Antonio Rosmini breve biografia e contenuti dei suoi libri
Antonio Rosmini nasce a Rovereto, nell'Impero Austro-Ungarico, il 24 marzo del 1797. Frequenta la scuola pubblica. Nell’agosto 1816 sostiene gli esami finali nel liceo imperiale ottenendo la qualifica di "eminenza" in tutte le materie e un giudizio in cui si parla di lui come "dotato di acutissimo ingegno".
Nell’autunno del 1816 inizia a frequentare i corsi di teologia all’università di Padova, dove si laurea il 23 giugno 1822, intanto, nel 1821, era stato ordinato sacerdote dal vescovo di Chioggia.
Il patriarca di Venezia, lo porta con sé a Roma. Qui, introdotto dall’abate Mauro Cappellari, futuro papa col nome di Gregorio XVI,
incontra due volte il pontefice Pio VIII, che al prete-filosofo dà questo consiglio: "Si ricordi, ella deve attendere a scrivere libri, e non
occuparsi degli affari della vita attiva; ella maneggia assai bene la logica e noi abbiamo bisogno di scrittori che sappiano farsi temere".
Nel 1830 pubblica la sua prima grande opera filosofica “Nuovo saggio sull’origine delle idee”.
Oltre che sacerdote di grande spiritualità, fu profondo pensatore e scrittore prolifico. L'edizione completa delle sue opere comprende ben 80 grossi volumi e viene paragonato, come filosofo, a san Tommaso e sant'Agostino.
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Il suo libro ancor oggi più letto e tradotto è "Delle cinque piaghe della santa Chiesa"; una delle piaghe da lui denunciate fu l'ignoranza del clero e del popolo nel celebrare la liturgia, ma nello stesso tempo era contro l'abbandono del latino, che considerava un rimedio peggiore del male.
Antonio Rosmini fu grande anche come teorico della politica, era un fervido liberalista in un'epoca la metà dell'Ottocento, in cui il
liberalismo, per la Chiesa, faceva rima col diavolo.
Infatti fino al 2001 davanti al Tribunale Ecclesiastico pendeva contro di lui un procedimento, perché accusato dai gesuiti di
eterodossia.
Nel suo libro "Filosofia della politica" si dice ammirato della "Democrazia in America", il capolavoro del suo contemporaneo Alexis de Tocqueville, padre del liberalismo amico dello spirito religioso.
Anticipò di più di un secolo le tesi sulla libertà di religione affermate dal Concilio Vaticano II. Fu critico del cattolicesimo come "religione di stato"; fu instancabile difensore delle libertà dei cittadini e dei "corpi intermedi" contro le prevaricazioni di uno stato onnipotente.
Le tesi di Rosmini sono ancora mal viste da larga parte dei cattolici e dei prelati.
Pur fatto beato, il pensiero di Antonio Rosmini ha ancora molto cammino da compiere, prima di diventare linguaggio universalmente accettato
nella Chiesa cattolica.
L'etica di Rosmini si riassume nella formula "ama l'essere, ovunque lo conosci, in quell'ordine che presenta alla tua intelligenza" e si
completa nella morale teologica, che consente, con il dogma del peccato originale, di spiegare come l'uomo possa volgersi al male pur dopo
averlo chiaramente riconosciuto come tale.
La libertà è il diritto primario dal quale derivano tutti gli altri e la proprietà ne è il concreto prolungamento.
Trascorse gli ultimi anni a Stresa, dove morì nel 1855.