Gaspare Spontini biografia e composizioni
Gaspare Spontini, musicista e compositore nacque a Maiolati (oggi denominata Maiolati Spontini) il 14 novembre del 1774.
Di umile famiglia, ebbe una prima educazione musicale a Jesi, prima con gli organisti Giuseppe Menghini e Vincenzo Ciuffolotti,
poi con il maestro Bartoli e, infine con il sacerdote Nicolò Bonanni di Cupramontana e nel 1793, entrò al
Conservatorio della Pietà dei Turchini a Napoli ed ebbe come insegnanti Sala e Tritto.
Nel 1796, su incarico del direttore del Teatro della Pallacorda di Firenze, compose il suo primo lavoro teatrale, “
Li puntigli delle donne“, un frasetto a sette voci incentrato su una vicenda comica e rappresentato nello stesso anno a Roma
con grande successo.
Negli anni successivi scrisse parecchi opere per i teatri di Napoli, Venezia e Firenze, finché si trasferì in Francia.
Nel 1803, a Parigi Spontini riuscì ad entrare nella corte del Conte di Rémusat, amico della futura imperatrice Giuseppina,
appassionata di canto ed a comporre opere che diventeranno famose: “Il Milton”, La Vestale”, “Fernando Cortez”,
rappresentate riscuotendo grande successo che lo proietteranno ai più alti onori nell’Académie Impériale de Musique
(Grand Opéra de Paris e presso la Corte di Napoleone prima e di Luigi XVIII poi.
Durante la sua permanenza in Francia sposò con una cerimonia sfarzosa, Maria Caterina Celeste Erard (1811).
Protetto da Napoleone, si ritrovò in gravi difficoltà economiche con la caduta dell’imperatore e con la Restaurazione e,
dopo aver messo in scena, con scarso successo, l’"Olimpia" (1819), si trasferì a Berlino alla corte di Federico Guglielmo
III di Prussia dove diventò primo maestro di Cappella e Direttore generale di Musica.
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Colmo di gloria e di onorificenze, tornò a più riprese nella sua città natale, negli anni compresi tra il 1822 e il 1844, facendo
generose elargizioni a favore dei suoi concittadini che lo ripagarono concedendogli il titolo di "Patrizio" della città.
In Germania rimise in scena, nel 1821, l'“Olimpia“, rimaneggiata e dedicata a Federico Guglielmo e, successivamente,
il “Nurmahal” (1822), “L'Alcidor” (1825) e “L'Agnese Von Hoenstaufen" (1829).
Negli anni successivi fece numerosi viaggi in Italia e all’estero, dopo i quali fece ritorno a Berlino.
Ma, morto Federico Guglielmo III, trovò un clima a lui ostile, tanto che, coinvolto in oscure manovre, fu accusato di lesa maestà e
condannato a nove mesi di prigione.
Graziato da Federico Guglielmo IV, ottenuta da lui una pensione vitalizia, riprese dimora a Parigi senza rinunciare a numerosi
viaggi in varie nazioni europee, accolto sempre con grandi onori.
In questi anni si collocano l’incontro e la collaborazione con Richard Wagner, il quale nella sua autobiografia,
elogiò l’eccezionale dote musicale e morale del maestro marchigiano, definendolo “l’ultimo compositore che abbia votato il suo
sforzo con austero entusiasmo e nobile valore ad un’idea artistica ”.
Ormai avanti con gli anni si ritirò definitivamente a Maiolati dove ebbe ancora modo di manifestare la sua generosità
erigendo un Ospizio e un Monte di Pietà e dove morì il 24 gennaio del 1851.
Le spoglie del grande maestro riposano oggi a Maiolati nella Cappella dell'Ospizio da lui creato.