Presentazione del progetto di cambiamento della nostra vita sociale
Lasceremo ai nostri figli e nipoti un futuro più vivibile?
Dalla nostra nascita ad oggi siamo stati parte attiva del sistema sociale in cui viviamo e che si basa su:
capitalismo, sistema monetario, globalizzazione, deregulation, legge del profitto, lavori forzati.
Questo sistema ci ha fatto vivere bene per molti anni, ci ha fatto progredire, lavorare meglio, guadagnare di più e spendere
di più. Ci ha dato maggiore stabilità, sicurezza, salute e benessere in generale.
Abbiamo case più confortevoli, auto più potenti, elettrodomestici d'ogni tipo, computer, telefoni cellulari e tanti altri oggetti di
cui diremo di non poterne più fare a meno. Infatti nessuno di noi ama pensare alla decrescita e non è questo che il progetto ci
propone.
Abbiamo ottenuto migliori servizi sociali, dalla sicurezza alla salute alle opportunità di studio, migliori pensioni, meno ore
lavorative e in ambienti più sani. C'è stato possibile fare belle vacanze ed esplorare qualsiasi parte del mondo. Anche la nostra
alimentazione, igiene e salute personale sono cambiate, offrendoci oggi una gamma ampissima di prodotti e servizi tra cui scegliere.
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Questo potrebbe essere il punto di vista di un
cittadino benestante, che non si faccia molti scrupoli e che non si preoccupi del
fatto che tutte queste belle cose, però,
non le hanno vissute e non le stanno vivendo la maggior parte dei sette miliardi di esseri
umani!
Deve anche non sentirsi coinvolto dal fatto che ormai ci sono segnali incontestabili sul fatto che
anche la nostra solida struttura
sociale sta dando forti segni di cedimento. Non deve avere ancora capito bene che il giochino della crescita costante, elemento
indispensabile del nostro sistema, non può essere "infinita", questa è un'idiozia in un mondo dalle risorse "finite"
(dove "finite" sta ad indicare non solo che non sono rinnovabili, ma anche che presto potrebbero essere proprio "finite" nel senso di non essercene più per nessuno... compreso il nostro
cittadino benestante, che a quel punto sarebbe
malestante come tutti gli altri).
Al nostro cittadino prototipo può importare poco o nulla che il progresso tecnologico si trasformi sempre di più in automazione e robotica, (soprattutto se lui con l'automazione o la robotica o derivati ci facesse un sacco di soldi), riducendo drasticamente anno dopo anno il numero di posti di lavoro nella produzione dei nostri beni, di cui abbiamo così tanto bisogno.
Negli ultimi decenni ci siamo inventati il terziario per dare un'occupazione sostitutiva ai disoccupati dell'agricoltura e delle
fabbriche, ma anche questo espediente sta dimostrando di non essere sufficiente per garantire un posto di lavoro a chiunque.
Nello stesso tempo l'abuso delle risorse del pianeta e l'insensibilità verso le infinite forme d'inquinamento che stiamo provocando,
producono danni enormi al nostro ecosistema, prima ancora che alla nostra salute.
Lo scenario, se lo si guarda seriamente e onestamente, è spaventoso!
Il capolinea è vicino. La crescita esponenziale dei consumi non può farci stare tranquilli, il collasso è facilmente prevedibile e non
è detto che toccherà ai nostri nipoti, è più probabile che ci investirà nei prossimi mesi o in pochi anni. Quindi riguarda anche il
nostro futuro!
Ci saranno sempre meno posti di lavoro, sempre più inquinamento e sempre più crisi politiche e tensioni sociali, e questo coinvolge
tutte le nazioni ormai, perché la globalizzazione ha diffuso quasi ovunque il nostro sistema sociale, vincente rispetto a tutti gli
altri, ma perdente rispetto al prossimo futuro.
Non ci sono molte soluzioni, però. Tutti i rappresentanti delle varie forme di potere (finanze, banche, industrie, sindacati, classi
politiche, istituzioni religiose, giornalisti, scienziati, filosofi, ecc.) seguitano a discutere sui vari modi
per tamponare i
problemi secondari, ora della moneta che perde valore, ora del petrolio che costa troppo, ora delle speculazioni finanziarie,
dello strapotere delle compagnie multinazionali, di quella classe politica che non sa governare bene, di quella nazione che se ne approfitta, e via dicendo, proponendo soluzioni deboli o ridicole e assolutamente inutili e inadatte ad affrontare realmente il nocciolo di tutti i
problemi, che è la:
Il ritorno all'umanesimo e una struttura politica nuova
Questo è il punto! Quindi occorre una profonda radicale "
riforma
globale" che però non butti via anche ciò che di buono il progresso ci ha dato.
Oltre all'ispirazione umanistica, indiscutibile come principio, si deve salvare il denaro (contrariamente a ciò che sostiene il movimento Zeitgeist) perchè di per sé non è malvagio... è lo sfruttamento speculativo indiscriminato che è da eliminare dalla nostra società. Di nuovo dunque l'Uomo e l'intera umanità al centro del progetto e al posto del denaro.
Qui presento il movimento Zeitgeist perchè comunque è fante continua d'ispirazione verso modelli sociali e tecnologici altamente innovativi e rispettosi dell'Uomo e dell'ambiente, e questa è la direzione giusta.
L'argomento viene trattato in modo più ampio nelle pagine della
Riforma politica globale
Autore: Enrico Riccardo Spelta
luglio 2012
Zeitgeist
pagina 2:
il progetto e i filmati i più significativi
video che portano verso il progetto Zeitgeist
Zeitgeist
pagina 3:
La banca Hammarby un esempio concreto verso la
transizione
Zeitgeist
pagina
4:
I buoni propositi elenco di come ci dovremmo
comportare
Zeitgeist
pagina 5:
Il problema dei problemi quando c'è
un problema bisogna risalire alla sua vera causa