Abraham Yehoshua breve biografia e contenuti dei suoi libri
Abraham Yehoshua è nato a Gerusalemme nel 1936.
Suo padre Yakov, fu orientalista e ricercatore di Storia di Gerusalemme, e sua madre, Malka Rosilio era emigrata dal Marocco nel 1932.
Svolse il servizio militare come paracadutista nell’esercito dal 1954 al 1957.
Laureato alla Facoltà di Filosofia e Letteratura Ebraica alla Hebrew University di Gerusalemme.
Abraham Yehoshua ha avuto incarichi come professore esterno nelle università di Harvard, Chicago e Princeton.
Sposato con Rivka, psicologa e psicoanalista e padre di 3 figli, ha vissuto a Parigi per quattro anni dal 1963 al 1967, prestando servizio come Segretario Generale dell’Unione Mondiale degli Studenti Ebrei.
Nel 1967 Abraham Yehoshua ritorna in Israele e dal 1972 insegna Letteratura comparata all'Università di Haifa, città dove vive.
Inizialmente autore di racconti e opere teatrali, ha conosciuto il successo con i suoi romanzi interessanti e vivaci.
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Le sue opere, tradotte in 22 lingue, sono state accolte da un crescente consenso internazionale che lo ha portato in breve ad essere uno dei narratori più amati e letti.
Tra i suoi romanzi (pubblicati in Italia per Einaudi) vanno ricordati "Cinque stagioni", "Il signor Mani",
"L'amante" (tradotto in quindici lingue), "Ritorno dall'India" e "Un divorzio tardivo".
In tutte le sue opere il problema dell'identità ebraica viene indagato a fondo, a partire da una situazione particolare di partenza che
diventa il motore per una ricerca a tutto campo sulle lacerazioni e i dilemmi di un'intera cultura. (Paradigmatico, a questo proposito, il suo
ultimo libro "Viaggio alla fine del millennio)" (1998).
Abraham Yehoshua ha pubblicato anche" Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare" 1996, "Elogio della normalità"
(1991), "Il poeta continua a tacere" (1998) e "La sposa liberata".
Yehoshua in Italia collabora con il quotidiano "La Stampa", rivelandosi un attivo osservatore della realtà del suo paese e profondo
conoscitore della politica e della storia recente. In questa prospettiva si colloca il suo intervento saggistico "Diario di una pace fredda", (1998), pubblicato in Italia da "Einaudi Contemporanea", sul problematico rapporto e la difficile convivenza tra palestinesi e israeliani.
Nel 2004 è uscito il saggio "Antisemitismo e sionismo" "discussione" sulle relazioni tra ebrei e non ebrei, dove,
Abraham Yehoshua, propone la sua personale ipotesi di lavoro, nella speranza che altri raccolgano la scintilla e la elaborino con rigore scientifico e "Elogio della normalità". Saggi sulla diaspora e Israele.
Sul fronte letterario Yehoshua ha prodotto "Il responsabile delle risorse umane. Passione in tre atti", Einaudi, 2004, "L’ultimo comandante e altri racconti di guerra", Einaudi, 2005, "Una notte di maggio", Einaudi, 2005 e "Un cagnolino per Efrat-Il topolino di Tamar e Gaia, con Tullio", racconto per bambini simpaticamente illustrato da Altan.
Le frasi famose di Abraham Yehoshua
- Da ragazzo si era innamorato tante volte, ma tutti quei suoi amori erano sempre stati segreti e confusi, in fondo si obbligava semplicemente ad innamorarsi per non restare un figlio unico troppo esposto all'opprimente amore della madre
- La frontiera è responsabile della politica, morale, economia. La tv, la letteratura, l'arte, l'economia, i reality che confondono vita e finzione, tutto oggi è globale, senza confini
- Penso che l'Italia debba prendere un'iniziativa audace: creare l'identità mediterranea e il mercato comune mediterraneo. Naturalmente siete all'interno del mercato europeo. Ma ci sono anche Gran Bretagna, Francia, Germania, altri paesi forti. Dovete avere una vostra missione, dovete dire: noi siamo il centro del Mediterraneo
- Ogni volta che taglio una mela immagino il desiderio delle due metà di ricongiungersi, e allora le taglio ancora e ancora
- Perché rinunciare? Perché arrendersi? Esiste al mondo una croce su cui valga la pena suicidarsi?
- Lei probabilmente non capisce quanto mi infastidisca questa accusa di mancanza di umanità. Cosa ci rimane alla fine se non la nostra umanità?
- Un sorriso puro, proprio perché non era rivolto a nessuno.