Federigo Tozzi breve biografia e contenuti dei suoi libri
Federigo Tozzi, scrittore e poeta italiano, nasce a Siena l'1 gennaio 1883 in una famiglia di agricoltori trasferita in
città.
Durante l'infanzia e l'adolescenza subisce un padre autoritario e violento ed una madre fragile che morì quando lo scrittore
aveva soltanto dieci anni.
Seguì in modo irregolare gli studi,
prima presso il Ginnasio Arcivescovile, poi presso l'Istituto delle Belle Arti dal quale fu espulso per cattiva condotta.
Passato alle scuole tecniche fu costretto a
lasciarle a causa di una malattia agli occhi che lo costrinse al buio per parecchi mesi.
Avendo
un rapporto molto conflittuale con il padre che avrebbe voluto che il figlio abbandonasse le fantasie letterarie per occuparsi esclusivamente
dell'osteria di famiglia e dei lavori agricoli nei loro poderi, nel 1907, dopo essersi sposato, si trasferì a Roma con la moglie, la
scrittrice, Emma Palagi, dove lavorò saltuariamente come giornalista.
Tozzi collaborò con diverse riviste letterarie, fondandone
egli stesso una, "La Torre", definita “organo della reazione spirituale italiana”, ma le sue idee politiche nel tempo mutarono radicalmente, dalle iniziali simpatie socialiste ad un cattolicesimo reazionario.
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Sempre alla ricerca dell'occupazione più vicina alle sue esigenze, Federigo Tozzi partecipò ad un Concorso per un impiego nelle Ferrovie ottenendo un posto a Pontedera, dove si trasferì, lasciando Roma, per essere infine destinato a Firenze nel maggio 1908.
Alla morte del padre, momentaneamente ricco, lasciò il lavoro nelle ferrovie, si trasferisce con la moglie, nel podere di Castagneto con l'intento di dedicarsi
all’amministrazione dell’azienda familiare, cosa che si rivelò fallimentare e che lo ripiombò nelle ristrettezze economiche.
Nel 1909 gli nasce il figlio Glauco e la momentanea vita
tranquilla favorisce l'intensificarsi dell'attività letteraria di Federigo Tozzi : scrive "Ricordi di un impiegato", i volumi di poesie
dannunziane "La zampogna verde" nel 1911 e "La città della Vergine" nel 1912, "Bestie" affresco del mondo contadino toscano, scritto nel 1913
e pubblicato nel 1917, il romanzo "Con gli occhi chiusi", scritto nel 1913, venne pubblicato un anno prima della morte, nel 1919, "Tre croci"
scritto nel 1918 e pubblicato nel 1920.
Federigo Tozzi collabora a riviste di stampo dannunziano come
l'"Eroica" (1912) e la neoromantica "San Giorgio" (1912-13) e, frequentando a Biblioteca Comunale di Siena, ricava competenza e passione per
gli antichi scrittori, tanto che arriverà a curare alcune antologie.
La gestione fallimentare dei poderi lo costringono a vendere
la terra ed a trasferirsi a Roma dove, allo scoppio della guerra, trova impiego come addetto stampa presso la Croce Rossa mentre viene
rappresentata con scarsissimo successo la sua commedia "Le due mogli".
Nei suoi scritti Federigo Tozzi mette in luce, con un
linguaggio nitido, preciso e con risvolti autobiografici, "l'Inetto", una personaggio umano vinto da una vita disumanizzante e piena di
problemi, un uomo dalla volontà malata, ma che conosce la sua incapacità di vivere, un abulico che si abbandona alle cose ed agli eventi che
lo travolgeranno
Buona parte della produzione di Tozzi, con echi che ricordano
Italo Svevo e
Luigi Pirandello, venne pubblicata dall'amico Giuseppe Borgese,
dopo la sua morte avvenuta improvvisamente a Roma il 21 marzo 1920 a causa di una polmonite e dalla famosa Spagnola, conosciuta
come la Grande Influenza, che fra il 1918 e il 1920 uccise almeno 20 milioni di persone nel mondo.