Elsa Morante breve biografia e contenuti dei suoi libri
Elsa Morante è nata a Roma nel quartiere di Testaccio il 18 agosto del 1912, da Francesco lo Monaco, un siciliano, ed Irma Poggibonsi, maestra elementare ebrea di Modena.
Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia e va a vivere per conto proprio; ma la mancanza di mezzi economici la costringe ad abbandonare la facoltà di Lettere e guadagnare da vivere dando lezioni di italiano e latino, scrivendo tesi di laure per altri.
Tra il 1935 ed il 1940 scrive per riviste culturali e l'attività giornalistica la impone all'attenzione del pubblico, grazie alle sue raffinate cronache di costume. Lavora anche per "Il corriere dei piccoli" e, tra il 1939 e il 1941, per il settimanale «Oggi».
Nel 1936 conosce
Alberto Moravia che sposerà nel 1941, anno in cui viene pubblicato il suo primo libro, "Il gioco segreto"; nel 1942 appare il libro di fiabe "Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina", illustrato della stessa Morante e scritto quando aveva solo quattordici anni.
La fama però arrivò alcuni anni dopo, con "
Menzogna e Sortilegio", pubblicato nel 1948, con cui vinse il premio Viareggio, e che venne acclamato come uno dei migliori lavori della letteratura italiana ed è l'amaro racconto della decadenza di una famiglia del sud, con il suo fardello di rapporti familiari basati sulla menzogna e sull'inganno, vista attraverso gli occhi di una giovane donna che vive rinchiusa nella sua stanza.
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Lo stesso successo lo ebbe "L'isola di Arturo", del 1957, un bel romanzo che descrive, nell'italiano poetico di Elsa Morante, la
difficile maturazione di un ragazzo prigioniero di una struggente passione d'amore per la propria giovanissima matrigna ed un particolare
rapporto con un padre ambiguo.
L'accoglienza della critica è ottima, il romanzo vince il Premio Strega e Damiano Damiani ne trae il film omonimo approfittando del magnifico
paesaggio dell’isola di Procida che fa da sfondo alla storia.
In quegli anni Elsa Morante incontrò
Umberto Saba, Sandro Penna e
Pier Paolo Pasolini, con i quali strinse una solida amicizia.
Nel 1958, uscì "L'alibi", una collezione di sedici liriche, e nel 1963, "Lo scialle andaluso".
Intanto l'unione con Moravia diventa insostenibile e nel 1962 i due sono costretti a separarsi dopo ventuno anni di matrimonio.
In seguito, Elsa Morante, ebbe una relazione con il regista Luchino Visconti e poi con il giovane pittore americano Bill Morrow, relazioni che la spinsero sempre di più in una severa solitudine, rafforzando il suo senso di disillusione e radicalizzando l'ossessione per il suo aspetto fisico.
Ne "Il mondo Salvato dai ragazzini", del 1968, la scrittrice accentuò i caratteri anarchici già presenti nei personaggi delle sue opere e, nel suo romanzo successivo, "La storia" (1974), denunciò la falsa rappresentazione che la società della storia, rappresentandola
come progresso o realizzazione di un disegno Divino, mentre è un immutabile succedersi di ingiustizie, di violenze, di sopraffazioni che
si abbattono senza pietà sui più deboli ed indifesi.
Ne “La storia” (1974) dipinge un affresco dell’Italia e del mondo del periodo della Seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra con le vicende di una donna e dei suoi due figli.
L'orrore della guerra viene rivissuto attraverso le traversie di questa povera famiglia, dalla violenza subita dalla madre da un soldato tedesco, alla casa distrutta in un bombardamento, alla miseria, alla morte dei figli.
L'unica via di uscita al ripetersi della "storia" sembra alla scrittrice quella di un regresso verso un mondo primitivo e selvaggio.
Nonostante il grande successo di pubblico, il romanzo divise la critica tra coloro che gridarono al capolavoro e altri se la presero con taluni
aspetti poetico - consolatori dell’opera.
Nel 1980 Elsa Morante si frattura un femore e, mentre è costretta a letto, scrive il suo ultimo lavoro “Aracoeli” (1982) che riporta al centro del lavoro della scrittrice la complessità e la problematicità delle relazioni familiari, descrivendo il tentativo ,di recupero del difficile rapporto con la madre del protagonista omosessuale del romanzo.
Per recuperare la mobilità, subisce un intervento chirurgico che non la rimette in piedi, ma la convince che il suo destino la vuole relegata a letto, per questo, nell'aprile del 1983, tenta il suicidio aprendo i rubinetti del gas, ma viene salvata da una domestica.
Prostrata dalla solitudine ed incapace di superare la depressione, la scrittrice, ricoverata in clinica a Roma, vi morì il 25 novembre1985.
Nel 1989, uscì, postumo, "
Diario 1938", una serie di annotazioni sull'incapacità della scrittrice di trovare la felicità e la pace. Questo fu seguito, a pochi mesi di distanza, da "Paragone", un secondo diario, che partiva dal 1952.