Cap. 4: ASPETTATIVE DI VITA UMANA NELL’ALDILA'
Abbandoniamo le varie opportunità di prolungare naturalmente o artificialmente la nostra mente attuale, per esaminare quali possibilità
invece ci siano di morire, abbandonando il nostro corpo per
ritrovarci in una nuova forma di vita, mantenendo la coscienza
dell’IO.
Quali possibilità abbiamo?
1) Possibilità legate alla fisica quantistica
Una volta accertato che una particella può avere la sua gemella altrove e che con questa può restare in risonanza, reagendo
sempre e istantaneamente a determinati impulsi, possiamo immaginare che tutte le particelle del nostro corpo potrebbero
avere una loro gemella altrove e dunque ci potrebbe anche essere un nostro doppione di segno opposto, da qualche parte.
Il nostro gemello negativo.
Pensando al fatto che nulla esista senza un suo opposto, la cosa sarebbe anche plausibile ed elegante, in attesa di conferme o smentite scientifiche.
L'Universo presenterebbe un equilibrio perfetto, fatto di quel 4% di materia quale la conosciamo e di una anti-materia di segno opposto,
ma corrispondente. Possiamo ipotizzare che questa anti-materia sia una parte di quel 23% di "materia oscura" che, in quanto tale, non sappiamo
definire diversamente e di cui non sappiamo gli scopi.
Tutto ciò, comunque, non risolverebbe la questione del nostro IO post-vita, perché, essendo entangled, tutte le nostre particelle alla
nostra morte si trasformerebbero andando a finire in altri atomi di natura diversa, ma altrettanto farebbero quelle del nostro opposto
gemello, visto che sono legate a noi.
E' solo un'ipotesi interessante, ma che non risolve la nostra questione fondamentale dell'IO: “possiamo ipotizzare una nostra forma
di sopravvivenza diversa da quella unica che stiamo vivendo?”.
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2) Trasferimento in entità universale
Un’altra ipotesi è quella del nostro IO che alla nostra morte si trasferisca in un'entità universale dalla quale s'era distaccata alla nascita.
In questo caso la domanda è: “ma si può pensare di mantenere la nostra individualità o finiremmo in un calderone in cui confluiscono
tutte le "anime" trapassate, perdendo per sempre il nostro IO individuale?”.
Se così fosse ancora una volta dovremmo concludere che dopo la vita terrena il nostro IO, al quale siamo istintivamente così tanto affezionati,
si disintegrerebbe comunque.
La nostra vita, con le sue esperienze, sarebbe un piccolo contributo fornito alla coscienza universale, ma di noi singoli individui pensanti
non resterebbe nulla.
3) Altre ipotesi basate sulla fisica
Non possiamo escludere che ci siano anche altre strade inesplorate che ci potrebbero far vivere, anche se in dimensioni, spazi e modi molto diversi, conservando la nostra identità. E' un'ipotesi che non possiamo scartare a priori, ma di cui non abbiamo alcuna traccia al momento. E’ il solito discorso per cui la mancanza di prove non esclude una ipotesi, così come, però, in mancanza di prove non si può sostenere una ipotesi come fosse vera.
4) Cervello surgelato
L'idea del corpo e cervello conservato con tecniche di criogenesi in attesa di tempi migliori in cui le conoscenze mediche ci permettano di
"resuscitare" mi sembra un'idea campata in aria e buona solo per far spendere un sacco di soldi a qualche riccone che non ne
vuol sapere di finire sotto terra.
5) Trasmigrazione dell’anima (reincarnazione)
Chissà perché ogni volta che penso a questo mi immagino trasferito in una lucertola! Mai che abbia pensato di finire in una scimmia,
che per lo meno ha un cervello più simile al nostro o addirittura in un altro essere umano appena nato o di provare la vertiginosa
esperienza di reincarnarmi nel corpo di una bellissima donna! Con i pochi neuroni di una lucertola te lo immagini che vita
arida dovrei fare? Per finire nella bocca di un gatto? Non c'è nessun nesso tra la nostra vita ed il passaggio di una ipotetica
anima dentro un altro essere vivente. E' pura fantasia senza alcuna base scientifica ipotizzabile... sempre fino a prova contraria.
In tutti i casi con la trasmigrazione perderemmo tutta la nostra memoria, visto che nessun essere umano ha ricordi di vite precedenti,
fatti salvi alcuni déjà vu che tutti noi possiamo aver provato, ma che non sono sufficienti a dimostrare alcunché.
Potremmo anche sostenere che ciò sia dovuto al fatto che siamo di fronte alla nostra prima esistenza.
Ma allora tutti gli esseri
viventi nati sulla Terra sono alla loro prima esperienza di vita? Possibile?
E le altre successive vite dove verrebbero spese? Su altri pianeti? Mah, sembra molto esile come teoria.
6) Teorie religiose
Alla fine non posso non elencare anche l'ipotesi religiosa, con tanto di Paradiso e Inferno dantesco. Se penso a quante
persone ci credono ancora a queste forme di vita eterna mi viene da sorridere.
Per quanto riguarda il discorso dell'anima così come la ipotizzano le varie religioni, bisognerebbe tirare in
ballo il concetto di Creatore o Creatori, ma non mi ci avventuro perché è semplicemente una strada senza vie d'uscita.
Ogni volta che ipotizziamo un Creatore dobbiamo avere il buon senso di chiederci subito "ma e LUI chi lo ha creato?" e con questo il discorso si ferma e si chiude all'istante.
Senza dare peso alla risposta scontata che la canta così: “Dio è causa di sé stesso”, ovvero si è auto-generato senza bisogno
di cause che producano relativi effetti.
Questa risposta è inaccettabile da un punto di vista della fisica classica, ma se ci riferiamo alla fisica quantistica sappiamo che
a quel livello anche le particelle hanno effettivamente dei comportamenti che non scaturiscono da alcuna causa sostanziale.
Quindi il dibattito resta aperto.
Che poi l'Uomo abbia ipotizzato l'esistenza dell’anima e di un Creatore sin dagli albori è ovvio. Si tratta di una fantasia elementare
che scaturisce dal bisogno di sentirsi protetti da un Padre superiore, che ci aiuti e ci guidi e che ci prometta una vita nell’aldilà.
Ma è lo smarrimento dell'uomo solo nell'Universo che ci spinge ad affidarci ad un essere (immaginato molto simile a noi) superiore.
Infine non dimentichiamo che in nome di questo ipotetico Creatore sono stati compiuti sacrifici e delitti incredibili in tutta la storia umana ed ancora
oggi assistiamo ad episodi terrificanti. Le religioni non aiutano l'Uomo ad essere migliore, ma lo fanno facilmente diventare più debole,
deresponsabilizzandolo, e spesso molto aggressivo contro altre religioni o contro i non credenti.
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CONCLUSIONI
Ecco, i miei ragionamenti finiscono qui.
La vita è bella, un grande dono, con una scadenza a tempo indeterminato e senza sicurezze di alternative successive.
Se si potrà campare più a lungo e in salute psico-fisica, ben venga.
L’alternativa cibernetica, invece, è sconcertante, ma sarebbe economica, visto che i robot non mangiano e s’accontentano di un po’ di elettricità per ricaricare le batterie, mentre il prolungamento della vita umana comporta problemi a livello demografico.
In questo caso l’Uomo dovrebbe diventare molto più saggio nella riproduzione, riducendola drasticamente, per non far collassare ancor
di più le limitate risorse del pianeta.
La conclusione è che se siamo al riparo da malattie o problemi di sopravvivenza, possiamo semplicemente godercela giorno dopo giorno,
cercando di esplorare ed assaporare tutti gli splendidi frutti che la vita ci offre e pensando che la morte non ci appartiene, come non ci
appartengono tutte le ore che nella nostra esistenza trascorriamo in sonno profondo o in coma.
D’altro canto sperare di avere un seguito di vita diversa da quella fin qui sperimentata comporta il fatto che non è facile riempire
qualche miliardo d’anni a venire...non dimentichiamolo e accontentiamoci!
FINE
Autore: Enrico Riccardo Spelta