Giovanni Guareschi breve biografia e contenuti dei suoi libri
Giovanni Guareschi nacque a Fontanelle di Roccabianca (Parma) il 1° maggio del 1908 e morì a Cervia (Ravenna) il 22 luglio del 1968.
Dopo gli studi superiori si iscrisse all'università di Parma che dovette abbandonare nel 1925 al fallimento dell'attività del padre.
Dopo i primi saltuari lavori, entrò alla Gazzetta di Parma, come correttore di bozze, chiamato da Zavattini, caporedattore del
quotidiano che aveva incontrato studente.
Intraprendente, estroverso e simpatico fu accolto nella redazione del quotidiano Corriere Emiliano come aiuto-cronista.
Il contratto prevedeva una collaborazione fissa, cosa che gli permise di andare a vivere da solo, in Borgo del Gesso.
Aveva ventitré anni e tanto talento, in poco tempo diventò cronista, poi capo-cronista; scriveva articoli, politici seri, novelle e
rubriche divertenti, sapeva fare disegni satirici.
Nel 1934 Giovannino viene chiamato al servizio militare; frequenta il corso di allievi Ufficiali a Potenza, poi a Modena, dove nel 1936
termina la ferma.
Nel frattempo Il Corriere Emiliano lo aveva licenziato per esubero di personale e l'amico Cesare Zavattini, che si era trasferito a
Milano, stava per organizzare la redazione della rivista satirica edita da Rizzoli e da lui diretta.
Guareschi si trasferì con la fidanzata a Milano e accettò il lavoro di "illustratore" nella nuova rivista destinata a un'ampia
notorietà: il quindicinale "Bertoldo".
Anche in questa redazione Guareschi seppe conquistare il posto di redattore capo del quindicinale che in breve tempo, divenne il
maggior giornale umoristico italiano-
Intanto dalla sua penna presero forma racconti e romanzi che furono pubblicati: La scoperta di Milano, Milano, Rizzoli, 1941; Il
destino si chiama Clotilde. Romanzo d'amore e di avventura con un'importante digressione la quale, per quanto d'indole personale, si
innesta mirabilmente nella vicenda e la corrobora rendendola viepiù varia e interessante, Milano, Rizzoli, 1941; Il marito in collegio.
Romanzo ameno, Milano, Rizzoli, 1944.
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Nel settembre del 1943 cominciò un periodo nero per Guareschi che si trovò senza lavoro perchè i bombardamenti degli alleati avevano
colpito la redazione della Rizzoli che sospese la pubblicazione del "Bertoldo"; denunciato da un fascista per aver insultato in
pubblico (ubriaco) Benito Mussolini , finì prima in carcere, poi sotto le armi ed infine in un campo di Prigionia Tedesco.
L'esperienza della prigionia gli suggerì "La favola di Natale", Milano, Edizioni Riunite, 1946, racconto di un sogno di libertà nel suo
Natale da prigioniero seguito poi da Diario Clandestino.
Nel 1945 al ritorno dalla prigionia fonda il settimanale satirico indipendente con simpatie monarchiche "Il Candido" che dirigerà fino alla morte.
Il dopoguerra con la divisione del
paese tra comunisti e democristiani che lo coinvolge personalmente viene da lui filtrato dall'ironia delle pagine di
"Lo zibaldino" (1948) e soprattutto da "Mondo piccolo: Don Camillo"
(1948).
Il personaggio di don Camillo diventa in breve estremamente popolare, ed una serie di film realizzati in quegli anni fanno conoscere
Don Camillo e Peppone in mezzo mondo.
La sua vita prolifica di scrittore (autore parecchie decine di libri) è stata complicata dalla sua passione politica che lo vide
impugnare sempre la penna contro i comunisti e da buon bastian contrario anche conto la politica della DC.
Nessuno gli perdonò niente ed il suo carattere di focoso emiliano gli costarono più di 400 giorni in prigione e una vecchiaia pesante.
Nonostante la popolarità la critica letteraria per molti anni lo considerò uno scribacchino, forse per la semplicità di linguaggio
utilizzata e di una certa ingenuità nel racconti che tuttavia sono in larga parte tratti da esperienze vissute.
Postumo è apparso "Chi sogna nuovi gerani?" (1993), il cui titolo è l'anagramma del nome di Guareschi.
Il volume, curato dai figli Alberto e Carlotta, assembla pagine autobiografiche, scritte sempre in maniera ironica e divertente: dalla nascita di «Bertoldo», al lager nazista, al ritorno in Italia, ai 400 giorni di galera per aver calunniato De Gasperi.
A rivalutare la sua figura di scrittore e di giornalista, la rivista "Life" riconobbe il suo fondamentale contributo, e lo definì come
"il più abile ed efficace propagandista anticomunista in Europa", mentre Indro Montanelli ha più volte elogiato l'uomo e l'amico, fino
ad affermare: "C'è un Guareschi politico cui si deve la salvezza dell'Italia. Se avessero vinto gli altri non so dove saremmo andati a
finire, anzi lo so benissimo".
Umberto II di Savoia dall'esilio lo insignì dell'onorificenza di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia.[10]
Giovanni Guareschi muore a Cervia il 22 luglio 1968 dopo aver passato gli ultimi anni di attività dietro le quinte e po' dimenticato da lettori e critica,
in un mondo in cui si riconosceva sempre meno, ben lontano dal suo "Mondo Piccolo"
Il Sito Ufficiale di Guareschi