Etica, descrizione e riflessioni
Cos'è l'etica
L'etica (dal greco antico εθος (o ήθος)[1], èthos, "carattere",
"comportamento", "costume", "consuetudine") è quella branca della
filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono
di assegnare ai comportamenti umani uno status deontico ovvero
distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai
comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.
Perché il buono perde sempre?
L’applicazione dei principi etici è sempre penalizzante?
L'etica condiziona l’uomo al rispetto del patto sociale,
perciò è sempre penalizzante, da un punto di vista individualistico.
Rappresenta una forzatura, una rinuncia, una necessità di forte autocontrollo.
Allora dobbiamo trovare i meccanismi che premino (anziché penalizzare) i comportamenti sociali rispettosi dell’etica.
Che tipo di società può essere premiante dei valori etici?
Non certamente quelle basate sul consumismo e la produttività.
Nessuna società imperniata sull’individualismo.
Nessuna società politicamente instabile o corrotta.
Nessuna società razzista.
Nessuna società globalizzata, come la nostra attuale, perché la globalizzazione ha fortemente penalizzato le società più avanzate e
introdotto lo sfruttamento in quelle più arretrate.
Restano solamente le società a forte condizionamento religioso?
In questo caso l’opprimente potere religioso vorrebbe "costringere” la popolazione
al rispetto delle norme etiche (senza un grande successo, analizzando la
storia umana), ma comunque non produce "libere scelte consapevoli".
Quindi, affermare che l'etica possa affondare le sue radici solamente in un contesto a forte fondamento religioso mi sembra decisamente
ridicolo, visti i risultati che ciò ha prodotto dal più lontano passato sino ai giorni nostri. Sono forse "etiche"
le guerre sante e le
crociate? Lo è stata la Santa Inquisizione? E' etico proibire il profilattico agli africani? E via dicendo.
La strada giusta, dunque, resta solamente questa:
radicare l'etica attraverso un meccanismo sociale che sia premiante della sua
osservanza e non punitivo per la sua trasgressione.
Già, ma in che modo si può premiare il comportamento etico di una popolazione?
Non ho risposte sicure al riguardo. Penso semplicemente che il comportamento etico individuale dovrebbe essere reso visibile a tutti.
Bisognerebbe stimolare la competitività sul piano etico. Oggi gli elementi simbolici si manifestano attraverso i prodotti consumistici
d'alto costo. Vedete come sono stato bravo? Vado in giro in Ferrari, ho la barca ormeggiata a Montecarlo, la villa in Sardegna, i soldi
alle Cayman, ecc. ecc. Sono questi alcuni dei tanti simboli di cui si effigia la gente cosiddetta "arrivata", ovvero al top.
E sotto di
loro tutti fanno, nel loro piccolo, altrettanto, o cercano di farlo.
Dobbiamo riuscire ad introdurre nuovi simboli diversi, che appunto esprimano il nostro valore etico e non più affaristico/consumistico.
Vanno premiate tutte le azioni a sfondo umanistico e/o ecologico. L'economia energetica, il sostegno dei più poveri o degli ammalati,
il rispetto territoriale, le attività svolte gratuitamente, ecc. ecc.
Non è più tempo di fare beneficienza di nascosto.
L'immagine di Bill Gates da quando ha realizzato una fondazione e destinato un sacco di soldi ad opere di bene è migliorata moltissimo.
In anni passati era uno degli uomini più odiati al mondo, per le sue ricchezze. E il suo esempio è stato immediatamente seguito da
altri magnati americani.
Questa credo possa essere la strada giusta, se potenziata con un piano simbolico evidente e con premiazioni conseguenti.
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(2011)
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