Sviluppo ecologico nelle città italiane
Sarà per l’alta pressione di questo inizio di primavera, sarà perché, complice l’abbassamento dei costi medi del carburante, molti italiani hanno ripreso ad utilizzare e spesso la propria auto, fatto sta che in queste settimane l’Italia è letteralmente sotto
una coltre di polveri sottili ed inquinanti.
A soffrirne particolarmente sono i grandi centri come Roma e Milano, non a caso "bastonate” dal recente rapporto "Soot Tree Cites” che è andato ad esaminare le misure antismog prese dalle 23 principali città europee.
Ebbene se il capoluogo ha il poco invidiabile primato di essere all’ultimo posto di questa classifica, con un’aria definita
come "irrespirabile”, Roma è poco meglio piazzata, anche se poi lo stesso rapporto denuncia che l’efficacia delle misure
antismog prese dall’amministrazione capitolina si riduce alle sole aree centrali e lascia fuori tutti i quartieri più periferici.
Il problema di base è che le stesse amministrazioni il più delle volte hanno paura di intraprendere misure realmente efficaci contro l’inquinamento in quanto poi esse si rivelano poco popolari e quindi non "redditizie” in termini di voti.
Il problema nasce quindi più alla base nei singoli cittadini che non capiscono quale sia l’
importanza
di combattere le polveri sottili e le immissioni di CO2, responsabili di un numero inimmaginabile di malattie più o meno gravi come
gli enfisemi, le polmoniti e le bronchiti, che negli ultimi tempi aggrediscono sempre di più i bambini e gli anziani, con conseguenze spesso disastrose
sullo stato di salute di questa fascia di popolazione.
Eppure si potrebbe fare tanto per cercare di ridurre le immissioni inquinanti, anche attraverso iniziative che non cambiano più di tanto lo
stile di vita delle persone; iniziative come quella di 10 comuni veneti accordatisi per ridurre il riscaldamento domestico
durante il mese di aprile, o iniziative più originali come quella del comune di Parigi che ha imposto una riduzione di 20 km/h dei
limiti di velocità proprio per ridurre le polveri sottili.
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L’attenzione al trasporto su gomma è peraltro un punto fondamentale in questa battaglia. Non a caso anche nel 2015 sono stati
inseriti gli
incentivi alla rottamazione delle vecchie auto più inquinanti, incentivi che premiamo chi acquista auto
a ridotti consumi con bonus che possono arrivare ad un massimo di 3500 euro per quei mezzi con immissioni minori a 50 grammi di CO2
per chilometro percorso.
Va specificato che tali incentivi sono riservati alle auto alimentate ad energie alternative come quella elettrica o il gas.
Da questo punto di vista l’elettrico rappresenta il trend in maggior ascesa con un sempre maggior numero di modelli sul mercato, specie nella
formulazione ibrida, ovvero in cui è disponibile sia l’alimentazione con carburante sia quella ad elettricità.
Renault è uno dei marchi più attivi in questo campo, avendo adottato l’ambizioso
obiettivo di cercare di ridurre le immissioni di CO2 delle auto commerciali ad un massimo di 22 grammi per chilometro;
una bella sfida rispetto al punto di partenza rappresentato dalle 5 versioni
della Renault Clio che si trovano oggi in circolazione e in commercio, come puoi vedere anche nel sito
Autoscout24,
che pur avendo consumi bassi ancora non eccellono per quello che riguarda le immissioni.
La buona notizia rispetto al passato però è che oggi le soluzioni elettriche o ibride non si applicano
solo alle utilitarie ma anche alle berline ed in generale a tutti i marchi della
fascia medio alta. Pensiamo ad esempio alla nuova gamma di
BMW alimentate ad elettricità (riconoscibili per la presenza
della lettera "i” all’interno del nome del modello), o gli studi di
Audi sulle
alimentazioni ad idrogeno o ancora le ibride di lusso introdotte dalla
Lexus.
E in futuro?
In futuro c’è chi giura che le auto ibride non solo saranno lo standard ma saranno anche performanti
(a differenza di oggi): è questa ad esempio la scommessa di
Tesla, al lavoro su una
supercar elettrica che secondo la casa
automobilistica americana dovrebbe essere in grado di raggiungere anche i 400 km/h. Solo su pista, ovviamente.
Rita Micheli
(27/04/2015)
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