Studenti e lavoro
Da cosa è composto il mondo del lavoro?
Il nostro interscambio sociale è basato sul contributo che ognuno può elargire ed in base al quale ottiene di ritorno un compenso in denaro.
Il
denaro che guadagni è l'unico strumento col quale puoi svolgere una
vita dignitosa e appagante,
onorando i beni e servizi che ti vengono offerti.
Ma perché questo meccanismo funzioni occorre una cosa fondamentale: che tu abbia voglia e capacità per svolgere un lavoro e che la tua prestazione
sia richiesta da aziende vicine a dove abiti.
Se il tuo lavoro, le tue esperienze e capacità non ci sono o non sono richieste dalla società, ecco allora che sei posto nella condizione
di non guadagnare denaro, oppure di dover ripiegare su lavori precari o umilianti e di conseguenza di non poter sostenere una vita dignitosa e appagante.
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Chiarito questo meccanismo, che tutti conosciamo, il problema che rimane da risolvere riguarda l'equilibrio tra le capacità lavorative apprese,
da una parte, e l'offerta di lavoro realmente disponibile dall'altra.
Nello schema che segue viene sintetizzato il problema e la necessaria soluzione, incanalata in un meccanismo preciso che serva
a sviluppare quelle iniziative che porterebbero i giovani ad essere più facilmente orientati verso i lavori più richiesti e più remunerativi.
Come si può risolvere il problema?
Come ha sottolineato il
presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli
«Anche quest'anno, il Rapporto Excelsior
mostra che in Italia c'è un forte
disallineamento tra domanda e offerta di lavoro.
Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro a oltre 9 profili su 10 sarà associata la richiesta di
competenze digitali.
A questo si aggiunge la crescente ricerca di profili qualificati.
Occorre
far collaborare tutti i soggetti coinvolti per migliorare la qualità dei servizi di istruzione, formazione e lavoro.
Questo disallineamento nel 2018 ha riguardato il
26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema
produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017».
Come sintetizzato nel precedente schema,
lo Stato dovrebbe prendersi carico di questa esigenza e gestire in modo preciso
l'orientamento scolastico verso istituti che operino a
numero chiuso, ma non certo perché le loro
capacità d'accoglienza siano limitate, ma perché sarebbe assolutamente sbagliato che in una scuola entrassero meno studenti di quanti
ne occorrano, oppure che in una scuola ne potessero entrare molti di più di quanti avrebbero poi la possibilità di trovare un impiego basato
sulla loro preparazione.
In questo discorso mi riferisco solamente ad
istituti ed
università statali.
Il fatto che un giovane desideri fare un certo percorso di studio, anche se con poche possibilità di impiego, non dovrebbe, però, negargli la possibilità
di poterlo scegliere ugualmente, ma a ciò potrebbero servire gli
istituti privati.
C'è esubero di laureati in lettere, ma io desidero con tutto il cuore laurearmi in quel ramo? Lo posso fare iscrivendomi ad un istituto privato.
Mi costerà, ma non potrò dire che mi sia stato negato l'accesso allo studio a cui ambivo!
Una nazione non può pagare lo studio di un giovane destinato ad incrementare le fila dei disoccupati!
E' necessario, dunque, un
sistema di proiezione preciso di ciò che potrà essere l'esigenza di mano d'opera
e professionisti in ogni singolo settore di attività, per l'anno a venire e per gli anni successivi e questi risultati dovrebbero
essere applicati ai singoli rami di attività, dettagliati il più possibile.
Ogni anno queste proiezioni sarebbero aggiornate e rese pubbliche e servirebbero ad orientare le iscrizioni alle varie specializzazioni.
Laddove si verificasse il contrario, ovvero molta più offerta rispetto alla capacità di accoglienza dei relativi istituti, è chiaro che lo Stato dovrebbe tempestivamente
investire in nuovi edifici e assumere docenti per consentire l'accesso ad un numero maggiore di studenti.
Quali sono oggi i lavori con più offerta?
Sono molto ricercati i seguenti profili lavorativi, che non richiedono titolo di studio:
badanti
pulizia uffici e negozi
magazzinieri
addetti alle mense
custodi
camerieri
cassieri
autisti
Lavori che nessuno vuole fare, tant'è che
spesso sono gli stranieri a lavorare in questi ambiti.
Per capire meglio come stia ridotto male il mondo del lavoro e quanti interventi più intelligenti andrebbero fatti, prendiamo questi esempio:
si offrono 3 settimane di stage, pagando 5 euro al giorno (coi quali manco ci copri il viaggio da casa!) per poi farti fare un lavoro con contratto di
un mese!
E' chiaro che nessuna azienda investirebbe 3 settimane di formazione per poi farti lavorare un solo mese, quindi la formazione è un pretesto legale che
serve alle aziende a farti lavorare gratis in quel periodo!
Con queste formule non si sana la questione lavoro e di casi più o meno analoghi ce ne sono tantissimi, anche se magari dalle statistiche
ufficiali può sembrare che sia stato ridotto il numero di disoccupati. Mentre invece siamo solamente ai tamponi che non modificano migliaia di
situazioni vergognose.
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Altre figure molto richieste sono:
Saldatori
Gli specializzati in questa attività sono tra le figure professionali più ricercate;
Macchinisti
Operai specializzati che coordinano e regolano i processi produttivi
Segretarie e assistenti di direzione
Ancora oggi tra le figure professionali più ricercate ci sono le segretarie, gli assistenti di direzione,
gli assistenti amministrativi e il personale di back office;
Tecnici specializzati
Ossia coloro che operano per il corretto funzionamento delle attrezzature tecniche;
Addetti alle vendite
Un profilo lavorativo che non va mai in crisi è quello degli addetti alle vendite, piazzisti, rappresentanti, ecc.;
Professionisti contabili e della finanza
Tra le aziende italiane è in crescita la richiesta di professionisti della finanza d'impresa,
contabili, commercialisti e analisti finanziari;
Professionisti IT
Uno degli effetti della digitalizzazione è la crescita della domanda nel
settore IT (Information Technology, ovvero Informatica).
Richiesti sono soprattutto i
programmatori delle start-up e chi si occupa di sviluppare
applicazioni per il mobile;
Sales manager
Le aziende italiane continuano a ricercare figure di commerciali.
Il problema è che nella maggior parte dei casi viene richiesta la Partita IVA, poiché non è prevista la firma di un contratto da dipendente con l'azienda;
Medici
La Sanità - nonostante i numerosi tagli degli ultimi anni - è un settore che non va mai in crisi, ecco perché tra le figure professionali
più ricercate dalle aziende italiane troviamo quella del medico;
Personale alberghiero e addetti alla ristorazione
Nella classifica delle professioni più ricercate dalle aziende italiane troviamo anche tutte quelle figure legate al settore del turismo, uno dei
pochi che nel nostro Paese non ha risentito più di tanto della crisi.
cuochi, camerieri, baristi e addetti alla reception.
Ma quali sono le professioni più richieste dalle aziende?
Se da una parte c'è molta disoccupazione che crea una situazione drammatica a molte famiglie, allo stesso tempo assistiamo ad
aziende che invece hanno molta difficoltà nel trovare i profili giusti a loro occorrenti.
Il settore informatico italiano è carente di candidati idonei: tra i
mestieri introvabili prevale il
progettista
di sistemi informatici, seguito dal
consulente di software, dall'
analista programmatore,
dal
programmatore informatico e dallo
sviluppatore di software.
Langue anche il settore dei
progettisti, prevalentemente
meccanici e navali: da quelli di impianti
industriali a quelli impegnati nel settore dei servizi (in particolare i
laureati in economia bancaria,
finanziaria e
assicurativa).
Irreperibile anche il profilo di
revisore contabile (si cercano soprattutto
laureati in scienze economico-aziendali,
marketing e amministrazione).
Il luogo comune che vede la laurea in
ingegneria come un passo essenziale per entrare nel mondo del lavoro ha ragione da vendere:
non è un caso infatti che i laureati in ingegneria sono i più difficili da trovare, nonostante le elevatissime opportunità di assunzione.
Quanto detto sarebbe sufficiente a risolvere la disoccupazione?
NO!
E' semplicemente
la cosa più ovvia che i governi avrebbero dovuto affrontare molto seriamentesin dalle prime avvisaglie di
incremento della disoccupazione o dell'esubero di diplomati e laureati costretti a rinunciare alle proprie aspirazioni
per carenza di offerta di impiego!
Gli stessi governi avrebbero dovuto preoccuparsi dei propri cittadini e delle loro possibilità
d'impiego in funzione del grande progresso che ha portato all'invasione di
informatizzazione,
sistemi
d'automazione e robot industriali.
E' evidente che il progresso e la corsa al profitto non sia facilmente controllabile, ma nulla è stato fatto!
L'opera manuale in certe
attività pericolose o ripetitive, tipo miniere e catene di montaggio, era sicuramente da superare,
ma nel frattempo andavano studiati orientamenti professionali diversi, andava proposta l'attività atta a contenere la distruzione del
territorio, l'abbandono dell'agricoltura, l'invasione di prodotti provenienti da altri continenti e realizzati con lo sfruttamento di
manodopera a più basso costo, ed ancora tutte le attività atte a gestire i problemi ambientali e le varie fonti di inquinamento.
Ma questi discorsi ci porterebbero a molte altre considerazioni che esulano dallo scopo di questo articolo.
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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