la tassa giusta

La tassa giusta

La tassa giusta

INCHIESTA: io penso che si possa fare e Voi?

La soluzione secondo me:

1) togliere dalla circolazione il denaro contante
2) lasciare la contabilità IVA solo alle Aziende al dettaglio
3) tassare solo ciò che il contribuente spende senza preoccuparsi di quanto guadagna

Nelle società definite civili e democratiche uno dei problemi è far convivere i vari ceti sociali: la casta dei potenti o capitalisti, il ceto medio o poveri cristi, i meno abbienti o poveri. (In Italia esistono due tipi di meno abbienti: i veri poveri che pur lavorando sodo non riescono ad emergere dalla loro situazione perché sfruttati con stipendi da fame oppure i fancazzisti cronici, che al lavoro preferiscono l’assistenza sempre tanto prodiga da noi; perché dovete sapere che tutta la politica di destra e purtroppo anche di sinistra stravede per questi ultimi per il fatto che sono tanti e ad un certo punto finisce che votano….e già .. votano di qua’ o di là a quelli che promettono maggior assistenza).

Il problema di convivenza è fondamentalmente di ordine economico, in quanto lo Stato deve far pagare le tasse per trovare le risorse sufficienti per i servizi sociali, oltre a soddisfare l’insaziabile appetito della spesa pubblica (ne abbiamo provate di tutti i colori, politicamente parlando, ma la sostanza non è mai cambiata: spendono come matti sia i rossi, sia gli azzurri, i verdi e via dicendo), ma soprattutto anche per foraggiare a larghe mani tutta l’alta imprenditoria che quando dispone di un tot di lavoratori, al minimo intoppo intima: o mi dai o li lascio a casa tutti; basterebbe rispondere di lasciarli pure a casa, ma per farlo ci vogliono gli attributi (le palle).

Se pensate che sia cinico sappiate che dopo aver preso i soldi, sovente l’impresa finisce male ed i tizi vengono lasciati a casa comunque, anche perché tanto lo Stato, mica li rivuole indietro, i soldi.

A questo punto, premesso che ritengo sia giusto che esistano le differenze di potere economico tra gli umani, il maggior problema consiste nella istituzione di un giusto sistema che permetta un equo prelievo fiscale; dovrebbe essere totalmente automatizzato ed impossibile da frodare.

Da sempre invece, buona parte del prelievo viene calcolato sul reddito personale tramite le imposte indirette che nella teoria ha una sua ragione d’esistere ma nella pratica si presta a tutte le scappatoie del mondo, con la conseguenza che il poveretto timoroso di Dio e della mannaia del sistema, paga, mentre i ladri ed i potenti, i delinquenti, le puttane, (pardon, le escort) o tutti quelli che se ne fregano delle conseguenze, spesso possono eludere parecchio approfittando delle procedure lunghe, farraginose e soprattutto soggette ad interpretazione.

Cosa fare per ristabilire gli equilibri? Io penso sia possibile: CAMBIARE TUTTO ma PROPRIO TUTTO (a cominciare da tutti quelli che ci comandano perché piuttosto che accettare ciò che propongo si farebbero uccidere).

Pensare pertanto ad un fisco che se ne freghi di ciò che guadagna il cittadino, ma si preoccupi solamente di prelevare in modo automatico ed infallibile una giusta percentuale da tutto ciò che questo spende. Io parto da una considerazione lineare: spendi? Allora puoi! Dunque paga anche le tasse.

Che un ricco spenda poco è credibile, ma che un povero spenda molto è quantomeno poco probabile, direi impossibile.

Fatta questa premessa si evince che se tassiamo ogni individuo a seconda di quanto spende, potrà capitarci di fare un favore al ricco, ma difficilmente faremo un torto al povero (anche perché, pensandoci, se un ricco paga poche tasse perché spende poco è di fatto un povero quindi i conti tornano).

Ma visto dal lato pratico come fare?

UNO: Eliminare materialmente e con effetto immediato l’uso del denaro contante quale mezzo di transazione mantenendo l’euro come unità di calcolo.

DUE: Convertire il denaro contante in mano ad ogni individuo e qualsiasi forma di investimento (titoli, depositi ecc ecc) in una tessera elettronica individuale (sia per persone che per società) che assolva anche le funzioni di carta di credito, Carta di Identità, patente ecc. ecc.. Su tale tessera dovranno confluire i dati di tutte le svariate forme di capitale economico e di reddito che un individuo potrebbe avere. Ovviamente la busta paga sarà erogata al lordo delle imposte che saranno assolte al momento del consumo. Altrettanto ovviamente anche le tasse saranno pagate al momento della spesa: chi compra casa con un mutuo, per esempio, pagherà le relative imposte gradualmente con le rate; non come ora che si pagano tutte tramite il notaio; e se poi mi sequestrano la casa perché non sono in grado di pagare, chi me le rende?

TRE: Affidare alla Banca d’Italia un ruolo che le renda la ragione d’esistere: centrale informatica di tutti i movimenti economici relativi a qualsiasi transazione tra individui, aziende ecc. ecc. La stessa garantirà la dovuta privacy ad ogni possessore della famigerata tessera e consentirà a tutte le banche private di assolvere alle funzioni che hanno sempre avuto, a patto che qualsiasi movimento venga prima registrato nei database della Banca d’Italia.

QUATTRO: Consentire ad ogni cittadino l’uso gratuito della propria tessera per qualsiasi transazione economica compreso l’acquisto del quotidiano o del pane trattenendo immediatamente l’importo relativo all’imposta stabilita. Contestualmente incassare anche l’importo dell’Iva.

In questo modo lo Stato incasserebbe giornalmente tramite la Banca d’Italia la propria fetta in modo completamente automatico, senza costi e senza contestazioni: CHI PIU’ SPENDE PIU’ PAGA.

Se pensate che sia irrealizzabile, sappiate che ormai tutti posseggono ed usano una carta di credito. Se dovesse diventare obbligatoria sarebbe molto semplice facilitarne ulteriormente l’uso. Ormai qualsiasi esercizio commerciale dispone dei POS mentre per le transazioni tra privati basterebbe adattare i telefonini visto che in Italia non esiste più essere umano che non disponga di almeno un apparecchio.

Ovviamente il prelievo dell’IVA e delle imposte deve essere applicato per gli acquisti fatti dal consumatore finale, mentre i commercianti e le aziende in genere dovrebbero poter acquistare e rivendere al netto di ogni imposta che verrebbe calcolata basandosi sugli studi di settore che sono gli unici strumenti che veramente funzionano già ora che esiste il commercio sommerso (contabilità in nero). Figuriamoci quando, per effetto della sparizione del denaro, sparirà ogni possibilità di vendere in modo extracontabile. Nelle Aziende, il problema della suddivisione degli acquisti di beni destinati alla rivendita da quelli effettuati quale consumatore finale, si risolve facilmente ammettendo come importo detraibile solo le somme sulle quali sia stata pagata l’IVA. Se non paghi l’IVA non puoi ammetterlo in detrazione fiscale, quindi pagherai un mondo di tasse.
Principali fonti di risparmio da parte della collettività

• Mancata gestione del denaro contante compreso la lotta ai falsari
• Aggressioni agli individui od alle aziende per il furto di denaro non avranno più ragione d’esistere
• Inutile il controllo sull’onestà dei dipendenti e/o collaboratori che ora maneggiano il denaro e che possono subire tentazioni
• Risparmio sui costi di investigazione da parte delle Agenzie delle Entrate e della GdF
• Risparmio per le Aziende, sui costi relativi all’amministrazione fiscale ed al giro economico dell’IVA
• Totale scomparsa dell’evasione fiscale con conseguente alleggerimento delle aliquote generali
• Incasso giornaliero da parte dello Stato dell’Iva e delle Imposte


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Per meglio chiarire:

Tutte le Società, senza limiti di fatturato, dovrebbero aderire agli studi di settore pagando obbligatoriamente un minimo tassabile. Questo perché uno Stato non può permettersi di avere sul proprio territorio aziende che sfruttino le infrastrutture e non denuncino redditi procurando in questo modo concorrenza sleale alle Aziende sane. Spesso infatti risulta evidente che alcuni grandi gruppi tengono in vita aziende per scopi diversi dal semplice reddito: pensate a tutti i grandi supermercati che anche con reddito negativo (pertanto non tassabile) hanno però una logica di esistenza quali enormi serbatoi di raccolta di denaro liquido (incassi al massimo entro due giorni dall’arrivo della merce e poi la paghi mediamente dopo tre mesi).

Quelle in attivo invece, continuano ad investire a spese della collettività godendo della possibilità di detrarre l’IVA sui costi (assurdo in quanto sono a tutti gli effetti dei consumatori finali) e della possibilità di detrarre ogni investimento oltre ad ottenere, spesso, contributi a fondo perso ed aiuti contributivi. Lo Stato invece dovrebbe limitarsi a favorire la nascita e la crescita di tutte le attività economiche, semplificando veramente le procedure e rimanendo "super partes” per tutti gli imprenditori di qualunque dimensione.

I dividendi delle Società e qualsiasi altro reddito prodotto da lavoratori autonomi e dipendenti dovrebbero invece essere totalmente esentati da imposte.

La spesa di ogni individuo invece, potendo contare su una tracciabilità certa, sarebbe tassata tramite il prelievo immediato dell’IVA sull’importo pagato al venditore (ad aliquota unica) e tramite il prelievo dell’imposta vera e propria secondo scaglioni da definire che sarebbe detratta dal conto dell’acquirente. Gli scaglioni per l’IRPEF potrebbero prevedere per ogni cittadino una quota di spesa annuale esente (6000,00 / 8000,00 euro) quota base sino a 30000,00, qualcosa in più sino a 100000,00 qualcosa in meno oltre 100000,00.

In pratica, se spendo 100,00 euro all’Esselunga, Caprotti incasserà i cento euro al netto dell’IVA (86,96 ipotizzando un’IVA media del 15%) mentre sul mio conto saranno addebitati solo 100 euro, se ancora in quota esente, oppure 100 euro più l’aliquota relativa al mio scaglione se oltre quota esente.

Tramite questo sistema si potrebbero poi ancorare parecchi costi sociali che ognuno di noi deve sostenere indicizzandoli tramite un coefficiente calcolato sulla spesa effettuata dal cittadino in questione negli ultimi tre mesi:

Le contravvenzioni stradali potrebbero finalmente colpire con uguale potere dissuasivo: stabilito per esempio, che il divieto di sosta è punito con un importo base di euro 20,00 si applicherà il coefficiente in questione: ne deriva che, colui che ha un tenore di spesa molto alto dovrà sopportare una congrua sovrattassa che lo farà imprecare in misura pari al povero cristo che deve tirare a campare.

p.s.
Le attività illegali ed i relativi profitti illeciti sono come le malattie: ogni tanto esce un nuovo farmaco ma subito dopo spunta una nuova malattia. Ne consegue che con i profitti illeciti dovremo rassegnarci a convivere, pertanto, se è vero che non è morale tassarli (sempre che si riesca a farli emergere) è altrettanto vero che con il mio sistema che tassa la spesa, automaticamente viene tassato anche ciò che proviene da ricavi illeciti. E questo non è immorale in quanto tra un politico che incassa le bustarelle o un ladro che mi deruba e che oggi non pagano le tasse, preferisco sopportare il politico che incassa le bustarelle ed il ladro che mi deruba, ma che almeno mi aiutano a sostenere la spesa sociale.

Autore: Silvio Bisagni
(Dicembre 2009)