Durante le lezioni precedenti abbiamo insistito nell'uso della griglia per copiare un disegno.
Siamo tutti d'accordo sulla sua utilità per creare figure piane, bidimensionali, che sono state l'oggetto principale dei nostri esercizi.
Ma è ora di fare un passo avanti e di occuparci della prospettiva.
La prospettiva, fino ai tempi di Giotto, è stata ignorata o strapazzata ed i pittori antichi si barcamenavano con la grandezza del soggetto: grande se vicino, piccolo se lontano senza rispettare però le proporzioni.
Griglia per disegnare
Macchina Prospettica di Albrech Durer
Intorno al 1400 i pittori cominciarono a costruire, per uso personale, degli attrezzi che semplificassero il loro lavoro nella fase che il pittore Leon Battista Alberti in un suo trattato di disegno considerava la più importante:" la prima delle tre cose che fanno perfetta la pittura è la circonscrizione".
Con questo termine l'Alberti indicava l’operazione consistente nel tracciare, sul piano bidimensionale del foglio da disegno, o sulla tela, il contorno degli oggetti tridimensionali osservati.
Anche Durer ne creò una per sè che illustra in una sua incisione: una semplice cornice in legno attraversata da un reticolo di corde tese come in una racchetta, attraverso la quale osservare l'oggetto da disegnare.
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Albrecht Dà¼rer
Perfezionò e modificò la sua Griglia Prospettica come illustra nella sua acquaforte.
Il pittore in questo disegno di sui suoi studi sulla prospettiva, illustra come riusciva a proiettare i punti principali di riferimento di un oggetto su un piano.
Il chiodo sul muro (fisso) è il suo punto di vista e la corda tesa dal chiodo allo strumento musicale da ritrarre, rappresenta il raggio ottico.
Altre due stringhe tese attraverso la cornice di legno incrociando la corda tesa aiutava a localizzare un certo numero di punti per delineare la forma esatta dell'oggetto.
Il punto d'incontro veniva riportato su uno schermo mobile su cardini, ma l'operazione era complicata dal fatto che impegnava due persone.
Altra Macchina Prospettica di Albrech Durer
Macchina Prospettica di Albrech Durer versione moderna
Macchina Prospettica di Albrech Durer
Vetro di Leonardo
Leonardo da Vinci descrive la macchina prospettica più semplice:il vetro.
"Abbi un vetro grande come uno mezzo foglio regale e quello ferma bene dinanzi ali occhi tua, cioè tra l'ochio e la cosa che tu vuoi ritrare, e di poi ti poni lontano col ochio al detto vetro 2/3 di braccio,
e ferma la testa con uno strumento in modo che non possi muovere punto la testa.
Dipoi serra o ti copri un ochio, e col penello o con lapis a matita macinata segnia in sul vetro ciò che di là... e dipingila, se ti piace, usando bene la prospettiva aerea".
Questo nuovo dispositivo consente di fissare la posizione dell’occhio, disegnare direttamente su
vetro, quindi copiare il disegno su carta.
Dalla fine del ‘400 si moltiplicarono i saggi che illustravano le varie tecniche prospettiche.
Manuali e trattati scritti da grandi ed ignoti pittori sensibilizzarono gli artisti alla necessità di una perfetta prospettiva, alle proporzioni ed angoli esatti.
Un sistema simpatico fu quello del Brunelleschi che utilizzava un pannello forato ed uno specchio, sopratutto per controllare la perfezione dei propri disegni architettonici.
La nostra Macchina Prospettica
Dalle parole ai fatti
Dopo questa breve carrellata è arrivato il momento di costruire la nostra Macchina Prospettica che deve essere grande come il foglio o la tela che vorremo usare come supporto del nostro primo esperimento.