Claudio Magris breve biografia e contenuti dei suoi libri
Claudio Magris, uno dei più notevoli saggisti italiani e geniale studioso di letteratura mitteleuropea, erede della grande tradizione culturale della sua terra, è nato a Trieste il 10 aprile 1939.
Fortemente radicato nel mondo della infanzia e della adolescenza, lo scrittore considera Trieste, la città di «frontierà» plurietnica e pluriculturale, in cui tutto coesiste ed è contiguo: l'impero asburgico ed il fascismo, le nostalgie nostalgie imperiali e l'indipendentismo, un
modello possibile per l'Europa.
Oltre che alla sua città natale, la sua formazione intellettuale è legata anche a Torino dove Claudio Magris si laurea nel 1962 in Lingua e
Letteratura Tedesca con Lionello Vincenti.
Dopo un periodo di "apprendistato" all’Università di Freiburg, Magris è stato, dal 1970 al 1978, ordinario di Lingua e Letteratura Tedesca all’Università di Torino, mentre ora è docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trieste.
(pubblicita' ads A1)
Collabora al "Corriere della Sera" e a diversi altri quotidiani e riviste, attraverso i quali analizza la letteratura del nostro secolo, in particolar modo quella mitteleuropea e scandinava, come metafora della crisi della civiltà moderna, contribuendo a diffondere, in Italia e all’estero, la letteratura del “mito asburgico”.
Sensibile traduttore di Ibsen, Kleist e Schnitzler, ha pubblicato numerosi saggi, fra i quali: "Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna" (Torino 1963), "Wilhelm Heinse" (Trieste 1968), "Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico - orientale" (Torino 1971), "Dietro le parole" (Milano 1978), "Itaca e oltre" (Milano 1982), "Trieste. Un'identità di frontiera" (in collaborazione con Angelo Ara, Torino 1982), "L'anello di Clarisse" (Torino 1984), "Illazioni su una sciabola" (Pordenone 1986), il testo teatrale "Stadelmann" (1988) "Un altro mare" (1991) e "Microcosmi" che ha ricevuto il Premio Strega 1998.
Nel 1986 Magris dà alle stampe il suo capolavoro, "Danubio", un suggestivo diario sentimentale, viaggio nello spazio e nel tempo, da cui
nel 1997 il regista Giorgio Pressburger ha ideato per il Mittelfest uno spettacolo teatrale itinerante aperto a Cividale del Friuli.
"Danubio", tradotto in più di diciotto lingue, è stato scritto, in buona parte, nei pomeriggi trascorsi a un tavolo del suo caffè prediletto, il Tommaseo, un antico caffè triestino, sul tipo di quelli della vecchia Europa. «dove il tempo si è rappreso in grumi distinti e adiacenti».
Nel 2001 pubblica per Garzanti "Utopia e disincanto", libro che raccoglie un'ampia scelta della produzione saggistica di Claudio Magris tra il 1974 e il 1998.
A Oviedo, in Spagna, la giuria del "Premio Principe de Asturias per la letteratura" (considerato il "Nobel" spagnolo), attribuisce il premio 2004 allo scrittore Claudio Magris che incarna, con la sua scrittura, la migliore tradizione umanistica e rappresenta l'immagine plurale della letteratura europea all'inizio del XXI secolo.
La scrittura di Claudio Magris dà forma all'anima di un'Europa diversa e senza frontiere, solidale e disposta al dialogo interculturale: con
poderosa voce narrativa, Magris indica nei suoi libri, spazi che compongono un territorio di libertà, e in essi si configura un desiderio: quello dell'unità europea nella sua diversità storica.
Nel 2005, Claudio Magris raccoglie le tante voci che popolano la narrazione e cerca pazientemente di ordinarle e unificarle in un poema "Alla cieca".