il razzismo è istintivo

Razzismo istintivo, come identificarlo

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Il fenomeno del razzismo è purtroppo molto attuale in questi tempi e molte persone si sentono in colpa per il loro disagio nei confronti del "diverso", senza capirne il perché.

Oggi, poi, alla parola "razzismo" s'è dato un connotato del tutto negativo e le spiegazioni sono più che ovvie, a partire dai fatti storici, come la tragedia del nazismo e fascismo del secolo scorso, fino al terrorismo dei giorni nostri.

Io vorrei semplicemente fare un po' di chiarezza, basandomi come sempre sulla realtà che conosciamo ormai abbastanza bene del funzionamento della mente umana.

A tale proposito anticipo che sono stati anche fatti esperimenti che hanno confermato quanto sto per dire, ovvero s'è visto che la nostra mente discrimina istintivamente tra contatto empatico, cioè la vista di una persona che riteniamo facente parte del nostro gruppo etnico o di comunità locale, contro il contatto con persona che ci è più o meno estranea e difficilmente classificabile.

Identificare come contatto normale una persona che è più distante dal nostro stereotipo di "amico" richiede un forte sforzo da parte della nostra Ragione, perché deve mediare i segnali negativi provenienti dall'Istinto. Altrimenti i segnali ci possono provocare imbarazzo, diffidenza, disagio, allerta, paura.

Molto spesso il disagio per il diverso si mitiga con la frequentazione, la conoscenza, l'esperienza e l'autocontrollo.

Chi non riesce, per ignoranza o altro, a fare questo piccolo sforzo si trova nella situazione "politicamente scorretta" di sentirsi ed essere considerato "razzista", nel senso più spregevole del termine.

Ora faccio un esempio di situazione banale che però racchiude in sé le reazioni più o meno razziste di cui sto parlando.

Siamo su un tram a Milano, anni sessanta. Diamo uno sguardo ai vari passeggeri attorno a noi. Sono tutti bianchi, borghesia media, molti milanesi e che si conoscono e salutano, scambiando qualche convenevole. In questa situazione è ovvio che un milanese si senta perfettamente tranquillo ed a suo agio, no?

Potrebbe ascoltare i vari discorsi ed essere pure spinto magari a partecipare ad una conversazione interessante.

Ora spostiamoci su una metropolitana, sempre a Milano, ma nel 2018.

su metro tutti col cellulare

Diamo un'occhiata ai vari passeggeri ed elenchiamo una mamma di pelle scura, vestita un po' stile carnevale, due giovani in piedi molto scuri e vestiti male, più in là un'altra donna ma con un grande velo in testa e vicino una ragazza con un grande sottanone, sporca, capelli trascurati ed infine un inconfondibile cinese vestito in modo elegante.

Qualche passeggero sta conversando al telefono, ma non si capisce in quale lingua. Un altro sta parlando ad alta voce e la lingua sembra araba, ma quasi tutti hanno in mano un cellulare ed evitano di guardare o comunicare con le altre persone, che diventano trasparenti. Questo il risultato finale, questa è una situazione normale in moltissime parti del mondo; è la globalizzazione.

Aggiungo che io, per esempio, ho vissuto vent'anni a Milano, ma il mio primo africano l'ho incontrato a ventisei anni a Tirrenia dove c'era una base militare. Prima non avevo mai incontrato una persona con la pelle decisamente scura oltre ogni immaginabile abbronzatura!

Allora siamo lì sulla metro, ma nella nostra testa cosa succede, se appena togliamo lo sguardo dal nostro maledetto schermo?

Quando noi guardiamo una persona che ci è vicino, in una frazione di secondo dobbiamo catalogarla in base a queste caratteristiche:

- maschio o femmina?
- bambino, giovane, adulto, anziano?
- vestito normale, da benestante, da povero, da barbone?
- apparenza innocuo, simpatico, attraente, pericoloso, indefinibile
- razza bianco, giallo, nero africano, nero centroamerica, boh

E' chiaro che più l'apparenza, il vestito, i tratti somatici, ecc. sono simili all'ambiente in cui sono nato e cresciuto e più mi sentirò a mio agio, così come, da questa semplice occhiata, più le caratteristiche saranno diverse e più il mio istinto sarà pronto a mettersi sulla difensiva.

Quello o quella che mi sta vicino può essere un ladro? Quello lì, con una grande borsa, potrebbe essere un terrorista pronto a farsi esplodere?

Cosa succede allora? La nostra mente deve operare un'azione di autocontrollo, per bloccare l'istintiva voglia di scendere alla prossima fermata.

Più razze ed etnie diverse sono costrette a convivere meno ciascuno si sentirà "a casa", fra simili, amici innocui.

Ai voglia di dirgli che siamo tutti uguali! E' vero tutti gli esseri umani si distinguono per avere lo stesso DNA, ma che poi è uguale solo al 99,5% e quella piccola percentuale si riflette molto nel fenotipo, ovvero nelle caratteristiche fisiche. In più le differenze possono essere di lingua parlata, religione, tipo e livello culturale, tradizioni, modi di gesticolare, abitudini e modi di vestirsi e abbellirsi. Ma anche in tipi di attività svolte.

Non sono piccole differenze! E allora la domanda è questa: siamo pronti a convivere in un ambiente sempre più eterogeneo? Ci è stato insegnato?

Ma dobbiamo anche chiederci se sia possibile per la specie umana arrivare a mischiare tutte le razze in tutte le parti del pianeta, fondere lingue (ovvero alla fine parlare tutti inglese, o cinese, dovessero predominare loro nel lungo periodo), scegliere una sola religione (ma quale?), avere regole comportamentali uniche, e via dicendo. Io la vedo dura. Ognuno tenderà a imporre le proprie usanze, tradizioni, regole e vorrà comandare sugli altri. La storia ci insegna questo.

E allora? E allora le migrazioni sono inevitabili, ma vanno contenute entro certi limiti, altrimenti i popoli si ribellano...cosa che sta succedendo ora in Europa.
In questo caso sono guai perché la ribellione razzista la conosciamo bene e non porta a nulla di buono, ma anzi a guerre devastanti.

L'intolleranza è terreno fertile per i politici che vogliono salire al potere.

Pensando all'Italia ritengo che sia la più grande "distrazione" mostrata dalle sinistre, che non si sono rese conto che la popolazione non era pronta ad una grande inarrestabile ammucchiata.


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L'Europa intera ha enormi colpe alle spalle ed anche in questo caso sta mostrando tutta la sua incapacità ad agire con prontezza ai fenomeni che si presentano. I continenti non si possono svuotare. Quelli più bisognosi vanno semplicemente aiutati a crescere -costi quel che costi!- ma quant'è difficile per un politico spiegare ai suoi elettori che anziché dargli un bel reddito di cittadinanza dovrebbe spendere i suoi soldi per aiutare l'Africa!

Ed infine facciamo un po' di chiarezza sulla terminologia.

le 6 razze umane

Se ci riferiamo all'intero genere umano si deve parlare di GENERE Homo
Noi tutti esseri umani attuali apparteniamo alla SPECIE Homo Sapiens
Le RAZZE ( o sub-specie) sono 6:
- Caucasici
- Congoidi (negridi)
- Mongoloidi
- Australoidi
- Amerindi
- Capoidi

Oltre alle razze si può parlare di SOTTORAZZE, per esempio caucasoidi europei

Altra distinzione può essere data dal GRUPPO ETNICO, per esempio mediterranidi, iberici, sardi, corsi, ecc.

Nella successiva immagine di distribuzione delle razze sul pianeta ovviamente si intende come origini e massima presenza, fermo restando che al giorno d'oggi questa allocazione non è più così rigorosa, dati i forti e numerosi esodi di intere popolazioni nei vari continenti.







Distribuzione delle razze
diffusione razze umane

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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