I problemi in ordine di importanza
Quali sarebbero i problemi per importanza?
Se l'Uomo non affronterà col massimo impegno ed urgenza, considerandolo veramente prioritario rispetto a tutto il resto,
il problema della
drastica riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera, potrà consolarsi pensando che anche i sempre attuali
problemi di sanità, lavoro, mantenimento del territorio, trasporti, difesa, ecc. ecc.
NON AVRANNO PIU' ALCUNA IMPORTANZA perché spariranno
insieme al genere umano!
In questo elenco i problemi che affliggono l'umanità sono elencati in ordine di importanza generale.
L'elenco non corrisponde certamente a quanto è sentito dalla gente comune, distratta principalmente dai propri problemi personali
ed al massimo da quelli del proprio paese.
Anche i media generalmente non rispettano questa sequenza perché il loro interesse è nell'audience e così pure i politici,
che evitano il più possibile questioni che portino a sacrifici i propri elettori.
Ma se guardiamo questi successivi 3 grafici ci facciamo sicuramente un'idea di cosa l'Uomo abbia combinato negli ultimi 100 anni e
dovrebbe apparire chiaro a tutti che se vogliamo sperare di vivere i prossimi decenni (noi o i nostri figli e nipoti) senza dover affrontare
sempre più gravi disastri facilmente prevedibili, visto che sono già in atto, ognuno di noi è
chiamato a farsene carico, dando un contributo ideologico e comportamentale prezioso.
Non vi sono dubbi sul fatto che la principale forma di inquinamento del pianeta è generata dal
consumo di combustibili fossili,
e cioè
carbone e petrolio, i più sporchi e inquinanti del mondo. Ma tu hai un'idea delle dimensioni di questo consumo?
Per trasporti e produzione di energia si consumano quotidianamente circa 100 milioni di barili di petrolio, che equivalgono a
15 miliardi e 900 mila litri di petrolio bruciati ogni giorno.
Miliardi di piccoli fuochi che emettono una quantità gigantesca di gas tossici.
Per non parlare dell'uso del carbone, che continua ad essere la fonte più utilizzata per la produzione di energia elettrica.
I consumi annuali ci dicono che ne bruciamo più di
5.000 milioni di tonnellate all'anno.
A parità di energia prodotta, le emissioni di gas inquinanti prodotte dal carbone sono del 30% superiori a quelle del petrolio e
del 70% superiori a quelle del gas naturale.
Stando a questa indiscutibile situazione, è ovvio che nell'elenco i primi posti sono proprio spettanti ai vari tipi di inquinamenti
gravissimi che abbiamo provocato e stiamo continuando a provocare al pianeta.
Ovviamente non sono gli unici problemi, ma già dal quinto punto in poi quei problemi si potrebbero considerare ampiamente derivanti
come conseguenza dei primi 4 punti.
Ecco l'elenco
1) Inquinamento atmosferico da
CO2 (e non solo).
2) Inquinamento degli oceani (più fiumi e laghi) da plastica e altro.
3) Deforestazione e inquinamento del terreno.
4) Inquinamento o carenza dell'acqua da bere e per agricoltura.
5) Estinzione di massa di specie viventi (causato da pestici e altro).
6) Divario ricchezza-povertà, malessere sociale.
7) Guerre in corso, produzione di armi letali, terrorismo e altre violenze.
8) Mancanza o decremento dei posti di lavoro.
9) Continuo incremento demogrfico delle città che occupano il 2% del territorio e inquinano per il 70%.
10) Rischio di pandemie facilitate dall'intensa mobilità umana nei vari continenti.
Le cause?
1) Una
classe politica inadeguata a tenere a bada l'impulso lucrativo e ad imporre maggiore uguaglianza alla popolazione che gestisce, nel rispetto dell'ambiente e del singolo individuo.
2) Una sbagliata e insufficiente
capacità educativa rivolta ai giovani.
Se avessimo trovato la soluzione
per delegare la guida delle nazioni a
persone di elevato profilo professionale e onestà, non ci troveremmo in questi guai
disastrosi, perché saremmo intervenuti contenendo la crescita (sia economica che demografica e tecnologica) e facilitando la
distribuzione delle popolazioni in modo più equilibrato sui territori più idonei ad una vita serena.
Non ci saremmo allontanati dalla Natura, per sposare tecnologie esagerate, quanto pericolose e devastanti.
La vita umana ideale, con le qualità mentali che abbiamo, ci avrebbe dovuto spingere sempre più verso un
principio di
reciproca collaborazione e STABILITA', anziché spronarci a crescere solo economicamente,
giocando a chi arriva primo e si becca tutto e fregandosene delle briciole che restano agli altri.
Ma nessun ricco si sente in colpa per questo ed al massimo si scarica la coscienza con un po' di beneficenza.
Dunque, se vuole avere un futuro che non sia sconvolgente come quello spesso ipotizzato dalla fantascienza,
l'Uomo deve
cambiare completamente rotta comportamentale.
Non è assolutamente facile che lo capisca ed ancor meno che lo riesca a fare.
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Teniamo anche presente che tra i pericoli più gravi e provocabili dall'Uomo incombono ancora sempre possibili guerre atomiche,
oltre agli ormai certi sconvolgimenti climatici. E non dovrermmo neppure trascurare il rischio di epidemie globali derivanti
dall'enorme mobilità umana e che potrebbero portare l'umanità intera a un colossale sterminio prima ancora d'essere in grado
di trovarne una soluzione immunitaria.
Ma non è stato compiuto nessun passo importante verso la riduzione degli armamenti e la messa al bando delle armi, anzi,
ci sono ancora presidenti che ne stimolano la vendita e l'incremento!
Le religioni hanno pure loro una grande parte in questo quadro, in quanto hanno fallito completamente qualsiasi loro obiettivo,
partendo dal pessimo esempio di vita imposto ai loro sacerdoti ed alla scarsa utilità dei loro dogmi.
L'unica esile speranza è riposta nei giovani non ancora inebetiti dalla dipendenza da cellulare e dai giochi virtuali.
Ma la svolta,
senza un adeguato e saggio sostegno politico che ne pianifichi lo sviluppo, in congiunzione con la presa di
coscienza popolare, non potrà realizzarsi.
La soluzione non sta semplicemente nell'attuare una "decrescita felice".
Il problema è molto più grave perché non si risolverebbe riducendo al massimo le emissioni di CO2, ma sarebbe assolutamente necessario
anche riassorbire gran parte della CO2 già presente nell'atmosfera.
Il primo dovere di ogni cittadino sarebbe dunque almeno di prendere atto dello stato reale delle cose, considerarlo realmente il problema più grave, iniziare a fare scelte di vita differenti, rinunciare a gran parte dei prodotti che provengono addirittura da altri continenti, delocalizzarsi al di fuori delle grandi metropoli, ridurre al massimo l'uso dei mezzi privati non elettrici, far capire con pacifiche manifestazioni al potere politico che si esige un drastico cambiamento e che siamo pronti a fare i sacrifici inevitabili, in previsione di un recupero della salute del pianeta, dal quale TUTTI NOI dipendiamo!
Autore: Enrico Riccardo Spelta
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Questo articolo è parte di una serie che comprende:
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Lotta per il cambiamento climatico
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La Riforma globale dopo la democrazia
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