Pier Vittorio Tondelli breve biografia e contenuti dei suoi libri
Pier Vittorio Tondelli è nato a Correggio il 14 settembre del 1955.
Vive la sua adolescenza nell'ambiente cattolico, in particolare nelle comunità giovanili dell'associazionismo.
Dopo il liceo si iscrive al DAMS di Bologna, laureandosi con una tesi sulla letteratura epistolare come problema di teoria del romanzo.
Nel 1980 pubblica la sua prima opera, "Altri libertini", generando scandalo e condanna per le sei storie di giovani narrate in presa diretta in un linguaggio immediato ed emotivo.
Nel 1982 esce "Pao Pao", romanzo sentimentale sulla vita in caserma. Due anni dopo scrive in varie stesure la sua unica opera teatrale, "Dinner Party".ed il soggetto cinematografico "Sabato italiano".
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Nel 1985 Tondelli scrive "Rimini", un romanzo di ampio respiro in cui si intrecciano sei vicende di personaggi «senza qualità», ambientato in una città che diviene «palude bollente di anime», in cui la gente «cuoce e rosolà». L'anno seguente pubblica, in una edizione limitata un po' underground, "Biglietti agli amici", un «distillato di "posizioni sentimentali"» rivolte a pochi in uno
spazio intimo e riservato ed il soggetto cinematografico "Sabato italiano".
Nel 1989 esce l'ultimo romanzo, "Camere separate", il romanzo dei sentimenti sul filo della memoria, in cui è cifra di comprensione l'esperienza della separazione, dell'abbandono e del desiderio di addomesticare una solitudine ineluttabile.
Ma Tondelli è anche autore di un considerevole numero di articoli e brevi racconti poi confluiti in un progetto realizzato in due volumi: "Un Weekend postmoderno" (1990) e "L'Abbandono", uscito postumo a cura di Fulvio Panzeri, erede testamentario dell'opera di Tondelli, nel 1993.
Nel secondo volume lo sguardo attraversa paesaggi e frammenti umani in forma di racconto interiore.
Tondelli è anche l'ideatore di un progetto che intendeva sondare lo spazio inesplorato della scrittura giovanile, progetto che lo ha visto curatore di tre antologie di testi di giovani narratori inediti ("Giovani Blues" del 1986, "Belli & perversi" del 1987, Papergang del 1992), curatore di una serie editoriale non molto fortunata di Mondadori dal titolo "Mouse to Mouse" e ideatore della
rivista di narrativa "Panta".
Il giovane autore muore a Reggio Emilia, 16 dicembre 1991 all'età di trentasei anni di AIDS.
Si tratta di una vita in cui la sostanza sembra essere data dalle sfumature e dai toni, più che dai colori e dalle note. Queste sfumature e questi toni sono diversi, così come diversi tra loro e originali sono i "nomi" con i quali Tondelli viene indicato dai vari amici che lo hanno conosciuto: "Pier", "Viki", "T.", P.V.T.
Sfogliando le immagini pubblicate sul numero della rivista "Panta" a lui dedicato dopo la sua morte, si rimane impressionati dalle fotografie che nel tempo gli sono state scattate; il volto è quasi irriconoscibile tra una foto e l'altra: dalle foto del Tondelli giovanissimo si passa a quelle del 1979 con capelli lunghi e occhiali alla John Lennon, con barba e baffi, a quelle scattate
all'osteria «Da Aroldo» o davanti al teatro Asioli di Correggio, a quelle dell'85 con un look più recente fino a quelle più più enigmatiche e a volte malinconiche dei trent'anni e del soggiorno milanese.
Tutto ciò è segno di una liquida complessità, che poi è quella della sua scrittura, della sua vita e del suo carattere.
Il Tondelli dal riso scoppiettante portava in sé anche qualcosa di inquietante. Il suo desiderio di stare con la gente si alternava alla propria natura di solitario e a volte anche riottoso e scostante. Un po' alla mano e un po' snob, dolce ma non sereno, ironico, frenetico ma a volte ripiegato su di sé «melanconico, contemplativo, solitario».
In un racconto mai pubblicato troviamo un piccolo autoritratto: «scorbutico, nevrotico, ipersensibile, piagnucoloso [ma poi qui Tondelli si pente e cancella la parola] e permaloso».
In lui ritroviamo «l'esuberanza dell'uomo d'azione da una parte, la perfetta malinconia dell'intellettuale dall'altrà».