Feste: la Befana
L'origine della Befana
La figura della Befana ha origini più antiche dell’Epifania dalla quale ha preso il nome!
La sua origine si perde nella notte dei tempi discendendo da tradizioni
magiche precristiane, prima di fondersi con elementi folcloristici e cristiani.
Una tradizione dei popoli celtici, che erano insediati in tutta la pianura padana e su parte delle Alpi.
I Celti, insediati anche nella pianura padana e su parte delle Alpi,
celebravano strani riti officiati da maghi -sacerdoti chiamati druidi,
durante i quali grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per
onorare divinità misteriose e crudeli, se in epoche antiche i vimini
imprigionavano come vittime sacrificali, animali e, talvolta, prigionieri di guerra.
La Befana Moderna
La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo,
vestita di stracci e coperta di fuliggine, perché entra nelle case attraverso la cappa del camino.
La leggenda vuole che la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti
dormono, la befana voli sopra i tetti e, calandosi dai camini, riempia le
calze, lasciate appese dai bambini, di doni e dolcetti.
Ai bambini buoni lascia caramelle e doni a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.
La Befana si festeggia nel giorno dell'Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.
La Befana nel tempo e nel mondo
Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del mondo: dalla
Persia alla Normandia, dalla Russia all’Africa del Nord, ma sempre è una figura buona e generosa.
In tale culto, molti, intravvedono il mito della Dea genitrice
primordiale, signora della vita e della morte, della rigenerazione della Natura (primavera).
Per altri, nella sua figura, la Befana riassume l’immagine della Dea
antenata, custode del focolare, luogo sacro della casa.
Non a caso la Befana si serve proprio dei camini, che simboleggiano il
punto di collegamento fra la terra ed il cielo, per introdurre l’allegria nelle case, svolazzando con la sua fantastica scopa.
Ora che i camini sono stati sostituiti con i termosifoni, forse la
Befana viene dalla finestra a cavallo di un aspirapolvere.
Viene viene la Befana/ vien dai monti a notte fonda/ com'è stanca/ la
circonda neve, gelo e tramontana/ Viene viene la Befana, dice una
filastrocca che tutti i bambini sanno a memoria e che recitano per ingraziarsela.
La befana dei nostri nonni
La Befana ha portato un po' di carbone perché siete stati un po' cattivi, però, ha
portato anche i dolci perché dovete essere buoni": erano queste le frasi
che accompagnavano la mattina l’apertura delle calze (di lana, fatte ai
ferri dalla nonna) dove, immancabilmente tra dolci e fichi secchi,
trovavano posto, oltre al carbone, anche castagne, mele, noci, noccioli e un "portogal" un profumatissimo arancio.
La Befana del mondo contadino di un tempo portava l'augurio di un buon raccolto.
Da rilevare che il carbone lasciato nelle calze dei nostri nonni, non
era quello fatto di zucchero che è un piacere sgranocchiare, ma era vero
carbone che poi si utilizzava per preparare le caldarroste che i bambini
avrebbero mangiato dopo la tradizionale tombola.
Bei tempi!
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