Diritti sì, ma e i Doveri?
Ogni essere umano tende troppo facilmente a far valere, sin dalla più tenera età, i suoi
diritti,
ma non è per nulla o quasi sensibile al fatto che la controparte da pagare alla società sia data dall'ottemperanza dei propri
doveri.
E' istintivo. I diritti producono piaceri e privilegi, i doveri sono fatica o rinuncia.
La società, però, è spietata e quasi sempre presenta il conto a chi non la ricambia in modo adeguato e cerca solamente di sfruttarla.
Il problema sorge, come già dicevo, subito dopo la nascita.
Piccoli animaletti in cerca solo di piaceri e sicurezze. Tutto ci è dovuto e combattiamo con tutte le nostre forze per averlo.
I genitori sono lì apposta per soddisfare qualsiasi nostro desiderio o bisogno, con cibo, igiene, attenzioni e tenerezze.
E' giusto che sia così, proprio perché da piccoli siamo assolutamente dipendenti dagli altri.
Ma questa fase dovrebbe durare molto poco.
I genitori hanno l'obbligo morale di educarci immediatamente a rispettare le regole della vita e le regole della nostra società.
Non si può mangiare tutto il giorno, non si può avere continue carezze ed attenzioni, non si può non rinunciare a nulla oppure volere tutto ciò che si vede, per il semplice fatto che altri lo hanno.
La società consumistica vive di queste debolezze e ti fa sentire irrinunciabile il nuovo abito o paia di scarpe che vanno di moda.
Il nostro processo di svezzamento dovrebbe iniziare dal primo istante della nostra vita, dunque, non dopo i vent'anni!
Ma molti genitori non comprendono questo obiettivo primario dell'educazione (venendo già meno ad un loro preciso "dovere")
e persistono nel soddisfare qualsiasi
diritto del bambino o del ragazzo, senza imporre il rispetto di alcuna regola in cambio. Questo NON è amore, ma debolezza!
E' un gravissimo problema della nostra società permissivista, che ha importato dagli Stati Uniti la moda di lasciar fare qualsiasi cosa ai propri figli ed è maestra nel consumo a tutti i costi. Il
risultato è dato da pochi imprenditori stra ricchi e una popolazione mai soddisfatta di ciò che ha.
Nell’ultimo ventennio sono aumentati i genitori con uno stile educativo permissivo; circa il 59% definisce la propria modalità educativa meno severa
rispetto all’educazione ricevuta, genitori che non riescono a stabilire, e soprattutto a far rispettare, le regole familiari, genitori sempre più stanchi
che cedono davanti alle richieste insistenti del figlio.
Una persona che cresca con la sola consapevolezza dei suoi diritti sarà un eterno immaturo, avrà un sacco di delusioni e frustrazioni,
non sarà benvoluto da nessuno, sarà semplicemente considerato egoista e fannullone.
I metodi educativi degli ultimi decenni hanno spinto la nostra società a seguire sempre di più il sistema educativo permissivo.
"
I bambini non vanno traumatizzati, con loro bisogna avere molta pazienza ed aiutarli il più possibile (ovvero fare noi anche ciò che spetterebbe loro)."
Non mi sembra un buon metodo.
I risultati si vedono quotidianamente.
Senza cadere nella banale generalizzazione, è facile constatare quanti bambini maleducati, capricciosi (diciamo pure antipatici),
prepotenti, frignoni (o urlatori), indolenti, annoiati e noiosi, ci circondano. Unico loro interesse: occhi fissi su un piccolo schermo, fuori dalla vita reale
Sono il frutto di una cattiva educazione, della mancanza assoluta di sistemi di svezzamento.
Bambini viziati che diventeranno presto ragazzini viziati e che nella pubertà, quando si renderanno conto che a loro non tutto è concesso e non tutto è dovuto,
subiranno un forte shock e saranno spinti verso piaceri sublimati, quali l'alcool e le droghe o verso atteggiamenti di ribellione e aggressività,
come si riscontrano nelle baby-gang, o prede delle pulsioni sessuali fini a sé stesse, cioè senza essere accompagnate da alcun sentimento.
Non c'è da girarci troppo attorno: il risultato è il frutto di una carente, oppure cattiva o pessima educazione verso i doveri, che ogni essere
umano deve rispettare senza troppi compromessi.
I genitori difficilmente vanno a scuola per imparare come si educano i figli e, per giunta, i metodi di moda in quest'epoca non servirebbero un granché a sensibilizzarli verso il rapporto diritti-doveri.
Mi auguro che venga presto il giorno in cui la moda cambierà e i genitori, colti da disperazione, ritrovino i giusti metodi educativi,
riconquistando la propria autorevolezza.
La stessa cosa dovrà capitare nelle aule scolastiche, dove, dopo il '68, s'è perso ogni ritegno nei confronti di maestri e
professori e della scuola in generale, con le materie "morte" che dominano, mentre invece si dovrebbe prima di tutto insegnare ai ragazzi a socializzare, ad aiutare i compagni, a giocare insieme, in
armonia.
Ed infine spero che prima o poi qualcuno decida di rifare la "Dichiarazione universale dei diritti umani",
modificandone il titolo e contenuti in "Dichiarazione universale dei diritti
e dei doveri umani".
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(2012)
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