Giuseppe Ungaretti breve biografia e contenuti dei suoi libri
Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d'Egitto il 10 (8?) Febbraio 1888.
Figlio di una coppia di lucchesi emigrati in Egitto per la costruzione del Canale restò orfano di padre a soli due anni, passa l'infanzia e la
prima giovinezza ad Alessandria d'Egitto dove la madre è proprietaria di un forno alla periferia della città, in faccia
al deserto.
Dopo aver concluso gli studi nella prestigiosa école Suisse Jacotun, trasferitosi a Parigi frequenta per due
anni la Sorbona, torna in Italia nel 1914 per prendere l'abilitazione all'insegnamento del francese.
L'amore per la poesia nacque durante questi anni di scuola, in quell'ambiente esotico a contatto di persone di vara nazionalità e di antiche
tradizioni.
Di idee interventiste, Giuseppe Ungaretti, allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruola volontario e combatte come soldato semplice sul Carso e sul fronte francese.
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Il 22 Dicembre del 1915, scrive la sua prima poesia sulla guerra "Porto Sepolto", ma alcune sue poesie erano state pubblicate sulla rivista di filosofia, letteratura e
arte, fondata a Firenze da Giovanni Papini e Ardengo Soffici Lacerba .
Dopo la guerra Giuseppe Ungaretti torna a Parigi dove lavora all'Ambasciata d'Italia ed invia corrispondenze al giornale fascista "Popolo d'Italia".
Tornato in Italia, Ungaretti si avvicina all’ambiente de "La Ronda" dove pubblica nel 1921 "
Paesaggio" e nel 1922 "Alcune
note di
poetica".
Durante gli anni giovanili Ungaretti si era avvicinato alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento a La Voce, alla letteratura
italiana: così la sua cultura accumuna le opere di Rimbaud, di Mallarmé, di Leopardi, Nietzsche e Baudelaire.
Nel 1925 a saldare il nuovo vincolo con gli intellettuali e gli artisti romani, firma il "Manifesto degli intellettuali fascisti" e apre agli amici intellettuali i suoi ampi orizzonti culturali
avvicinandoli a poeti come Góngora, Blake, Lautréamont e Mallarmé.
Giuseppe Ungaretti, dopo un soggiorno a Subbiaco, si converte al cristianesimo e accetta l'incarico di corrispondente per "La gazzetta del
popolo" ed in questa veste fa molti viaggi.
Più tardi si avvicina al gruppo di artisti e letterati che frequentano lo studio di Via Cavour. Leonardo Sinisgalli rammenterà : "Tra il '29 e il '30 Ungaretti portava in giro il secondo volume degli scritti profetici di Blake, quei Canti dell'innocenza e dell'esperienza.
Dal 1936 al 1942 si trasferisce in Brasile, dove insegna Letteratura Italiana presso l'Università di San Paolo.
Esponente dell'ermetismo si avvicinò poi gradualmente alla tradizione classica rivelando come sua più alta ambizione la volontà di durata, una irriducibile fiducia nella parola del poeta, unico punto fermo nel naufragio universale.
Nel 1942, provato da vari lutti che lasciano il segno nella sua tematica poetica, viene nominato "Accademico d'Italia" e gli viene affidata per "chiara fama" la cattedra di Letteratura Italiana a Roma.
Alla caduta del fascismo viene sottoposto ad una dura critica per la sua adesione al regime, ma Giuseppe Ungaretti è sicuro e convinto del suo
ruolo di Poeta nella società.
Ungaretti, quello che si autodefinisce "il matto" perché si innamora ad ottant'anni, sempre capace
di tramutare le cose in apertura verso l'infinito, muore a Milano il 2 Giugno 1970.
Dopo una vecchiaia attivissima il viaggio del nomade senza patria si conclude pur sempre in un cammino perpetuo verso la patria.
La poetica di Ungaretti è incentrata sul senso del limite umano, l'incombere irrazionale delle passioni ed il dramma degli affetti e realizza
con la perfezione del linguaggio il trionfo della forma sulle disarmonie dell'esistenza.
Alcune poesie di Ungaretti