Tutti i numeri della follia umana
I giovani vivono alla giornata, senza ideali, immersi nel loro effimero mondo.
Gli anziani se ne fregano del futuro perché tanto non lo vivranno.
Gli adulti sono troppo impegnati a fare soldi ed a spenderli.
Ma un giorno non troppo lontano ci verrà chiesto il conto per il nostro insensato modo di vivere.
Il sistema politico, così come lo abbiamo impostato, non consente una gestione saggia con programmi e progetti di salvaguardia dell'ambiente,
di rispetto per ogni essere umano e per la natura, di solidarietà e cooperazione, nel breve-medio-lungo periodo, ma riesce solamente a tamponare
modeste esigenze nel breve periodo, a volte malamente ed in modo inefficace!
Data la premessa, lascio a voi giudicare se queste affermazioni sono disfattiste o pessimistiche, oppure se sono l'unica realtà con conseguenti
conclusioni a cui si possa giungere, valutando attentamente le cifre che espongo.
POPOLAZIONE UMANA
La specie umana è composta di circa
6,5 miliardi di persone, di cui
1,3 miliardi vivono nel Nord,
nei paesi industrializzati, e
5,1 miliardi vivono nel Sud, ovvero in paesi poveri o "in via di sviluppo".
popolazioni e territori occupati
1,6 miliardi di queste persone vivono in condizioni
peggiori di 15 anni fa.
1,442 miliardi, ovvero
il 25% della popolazione mondiale,
vive al di sotto dei livelli di povertà.
Dati spaventosi o no? Un essere umano su quattro fa fatica a trovare cibo e acqua per nutrirsi. Sono individui tali e quali a noi,
che muoiono per una sciocchezza o stentano a sopravvivere nella assoluta miseria.
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Sappiamo che 1,3 miliardi di essi hanno
meno di un dollaro al giorno per vivere.
Di questi sappiamo che
110 milioni vivono in
America,
970 milioni in
Asia,
200 milioni in
Africa e
20 milioni in Europa. Sì, avete letto bene, nella vecchia colta ricca
Europa ci sono venti milioni di affamati, perché pensate voi come si possa vivere con un dollaro al giorno! Pensate di fare una spesa al
supermercato da 50 euro e una volta a casa ditevi che quella roba vi dovrà bastare per 50 giorni!
natalità e mortalità nel mondo
RICCHEZZA E POVERTA'
Sul nostro pianeta iperindustrializzato, iperconnesso, iperinformato, ci sono ancora
1 miliardo di persone che sono analfabete
e di queste 600 milioni sono donne.
Ancora
1 miliardo di persone vivono senza acqua potabile. Non sentono la mancanza di una birretta o uno spritz o una redbull...
non hanno manco acqua bevibile!
800 milioni di persone risultano sofferenti di denutrizione cronica.
Di queste,
200 milioni di denutriti sono bambini minori di cinque anni. Date le cifre,
11 milioni di bambini muoiono
ogni anno per denutrizione.
Mezzo miliardo di donne vivono in povertà assoluta.
Dove si trovano queste situazioni?
localizzazione della povertà mondiale
89 paesi versano in una situazione peggiore di 10 anni fa.
70 paesi hanno entrate inferiori a quelle che avevano negli anni '60 e '70.
Nel Sud c'è una media di 1 medico ogni 6000 persone, mentre nel Nord la media è di 1 ogni 350 persone.
Basterebbero
6 miliardi di dollari come costo addizionale per ottenere
l'accesso universale ai servizi
sociali di base in tutti i paesi in via di sviluppo. Mentre -leggete bene!- solo negli USA in un anno si spendono
8 miliardi
di dollari in spese per cosmetici!
Ma non sentiamoci più saggi in Europa, dove ogni anno spendiamo
11 miliardi solo in gelati!
Ogni anno per il cibo prelibato che diamo ai nostri amatissimi
cani e gatti spendiamo 17 miliardi in Europa e USA.
Proseguo? Sempre in Europa si spendono
50 miliardi/anno in sigarette.
105 miliardi/anno ce li beviamo in bevande alcoliche, solo in Europa, figuriamoci negli USA!
E per finire il peggio del peggio: ci massacriamo la salute e arricchiamo la malavita mondiale spendendo
400 miliardi/anno per droghe stupefacenti nel mondo!
troppo ricchi e troppo poveri
E pensare che basterebbero
9 miliardi di dollari per dare acqua bevibile e risanamento a tutti i cittadini del mondo che oggi non l'hanno.
In compenso, però, siamo tanto bravi che facciamo arricchire i
fabbricatori di armi donando loro ogni anno qualcosa come
780 miliardi di dollari.
Una cifra SPAVENTOSA, concepita con l'unico scopo di massacrare un po' di quella popolazione di esseri umani di cui sto parlando!
"
Già, ma queste infondo sono solo fredde cifre insignificanti. Non coinvolgono la mia vita. Altra gente, problemi non miei e poi IO cosa
ci posso fare se il mondo va così? "
Questo ragionamento lo fa solamente quel miliardo e mezzo di persone che ha avuto la fortuna di nascere al Nord,
nei paesi ricchi, dove gli sprechi sono più dei consumi necessari e che si indignano per i milioni di persone che vogliono venire ad abitare vicino a loro.
divario tra estrema ricchezza e povertà
Senza pensare che non avendo fatto carico nel modo giusto di tutti questi problemi spiattellati in nude e crude cifre,
quei milioni di profughi
presto diventeranno miliardi...visto che la situazione, senza intervenire in modo serio, non sarebbe sanabile, ma destinata a peggiorare.
Ma al limite abbiamo pur sempre quei 780 miliardi di armi e macchine da guerra con cui bloccare i suddetti profughi della fame, no?
Questo è il genere umano, l'homo sapiens sapiens, che il massimo che riesce a fare,
grazie ad ammirevoli volontari
che pur ci sono, è tamponare alla belle e meglio l'enorme problema, con risorse disponibili che sono una inezia rispetto a quanto si
dovrebbe investire.
Ma chi mai voterebbe un partito che vi dicesse che sarebbe ora di fare qualche rinuncia per aiutare tutte le popolazioni bisognose?
Si chiama "democrazia" e dunque tornerete a votare per chi vi abbaglierà con le sue luccicanti promesse infattibili o idiote.
Questo, però, era solamente il problema delle popolazioni povere contro il benessere delle popolazioni ricche o straricche.
Mi spiace dirlo, ma non è assolutamente l'unico problema del genere umano....
c'è di peggio!
C'è qualcosa che non riguarda i soldi e come vengono spesi, ma riguarda lo
stile di vita e l'ingordigia dell'uomo consumista.
Questo "qualcosa" di cui parlerò si è tradotto nell'ultimo secolo nella
devastazione totale del nostro pianeta, fino a presagire
che ormai anche con una ipotetica reazione contraria (impensabile!),
non si sarebbe più in tempo a salvarlo dal degrado ambientale
in cui lo abbiamo posto.
Allora vediamo un po' di dati su PRODUZIONE e CONSUMO
Nel 1950 spendevamo 6,2 miliardi per la produzione dei nostri beni.
Nel 1990 siamo saliti a 31 miliardi.
Nel 2000 siamo saliti a 42 miliardi.
Lo spazio ‘bio-produttivo' globale - necessario agli esseri viventi - sarebbe di
12 miliardi di ettari, sui 51 miliardi disponibili nel pianeta:
ovvero
1,8 ettari a persona.
Ma lo spazio consumato pro-capite è di
2,2 ettari, con punte di
10 per un cittadino medio americano,
5 per un francese, 4 per un italiano.
10% è l'aumento percentuale dal 1992 al 1999 dei consumi globali di
carburanti fossili
6,4 tonnellate di petrolio per anno consumati pro-capite nei
paesi sviluppati
0,63 tonnellate di petrolio per anno consumati pro-capite nei paesi
in via di sviluppo
Abbiamo sentito parlare tantissimo della necessità di risparmiare sull'
ENERGIA, no?
Bene, mentre
2,5 miliardi di persone non dispongono di energia, noi
incrementiamo il consumo annuale di un bel 2%!
Alla faccia del dobbiamo risparmiare!
Del resto se devi comprare le sigarette, mica ci vai a piedi dal tabaccaio, no? Poi al mattino ti metti in tuta, incuffiato, e vai a fare
jogging, sulla provinciale così ti vedono tutti e ti respiri un po' di gas di scarico, ma così è la moda.
Ci sono 2 miliardi di persone che usano ancora il legno o altre biomasse nel SudEst asiatico e nell'Asia meridionale e mezzo miliardo di
persone che lo fanno nell'Africa subsahariana.
Dal 1971 al 2001 il consumo di combustibili fossili mondiale è sceso di un misero 6%.
In compenso le
emissioni globali di carbonio dal 1965 al 1998
sono aumentate di un 2,1%.
Cioè inquiniamo di più!
emissioni CO2 continentali
emissioni CO2 pro-capite
Col pericolosissimo
nucleare produciamo un 16% di energia.
Con le
energie rinnovabili, invece, in totale produciamo un
4,5% di energia utile. Decisamente un'inezia!
Restando sui problemi dell'ambiente è chiaro che
stiamo distruggendo l'intero pianeta con i nostri rifiuti,
il nostro menefreghismo, gli assurdi prodotti "usa e getta". Già! Getta dove? In mare! E così oggi abbiamo scoperto che tutto ciò che
riversiamo in mare non è che galleggia bellamente senza produrre danni, ma invece di danni ne sta facendo in modo colossale, visto che già
solo la plastica ha il difetto di frantumarsi fino a diventare piccolissime particelle che finiscono nelle pance degli animali e successivamente
nelle nostre che li mangiamo!
montagne di rifiuti...persino sull'Everest!
Ho citato il mare, ma sappiamo tutti che ci sono un sacco di rifiuti tossici che non vengono smaltiti regolarmente, grazie a simpaticissime
persone che pur di fare affari non badano a inganni, così quei rifiuti finiscono nei terreni e di conseguenza inquinano anche le nostre
risorse idriche, oppure prendono "accidentalmente" fuoco.
Facciamo ora un bilancio sulla SALUTE delle persone nel mondo
Ho già detto che 11 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono nei paesi "in via di sviluppo" (che è un modo ipocrita per non dire nei
paesi attualmente poveri).
bambini africani malati e/o denutriti
Al 70% le cause di queste morti sono:
diarrea,
infezioni apparato respiratorio,
malaria,
morbillo,
malnutrizione. Già, pure il famigerato morbillo, tanto caro agli anti-vaccinari.
Abbiamo poi
6 milioni di persone che muoiono a causa di malattie che si sviluppano nell'
acqua e
dall'
inquinamento atmosferico, sempre nei paesi poveri.
Un 25% di tutte le malattie che si potrebbero prevenire sono causate dalla
scarsa qualità dell'ambiente nel mondo.
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60 milioni di persone hanno contratto l'
HIV/AIDS, che è la
quarta principale causa di morte nel mondo. Se non hai soldi per mangiare ne hai ancor
meno per gli anticoncezionali, ovviamente. Senza contare che la povertà va a braccetto con l'ignoranza, quindi la maggior parte dei poveri non sa neppure che esistano, i contraccettivi!
Ma teniamo presente che, data la povertà e ignoranza, il 92% è la percentuale di persone colpite da HIV/AIDS nei paesi poveri rispetto al
totale mondiale.
Come
aspettativa di vita ecco alcuni esempi:
47 anni di aspettativa in Sud Africa (dati del 2003)
70 anni in Botswana (1979), che scende a 36 anni sempre in Botswana nel 2002. Forse perché il 36% della popolazione adulta è colpita da HIV/AIDS.
8,8 milioni di persone si prendono ancora la tubercolosi ogni anno. E al 99% sono tutti residenti in paesi poveri
1 milione di persone muore ancora ogni anno a causa della malaria.
E veniamo alla AGRICOLTURA
L'
11% delle terre emerse del pianeta è utilizzato per
produzione agricola.
Produzione che non basta perché
250 milioni di persone sono direttamente interessate dal fenomeno della
desertificazione. Senza contare che
1 miliardo di persone sono a rischio di essere coinvolte da questo fenomeno nei prossimi anni,
grazie ai cambiamenti climatici provocati dal "progresso" umano.
Negli USA ogni anno servono
157 milioni di tonnellate di cereali, legumi, ortaggi, impiegati per produrre
28 milioni di tonnellate di proteine animali.
In pratica sono i mangimi che servono agli allevamenti di animali che vengono poi venduti come carne da macello in America.
In questo conteggio non si tiene conto anche dell'effetto inquinante per l'atmosfera dovuto ai gas prodotti dagli animali.
Vista la situazione negli USA, in Giappone hanno voluto fare di meglio e così hanno aumentato del 360% il consumo di carne negli ultimi trenta anni.
L'80% dei bambini che soffrono la fame vive in Paesi che impiegano parte dei loro cereali per produrre carne destinata ai Paesi ricchi.
Per produrre un chilo di carne da portare in tavola si consumano 100 mila litri d'acqua.
Mentre per avere un chilo di soia si consumano solo 2 mila litri.
Questa invece è la situazione dell'ACQUA
Il 70% della superficie terrestre è coperta di acque. Di tutta questa acqua solo il 2,5% è acqua dolce, il resto è acqua salata.
Il 70% delle riserve d'acqua dolce si trova tutta nelle calotte polari.
Delle risorse mondiali di acqua dolce,
solo lo 0,8% può essere utilizzato dall'uomo.
Il 40% è la percentuale stimata di incremento di risorse idriche di cui avremo bisogno nei prossimi vent'anni.
Entro il 2025 si stima che il
66% della popolazione mondiale vivrà probabilmente in nazioni che avranno moderate o gravi
insufficienze idriche.
le zone più sviluppate del pianeta
Numeri sulla BIODIVERSITA'
Terreni desertificati sul pianeta:
26%. Il 71% delle terre aride di tutto il mondo è esposto ad ulteriore degrado.
deforestazione
Ogni anno
perdiamo 94 milioni di ettari di foreste, più della superficie dell'intero Venezuela! Ciò avviene per la necessità di espandere le produzioni agricole.
Negli ultimi 10 anni il
4% delle foreste tropicali è andato perso.
Degrado degli
ecosistemi costieri nel mondo prodotti dall'attività umana:
57%
In Europa 80%, in Asia 70%.
L'80% dell'inquinamento marino è causato da fonti che si trovano sulla terraferma.
Nei paesi in via di sviluppo il
90% delle acque di scolo è
scaricato direttamente nelle acque di superficie,
senza ricevere alcun trattamento.
Così come, sempre nei paesi in via di sviluppo, il 70% dei rifiuti industriali è scaricato direttamente nelle acque di superficie,
senza ricevere alcun trattamento
400 milioni di persone sopravvivono direttamente o indirettamente dai
banchi di pesca.
Però il
75% dei banchi di pesca mondiali necessiterebbero di
iniziative immediate per bloccare o
diminuire la pesca, in modo da assicurare adeguate disponibilità ittiche del futuro.
Con il nostro scriteriato comportamento siamo riusciti a
distruggere il 24% delle barriere coralline mondiali,
ma tranquilli perché un altro
27% di quelle barriere
riusciremo a distruggerlo entro i prossimi 10 anni!
Parliamo dell'ARIA
drammatico aumento CO2 e temperatura media
Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato nell'ordine
il più caldo sulla superficie della Terra rispetto a qualsiasi decennio precedente a partire
dal 1850.
Prima della rivoluzione industriale i
gas serra, in particolare l'anidride carbonica,
presenti nell'atmosfera erano concentrati in
270 parti per milione.
Nel 2017 i gas serra sono saliti a circa
400 parti per milione.
L'anidride carbonica è indispensabile per la vita e per la fotosintesi clorofilliana, ma allo stesso tempo è uno dei maggiori responsabili
dell'effetto serra dopo il vapore acqueo. La CO2 si trova un po' dappertutto in natura: nell'atmosfera terrestre, negli oceani e in tutto il
sistema solare. Purtroppo però le
emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili impiegati dall'uomo
sono in continuo aumento e sono acuite dalla deforestazione, sempre per opera dell'uomo. Questo determina quei fenomeni ambientali preoccupanti
in un'ottica futura come il
surriscaldamento globale.
A titolo d'esempio riportiamo la situazione di inquinamento provocata dai
voli degli aerei commerciali
(ma si dovrebbero aggiungere anche tutti i voli militari), di cui stranamente si parla poco o nulla, orientando l'attenzione quasi esclusivamente sull'inquinamento degli automezzi.
Voli in corso durante un momento qualsiasi della giornata.
Negli ultimi 24 anni il
traffico aereo è aumentato dell'80% e stessa percentuale di aumento si è registrata per le
emissioni di CO2, ma si prevede che cresceranno di un altro 45% entro il 2035.
Gli aerei commerciali generano oltre
600 milioni di tonnellate di CO2 l'anno e rilasciano ossidi
di azoto (NOx) direttamente nella troposfera,
sede dei fenomeni metereologici.
Un solo aereo di linea inquina come circa
600 auto non catalizzate.
Si dovrebbe accettare il fatto che occorra tornare ad essere cittadini a chilometro zero, su tutti i fronti, ma ciò è impensabile!
Nel 2018 sono stati tracciati oltre
202 mila voli in un
sol giorno, e che hanno messo a disposizione
30 milioni di posti.
Come dire mezza Italia in volo ogni giorno dell'anno!
Nel suo bollettino presentato agli inizi di giugno la IATA stima che
nel 2018 i passeggeri toccheranno quota 4,36 miliardi.
Cioè il 75% in più rispetto a dieci anni fa quando i viaggiatori imbarcati sono stati 2,49 miliardi.
Teniamo presente che:
"Il danno che abbiamo fatto con un nostro viaggio internazionale ha sicuramente neutralizzato tutto il bene che abbiamo
saputo fare nel corso
dell'anno come riciclatori, eco-consumatori e contribuenti finanziari alle organizzazioni ambientali"
Ma oltre ai voli aerei ci sono altre cause terribili di inquinamento atmosferico non prodotto dalla Natura, ma
dovute a incendi dolos, e ai roghi per incidenti industriali, bombardamenti, sommosse, inquinamento elettromagnetico, ecc.
incendi dolosi (smaltimento rifiuti tossici)
Senza contare, ovviamente, tutto ciò che finisce in atmosfera partendo dalle nostre fabbriche.
Oltre a tutto ciò si cela un altro tipo di inquinamento difficile da determinare, ma che sicuramente esiste e fa danni:
l'inquinamento
elettromagnetico, dovuto a tutti gli apparati inventati e costruiti dall'uomo che emettono frequenze radio.
Inquinamento elettromagnetico
Il problema maggiore dell'inquinamento elettromagnetico è che rimane "nascosto" e non lo si può vedere come avviene invece nel caso dello smog.
Per questo motivo desta preoccupazioni: ci sono
milioni di onde che attraversano il nostro cervello ogni giorno e questo
lascia un po' di perplessità: siamo davvero sicuri che queste non abbiano alcun tipo di effetto sulla salute umana?
La questione è purtroppo ancora oggi controversa: le evidenze scientifiche non esistono ma non esiste nemmeno una prova certa ed
inconfutabile che queste onde non siano pericolose per il nostro cervello.
Inoltre, visti i fenomeni mondiali di "dipendenza da smartphone" qualche dubbio sulla innocuità del cellulare può anche venire.
Ma torniamo al problema più grave.
Tutti i Paesi sono ormai più che consapevoli dei rischi che stiamo correndo e le misure volte a cercare di limitare la produzione di CO2 sono
molteplici. L'aspetto più preoccupante, adesso, rimane la situazione americana: il nuovo Presidente degli Stati Uniti
Donald Trump
sta dando chiari segni di indifferenza nei confronti delle problematiche ambientali e questo sicuramente non può farci sentire tranquilli.
Gli USA hanno livelli di inquinamento e di emissioni inquinanti tra i più elevati del pianeta: non possono rimanere indifferenti e
non ci resta che sperare che non lo facciano.
Passiamo ad analizzare lo stato dei MARI e del CLIMA
inondazioni devastanti
A partire dal 1900 si è rilevato un
innalzamento del livello del mare pari a 18 centimetri.
46 milioni di persone ogni anno sono
vittime di inondazioni dovute alla anomala violenza delle piogge.
Se il livello del mare subisse un innalzamento di
1 metro,
118 milioni di persone sarebbero vittime per inondazioni
dovute alla violenza delle piogge.
Estinzione di specie ANIMALI
animali in estinzione
5300 specie sono potenzialmente a rischio a meno che non vengano compiuti degli sforzi per proteggerle.
Situazione del continente AFRICA
Nel 1900
l'Africa presentava il
2,7% del commercio mondiale.
Nel 2000 la percentuale è scesa al
2,1%.
In Africa
si perdono ogni anno 5,3 milioni di ettari di foreste in seguito a deforestazione prodotta dall'Uomo.
Il
40% delle
famiglie urbanizzate dell'Africa vive in condizioni di povertà assoluta, con
meno di 1 dollaro al giorno.
13,2 milioni di bambini africani sono rimasti orfani a seguito dell'epidemia di
AIDS.
CONCLUSIONI
Il report 2018 dell'International Panel on Climate Change non lascia più spazio non dico all'ottimismo, ma alla semplice speranza, che è sempre
l'ultima a morire ma è in seria agonia.
Primo:
è necessario mantenersi sotto +1,5 C di riscaldamento - entro il 2100 - per avere qualche possibilità di gestire il cambiamento.
Secondo: bisogna pure farlo in fretta,
entro circa un decennio.
Terzo: sarebbero necessari dei cambiamenti economici, politici, culturali tali e talmente globali in un lasso di tempo talmente ridotto da essere
praticamente impossibile.
+2 gradi di riscaldamento sono garantiti.
Anche seguendo alla lettera gli attuali patti per tagliare le emissioni, ci troveremo serenamente
a
+3 gradi entro il 2100.
Ogni decimo di grado fa differenza, perché gli effetti del riscaldamento globale non sono lineari.
Per esempio se inizia a sciogliersi il permafrost, il terreno gelato nell'Artico, si scongeleranno anche tonnellate di materia organica
che diventerà ulteriore CO2 in atmosfera, creando un circolo perverso.
Tre gradi di riscaldamento medio significa, secondo varie previsioni, il
collasso delle foreste amazzoniche e desertificazione galoppante.
Significa
distruzione di terre coltivabili: il flusso di fiumi come l'Indo potrebbe crollare, annientando l'agricoltura di regioni
estremamente popolate.
Significa che
intere città finiranno sott'acqua, città come Osaka, Shanghai, Rio de Janeiro, Miami.
Significa la
distruzione delle barriere coralline, la
perdita dei ghiacciai, e così via: di descrizioni delle
Apocalissi climatiche ne trovate finché volete.
Frenare il riscaldamento globale portandolo tra 1,5 e 2 gradi è un'utopia.
Per farcela, saremmo costretti a troncare l'uso di combustibili fossili della metà in 15 anni e azzerarlo entro 30 anni.
Dovremmo abbandonare subito benzina o gas, riconvertire tutta l'industria petrolchimica, riadattare tutta l'industria pesante acciocché
catturi la CO2 o usi solo fonti prive di emissioni.
Fatto questo?
Non basta!
La CO2 che è già in atmosfera ci porterà comunque per inerzia a scaldarci, come bambini che soffocano dentro un'automobile sotto al sole d'agosto,
e quindi bisogna rimuovere i gas dall'aria. Creare tecnologie per risucchiare via anidride carbonica ed evitare di farne sfiatare un soffio
da tutti gli impianti industriali.
Ripiantare foreste su qualcosa come 10 milioni di km quadrati (la superficie della Cina, suppergiù) entro il 2050 - poco meno del Belgio ogni mese.
Coltivare massicciamente piante che assorbano CO2, trasformarle in carbonio inerte e seppellirle.
Aspirare e sotterrare nuovamente il carbonio che abbiamo estratto dal petrolio e dal carbone, fondamentalmente.
Questo ventaglio di tecnologie, noto come bioenergia con cattura di carbonio e stoccaggio, o BECCS, è alla base di quasi tutti gli scenari
IPCC per contenere il riscaldamento, ma è fondamentalmente ancora allo stadio embrionale, come descriveva un lungo reportage di Wired l'anno scorso.
Vi pare che le condizioni politiche internazionali siano propizie per interventi di comune armonioso accordo su una scala inimmaginabile?
Vi immaginate gli Stati Uniti fare dietrofront nei prossimi giorni su tutta la loro politica energetica?
Credete sia possibile che non solo l'intero Occidente ma anche tutta l'Asia diventi in gran parte vegetariana?
Ritenete realistico che domani i governi di tutto il mondo prendano l'industria pesante, quella dei combustibili fossili, l'agricoltura e le
ribaltino da cima a fondo, con le conseguenze in termini di posti di lavoro, sussidi, economie locali distrutte, eccetera eccetera?
Se anche un governo, uno solo, avesse la volontà e il pugno di ferro di fare tutto il necessario, pensate che tutto ciò possa accadere senza
che il giorno dopo intere popolazioni assaltino i palazzi e annientino quello stesso governo?
La verità è che la sfida del riscaldamento globale era già persa fin dall'inizio.
Non perché non potessimo gestirlo meglio - potevamo - ma perché non siamo nati per questo.
Noi Homo sapiens non siamo fatti per gestire questo tipo di problemi, troppo grandi e lontani dal nostro piccolo mondo personale.
Non ci sono eventi che possiamo attribuire con certezza al riscaldamento globale
e che perciò ci suonino come allarme.
Ci sembra sempre, anche ora, una questione remota, futura, di cui si occuperà sempre qualcun altro.
Non riusciamo a scindere l'apparentemente ridicolo aumento di temperatura media - cosa vuoi che siano due gradi? - con il fatto che ci saranno
degli estremi climatici molto gravi, contenuti in quella media.
E' sempre una storia di catastrofi lontane nel tempo, apocalissi improbabili paventate da scienziati e descritte svogliatamente da giornali
un po' perplessi o alla ricerca del catastrofismo.
Di cosa ci dovremmo preoccupare?
Molti di noi non hanno ancora una idea chiara delle priorità da assegnare ai problemi umani
Lotta per il cambiamento climatico
Greta Thumberg e il movimento mondiale dei giovani per salvare il pianeta
La Riforma globale dopo la democrazia
Basta elencare problemi, cerchiamo nuove soluzioni verso cui orientarci
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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