale dichiara a Sofronia che la scaccerà da casa e che permetterà al nipote Ernesto di sposare Norina.
A questo punto gli viene rivelato del falso notaio e della beffa ordita ai suoi danni, ma Don Pasquale, tanto felice di non essere in
alcun modo legato alla diabolica Sofronia, perdona tutti e acconsente alle nozze di Ernesto e Norina.