Natalia Ginzburg breve biografia e contenuti dei suoi libri
Natalia Levi in
Ginzburg, nacque a Palermo il 14 luglio del 1916; in quegli anni, il padre, triestino, insegnava anatomia comparata all'Università di Palermo, diventando poi un biologo e un istologo di grande fama; la madre, lombarda, era figlia di Carlo Tanzi, avvocato socialista e amico di Turati.
Tornata a Torino con la famiglia nel 1919 vive e cresce in un'atmosfera intellettuale e anti-fascista, a contatto
con forti personalità quali Eugenio Tanzi, psichiatra, zio della madre, il musicologo Silvio Tanzi, morto giovane, fratello della madre e
Cesare Levi, fratello del padre, critico teatrale e studioso.
Questi anni saranno brillantemente sintetizzati dalla scrittrice, nel suo romanzo autobiografico che vinse il premio Strega "Lessico famigliare" (1963) nel quale l’ossessivo, intelligentissimo protagonista è il padre.
(pubblicita' ads A1)
Natalia non frequenta le elementari, studia in casa; nel 1927 è iscritta al Liceo-Ginnasio Vittorio
Alfieri e, conseguita la maturità classica nel 1935, si iscrive alla Facoltà di Lettere senza mai laurearsi.
Scrittrice natala Natalie Levi Ginzburg comincia a scrivere i suoi primi racconti da bambina ed a diciotto anni ha la soddisfazione di vedere
pubblicato sul giornale fiorentino "Solaria" il suo racconto "I Bambini".
Nel 1937, la giovane scrittrice termina la sua traduzione di "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust, che verrà pubblicata
nella collana "Gli Struzzi" di Einaudi, nel 1946.
Proprio nella Casa Editrice incontra Leone Ginzburg, studioso e consulente per la letteratura russa, antifascista aderente a “Giustizia e libertà” che sposa nel 1938.
Dopo il matrimonio, Natalia continua a lavorare ai suoi romanzi, mentre cresce i figli che vanno con lei ed il marito al confino a Pizzoli in
Abruzzo.
Nel 1942, Einaudi le pubblica il suo primo romanzo, "La strada che va in città", sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte,
perchè Ebrea e soggetta alle Leggi Raziali.
Tra il 1943 e il 1944, i Ginzburg prendono parte a diverse attività di editoria clandestina e al loro ritorno a Roma, il marito viene arrestato e
tenuto in prigione, dove morì per torture, senza mai rivedere la famiglia.
A seguito di queste tristi vicende Natalia torna a Torino e pubblica nel 1947 il romanzo breve "E' stato così" che vince il premio letterario "Tempo".
Negli anni successivi, dopo l'eccitante periodo del "Politecnico", un giornale per lavoratori e studenti, sposa un professore incaricato di Letteratura inglese a Trieste, mentre Natalia continua a vivere a Torino.
Nel 1952 si trasferisce a Roma con il marito e pubblica il romanzo "Tutti i nostri ieri".
E' a Londra, Nel 1960 il marito viene chiamato a dirigere l'Istituto Italiano di cultura a Londra dove vivranno un paio d'anni, prima di
tornare a Roma.
Negli anno '60 pubblica "Le piccole virtù", il romanzo breve "Le voci della sera" (un ritorno alla saga familiare di "Tutti i nostri ieri"),
il romanzo autobiografico "Lessico famigliare", le commedie "Ti ho sposato per allegria", "L'inserzione" e "La segretaria"; purtroppo quel
decennio così produttivo si chiude con la morte del marito Gabriele Baldini.
I dieci anni che seguono Natalie Ginzburg continua a scrivere spaziando fra il saggio, il romanzo e la commedia: "Mai devi domandarmi"
un'intelligente analisi del suo carattere, "Paese di mare","Caro Michele" dal quale è stato tratto il film omonimo del regista Mario Monicelli
(1976), "Vita immaginaria", "Famiglia", due racconti lunghi, "Famiglia" e "Borghesia".
Negli anni '80 la scrittrice comincia la sua attività politica: eletta deputata alla Camera nel gruppo degli Indipendenti di sinistra sia nel
1983, che nel 1987.
(pubblicita' ads A3)
Nella sua attività parlamentare, la scrittrice si batté con ardore in diverse cause umanitarie, come l'abbassamento del costo del pane, l'assistenza ai bambini palestinesi, la persecuzione legale nei casi di stupro, ed infine insistette per una riforma delle leggi per l'adozione.
Nel frattempo, pubblica "La famiglia Manzoni "(1983), seguito dal romanzo epistolare "La città e la casa" .
Il saggio "Serena Cruz o la vera giustizia" pubblicato nel 1990 è il suo ultimo lavoro, anche se nel 1999 la casa editrice Einaudi
pubblicherà, nel 1999, il volume postumo "E' difficile parlare di sé" contenente il testo integrale di una serie di conversazioni radiofoniche
in cui la Ginzburg racconta la propria vita e la propria opera letteraria.
Natalie Levi Ginzburg muore nella sua casa di Roma l'8 ottobre del 1991, dopo aver tradotto " Une Vie", di Maupassant.
I suoi lavori sono tradotti in moltissime lingue e le sue commedie, dopo vent'anni, sono ancora rappresentate.