Galleria tematica dipinti della Storia dell'unità d'Italia
Mazzini morente
Silvestro Lega (1873)
La partenza
Girolamo Induno
Toma
(F1)
Garibaldi
Girolamo Induno
L'Italia politica prima del 1860
Dopo il periodo Napoleonico con la Restaurazione in Europa, sancita dalla Conferenza di
Vienna (1814-1815) l'Italia si ritrovò ancora divisa in più Stati molto diversi fra loro per struttura politica, culturale e sociale.
il Regno di Sardegna, tornato ai Savoia, riottenne Nizza e la Savoia e inglobò l'ex Repubblica di Genova (Liguria)
L'Austria ottenne, oltre al Lombardo-Veneto, anche il controllo indiretto del Ducato di Parma assegnato a Maria Luisa d'Austria, moglie di
Napoleone; del Granducato di Toscana di Ferdinando III di Lorena, fratello dell'imperatore; del Ducato di Modena e Reggio, posto sotto
Francesco IV di Asburgo-Este.
Il Regno di Napoli tornò a Ferdinando IV di Borbone e, nel 1817, con l'acquisizione della Sicilia, andò a formare il Regno delle Due Sicilie.
Infine lo Stato Pontificio fu restituito a papa Pio VII.
I fermenti rivoluzionari del Risorgimento Italiano
Con il termine di Risorgimento Italiano si definisce quella lunga serie d'avvenimenti culturali, politici e militari, che portarono l'Italia a
conquistare l'indipendenza e l'unità nazionale.
I primi fuochi insurrezionali, si manifestarono sottoforma di moti, di popolo, manifestazioni contro l'esosità dei governi, ma con scarso risultato.
Furono quindi fondate due società segrete: la Carboneria e la Giovine Italia di ispirazione liberale.
La prima, acquisì questo nome perché, per comunicare tra loro, i membri, parlavano il dialetto dei carbonari.
La seconda, invece, fu fondata da Mazzini, che voleva, unificare non solo l'Italia ma anche l'Europa, cosa che sta avvenendo, in parte, solo ora.
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I Moti Carbonari (1820-1840)
La Restaurazione accese molti focolai di rivolta in vari paesi europei; le notizie di
queste insurrezioni accendono gli animi di chi in Italia sogna di liberarsi almeno del giogo straniero.
La Carboneria era nata nel Regno di Napoli durante il regno di Gioacchino Murat (fra il 1807 ed il 1812) probabilmente come scisma interno
alla massoneria.
Della carboneria facevano parte militari dell'esercito, ma sopratutto borghesi.
Compito della carboneria, i cui membri si chiamavano tra loro cugini e si servivano di un complicato rituale, era quello di opporsi ai governi
assoluti e di tendere alla concessione di uno statuto.
In seguito sotto la spinta politica, fra gli scopi della Carboneria trovò posto l'esigenza repubblicana e un vago programma sociale tendente
alla legge agraria.
Nel 1820 Nel Regno di Napoli l'insurrezione carbonara scoppia all'improvviso a Nola i primi di luglio guidata dal carbonaro Minichini e dagli
ufficiali Morelli e Silvati, diede il via a un vasto movimento, capeggiato dal generale Guglielmo Pepe, costrinse Ferdinando I a giurare la
Costituzione.
A Palermo, il carbonaro Pietro Colletta guidò un moto separatista che si propagò in tutta la Sicilia.
Nel frattempo, i carbonari lombardi e piemontesi si accordavano per organizzare un'azione comune per ottenere un regime costituzionale,
intenzionati a continuare la lotta fino alla cacciata degli Austriaci dalla Lombardia.
A Torino nel marzo del 1821, i Piemontesi capeggiati da Santorre Santarosa e appoggiati da Carlo Alberto ottennero una costituzione,
condizionata dall'approvazione del Re.
Ma La Santa Alleanza reagì inviando truppe austriache, che sedarono le rivolte restaurando il regime di Napoli, e la monarchia assoluta a
Torino; Carlo Alberto si ritirò in Toscana, mentre gli insorti vennero processati e condannati tarpando così le ali ai progetti lombardi.
Nel 1831 i liberali dei Ducati di Modena con a capo Ciro Menotti prepararono un'insurrezione, contro Francesco IV; i moti
dilagarono verso Bologna, in tutta la Romagna, nelle Marche ed in Umbria e in breve tempo, nonostante il duca fosse fuggito con Ciro Menotti
in catene, gli insorti ebbero la meglio ed il 25 febbraio proclamarono lo Stato delle Province Unite.
Anche qui l'Austria intervenne a sostegno del Duca di Mantova che batterono quelle dei liberali e permisero al duca di Mantova di rientrare e
di dare vita ad una feroce reazione, la quale costò la vita, oltre che a Ciro Menotti, anche a molti degli insorti.
La Giovane Italia
La Giovine Italia (o Giovane Italia) fu un'associazione politica insurrezionale fondata
a Marsiglia nel luglio 1831 dal Carbonaro in esilio Giuseppe Mazzini che aveva preso contatto con altri rivoluzionari italiani e francesi.
Analizzando le ragioni dei fallimenti degli ultimi moti carbonari finiti con la morte di Ciro Menotti, Mazzini rilevò che i carbonari avevano
commesso errori fondamentali perché non avevano un programma comune, non avevano cercato la partecipazione attiva delle masse popolari ne un
collegamento tra i vari moti.
Pur operando nella clandestinità come la carboneria, la Giovine Italia ne superò i metodi cospirativi svolgendo un'intensa attività di
propaganda e di educazione popolare realizzata attraverso la pubblicazione, oltre che di un proprio periodico omonimo (1832-1834), di numerosi opuscoli.
L'obiettivo di questa organizzazione era quello di trasformare l'Italia in una Repubblica Democratica Unitaria, secondo i principi di libertà,
indipendenza e unità, destituendo i governi precedenti.
La Giovine Italia costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento italiano perché fra i mezzi per realizzare i suoi
progetti considerava indispensabile, oltre i contatti logistici fra le varie parti d'Italia, la necessità di coinvolgere totalmente il popolo
ed in particolare le giovani generazioni, al fine di costruire un Paese unito, perché l'Unità era per Mazzini la condizione necessaria per la
vita e la prosperità di una Nazione.
Negli anni 1833 e 1834, durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallimento della spedizione di Savoia, l'associazione scomparve per
quattro anni, ricomparendo solo nel 1838 in Inghilterra.
Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'associazione fu definitivamente sciolta da Mazzini che fondò, al suo posto, l'Associazione Nazionale Italiana.
La Giovine Italia entrò, in seguito, a far parte di un'altra associazione politica mazziniana, la Giovine Europa, assieme ad altre
associazioni simili come la Giovine Germania, la Giovine Polonia e la Giovine Francia.