Alfonso Gatto breve biografia e contenuti dei suoi libri
Il Poeta
Alfonso Gatto, nacque a Salerno il 17 luglio 1909 in una famiglia di marinai e di piccoli armatori che
provenivano dalla Calabria.
La sua infanzia e la sua adolescenza furono piuttosto travagliate, anche per la morte di un fratellino.
A Salerno compì i primi studi e nel 1926 si iscrisse all'Università di Napoli che dovette tuttavia abbandonare qualche anno dopo a causa di
difficoltà economiche.
Da quel momento la sua vita fu piuttosto irrequieta e avventurosa, fece molti spostamenti ed altrettanti lavori: commesso di libreria,
istitutore di collegio, correttore di bozze, giornalista, insegnante.
Nel 1932 uscì il suo primo volumetto " Isola" che lo collocò fra gli "ermetisti" a fianco di
Ungaretti.
Nel 1936, a causa del suo dichiarato antifascismo, venne arrestato e trascorse sei mesi nel carcere di San Vittore a Milano.
Collaboratore di riviste e periodici di cultura letteraria (dall'Italia Letteraria" alla "Rivista Letteratura"
a "Circoli" a "Primato" alla "Ruota"), nel 1938 fondò, con la collaborazione di Vasco Pratolini "Campo di Marte" per commissione dell'editore Vallecchi, sulle cui pagine Gatto porta avanti un discorso sull’utilità della poesia e sulla sua urgenza di avere un pubblico a cui rivolgersi.
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Alfonso Gatto dalla sua vita e da tutto quello che lo circondava, ricavava la poesia che in circa trent'anni di produzione
si concretizzò in una ventina di raccolte, di cui l'ultima, dal titolo "Desinenze", venne pubblicata postuma a Milano nel 1977.
L'idioma rarefatto e allusivo, distaccato e solitario di Alfonso Gatto svolge il compito di redigere, in un certo senso, una grammatica
ermetica.
Nel 1941 Alfonso Gatto fu assunto come insegnante di Letteratura italiana per "chiara fama" presso il Liceo Artistico di Bologna e nel contempo fu inviato speciale de "L'Unità" assumendo una posizione di primo piano nella letteratura di ispirazione comunista.
In seguito al disaccordo con le scelte del partito, nel 1951, si dimise dal partito e diventò un comunista "dissidente".
Dagli anni Cinquanta Alfonso Gatto comincia ad abbandonare lo stile ermetico optando per una lingua maggiormente discorsiva, recuperando la
poetica del
Pascoli e studiando l'opera di poeti quali
Federico Garcia Lorca e Sergio Corazzini.
Questa evoluzione si sente, in modo particolare, nelle raccolte di poesie “La forza degli occhi” del 1954 e
“Osteria flegrea” del 1962 piene di un’interna musicalità come quella di un canto.
Oltre che alla poesia Gatto si dedicò alla prosa e pubblicò "La sposa bambina" nel 1944, "La coda di paglia" nel 1948,
"Carlomagno nella grotta" 1962 e si cimentò nell'opera per il teatro "Il duello" (1962).
Sempre proteso in avanti verso un "altrove", sentendo dentro di sé il cuore di un esule che non appartiene ad alcun luogo,
scriveva:"Sono diventato poeta per avere sempre sentito dietro di me, dalla nascita, altre stanze, altri luoghi, altre stagioni in cui ero vissuto…".
L'opera di Alfonso Gatto ebbe sempre il consenso della critica che in lui riconosceva un poeta estraneo ai superati moduli della tradizione.
Fu anche un valido pittore, fece diverse mostre di tempere e acquarelli, un colto critico d’arte, amante soprattutto della scultura e
dell’architettura, tentando di diffondere nuovi e più arditi principi architettonici in opposizione al faraonico stile fascista.
Morì a Capalbio (GR) per un incidente l'8 marzo del 1976 lasciando l'immagine di un poeta coinvolto dal tumulto della vita, ma sempre
lieto di fissare nella memoria ogni emozione in una lingua ricca di motivi e di sorprese nuove.