evoluzione della specie

Evoluzione della specie, commento critico e riflessioni

Evoluzione della specie umana

Cosa penso delle religioni occidentali e delle teorie di Darwin sull'evoluzione, ovvero tra creazionismo ed evoluzionismo?

E' una domanda molto impegnativa ed io non credo d'essere in grado di dare una risposta precisa.

Posso limitarmi a dire cosa penso della teoria di Darwin, lasciando da parte tutte le questioni religiose, anche se la mia risposta potrebbe far pensare che ci sia in me una grande propensione verso la religiosità, ma non è vero.

Per ragionare su questi temi non bisogna mai perdere di vista le conoscenze scientifiche alle quali il genere umano è arrivato e bisognerebbe sempre tenere in disparte le speculazioni della infinita fantasia umana.

Noi sappiamo che nella riproduzione a volte capita che il DNA subisca qualche mutazione. La mutazione è in pratica un più o meno lieve errore genetico, a causa del quale l'essere che nascerà avrà qualche caratteristica diversa dai suoi genitori.

Darwin imputa a questo fenomeno tutta l'evoluzione delle specie, a partire dai primordiali essere monocellulari, fino ad arrivare all'uomo, trascurando, però, di coinvolgere l'evoluzione dell'Universo stesso nelle sue teorie, visto che non avrebbe potuto parlare di "errori genetici premianti" a questo livello.

Secondo Darwin, poi, l'ambiente premia o penalizza l'errore genetico, facendo in modo che le deformazioni utili si sviluppino più facilmente rispetto a quelle dannose.

Come dire che ci sono mutazioni fortunate (sempre in un determinato contesto ambientale) e mutazioni sfortunate. E' dunque ovvio che le prime prendano inevitabilmente il sopravvento sulle altre. In un bosco di betulle una farfalla che nasca nera è più sfortunata delle sue compagne gialle o bianche, perché sarà molto più visibile ai suoi naturali predatori.

Da questo fatto, incontestabile, a decretare che tutta l'evoluzione sia avvenuta solamente grazie a questi errori o mutazioni genetiche, ne corre parecchio, secondo me.

La teoria è giusta ed ha sicuramente prodotto delle selezioni, ma non spiega l'Evoluzione, dalla formazione delle galassie alle forme più complesse di vita!

Basti pensare alla complessità di una singola cellula ed all'armonia funzionale che deve avere un corpo umano, composto da 10.000 trilioni di cellule!

Più ci immergiamo nella conoscenza del cosmo e del microcosmo, meno possiamo accettare delle semplici teorie scientifiche un po' datate, così come non possiamo accettare, se non tramite un cieco ricorso alla pura fede, le varie teorie religiose creazionistiche, che addirittura non hanno alcun obbligo di prova scientifica.

E' ovvio che non è la teoria di Darwin ad allontanare dalla fede religiosa, ma è semmai tutta la scienza nel suo complesso di regole e leggi che l'uomo ha via via scoperto e compreso che rende inattendibili (salvo l'appello alla fede ovviamente) le versioni religiose.

Ma ecco il punto fondamentale: secondo me in tutto ciò che vediamo c'è comunque troppa intelligenza progettistica perché si possano accettare le teorie dell'evoluzione casuale. Detto ciò, però, ci tengo a prendere subito le distanze anche dalle recenti teorie creazionistiche.

Per credere alla casualità dovrei anche essere sicuro che se dessimo ad una scimmia una macchina per scrivere, questa, pur con tutti i tentativi che volete, alla fine riuscirebbe a comporre un libro intero uguale alla Divina Commedia! E se anche riuscisse in quest'opera improbabile, non avremmo ancora dimostrato nulla sulla forza della casualità. Credo anzi che eleggere il caso come deus ex machina sia la bestemmia più grande che si possa dire.

Io immagino che al caso per realizzare tutto ciò che vediamo (astri e galassie compresi) sarebbe occorso molto più tempo di quanto ne abbia avuto a disposizione l'universo, coi suoi 13 miliardi di anni!

Allora penso che ci sia un'intelligenza che ci sfugge, un piano, un progetto, soprattutto delle leggi fisiche universali, che ancora non conosciamo. Come sempre, al di là del confine della conoscenza, c'è spazio solo per la speculazione fantasiosa (o religiosa).

Quindi non presto fede a nessuna religione così come non credo alle teorie del caso.

Le leggi universali che via via abbiamo scoperto sono perfette, non sbagliano mai. Per esempio, non succede (magari anche solo per un istante) che cessi l'azione della forza di gravità e un libro si metta ad ondeggiare sul nostro tavolino. O che la forza di un magnete si "distragga" per qualche secondo e non attragga un chiodo. E parliamo di fenomeni che coinvolgono miliardi di miliardi di particelle!

Tutte le leggi dell'Universo funzionano con impressionante precisione. Tutte le costanti cosmologiche pure. Andando a ritroso nel tempo scopriamo come, dalla nascita dell'universo, tutti i processi che si sono poi succeduti abbiano risposto ad uno sviluppo così fantastico e perfetto da non essere francamente imputabile al caos.

Noi sappiamo calcolare perfettamente le leggi della fisica e loro puntualmente ci danno sempre ragione, almeno fino a quando restiamo al nostro livello macroscopico, (o al campo di applicazione della fisica di Newton), perché sappiamo che a livello sub atomico, invece, il principio di indeterminazione fa cadere tutte queste certezze. Sì, ma solo localmente, molto localmente!

L'indeterminazione ci fa semplicemente supporre che siamo in presenza di un fenomeno che interagisce sulle leggi a noi note e che dobbiamo ancora identificare. Poi anche quel nuovo fenomeno diventerà a sua volta noto e predeterminabile e con la solita estrema precisione, come sembra stiano promettendo le teorie delle superstringhe e la M-teoria.

Allora in un mondo così, come posso lasciarmi attirare e convincere da banali spiegazioni di casualità? In un universo così estremamente preciso anche la casualità è gioco forza legge.

Solo che noi ancora non la conosciamo, la legge superiore.


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Ma, detto questo, voglio tornare a ripetere che nessuno mi toglie dalla testa che in ogni cosa, ad ogni livello, fino alle più piccole strutture che conosciamo (come i quark o addirittura le stringhe), noi siamo sempre al cospetto di qualcosa che è grandioso, solo apparentemente complicato, ma perfetto, anche nelle sue perdite di simmetria o negli apparenti errori.

Pensate al fatto che con gli stessi identici materiali (atomi) si può ottenere un grattacielo di 100 piani oppure un essere umano o una quercia o un granello di sabbia o una nuova stella.

Pensate alla velocità con la quale il nostro organismo è in grado di reagire ad un pericolo incombente. Pensate a tutti i meccanismi che si devono attivare, a partire dai fotoni di luce che colpiscono la nostra retina al gesto di scatto eseguito un istante dopo dai nostri muscoli.

La vera religione, se di religione si può parlare, allora, mi nasce dall'ammirazione per tutto ciò che scopro nell'universo, nei suoi meccanismi, nella sua potenza, nella sua meravigliosa perfezione e armonia, fino ad arrivare alle più recenti teorie sulle stringhe e superstringhe, che sfiorano la tanto ricercata teoria unificata.

Darwin e le religioni sono molto molto al di sotto di tale grandezza. E se ci deve essere per forza un Creatore, questi, qualunque cosa sia, non può che essere molto più grande di tutte le fantasie e superstizioni umane e soprattutto non può essere all'interno del nostro universo, altrimenti sarebbe anch'esso schiavo delle stesse leggi che avrebbe creato, il ché è un semplice assurdo. Dunque, a mio avviso, se c'è un Creatore, questo è al di fuori del creato ed ha semplicemente dato il via ad un progetto di sviluppo meraviglioso, che, forse contempla da un non-spazio non-tempo per noi inimmaginabile.

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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