conferenza stampa

Come si fa una conferenza stampa?

conferenza stampa Cerciello

Mi è capitato moltissime volte di assistere direttamente o in TV a delle conferenze stampa e il più delle volte sono rimasto sorpreso dalla totale disorganizzazione.

Prendo come esempio la recentissima conferenza avvenuta dopo l'uccisione del carabiniere Cerciello.

Abbiamo 3 relatori ed una cinquantina di fotografi e giornalisti, in un piccolo salone stipato all'inverosimile.


Le cose che ho potuto notare sono queste:

1) Fotografi ammassati in piedi ai lati della platea, che si coprono a vicenda ovviamente, con gente che si muove da una parte all'altra della sala.

2) Tre Relatori con una ventina di microfoni dei vari canali TV davanti a loro ed un solo microfono in cui parlare alla sala.

3) Giornalisti maleducati che chiacchierano tra loro o al telefono mentre il relatore spiega o risponde alle domande.
Per forza che poi riportano notizie imprecise!

4) Le domande del giornalista di turno che non sono sentite bene dai relatori, costretti a chiedere spesso di ripetere, ed ancor meno sentite dal canale TV che trasmette la conferenza, per cui si sente la risposta, ma non si sa quale fosse la domanda!

5) Ad un tratto la sala cade nel buio e ci vogliono alcuni minuti perché un addetto sposti le tende di una finestra per lasciare entrare un po' di luce.
Nota bene: siamo in una sala dell'Arma dei Carabinieri di Roma...non a vattelapescadisotto!

6) Ogni volta che termina una risposta c'è l'assalto dei giornalisti con domande che si accavallano tra loro fino a quando un moderato e non sceglie chi fare parlare, così, a caso.

conferenza stampa Cerciello 2

Ecco, queste situazioni fanno capire bene quanto siamo cialtroni.

Ma non è che succede solo in Italia, ovviamente. In altri paesi si può vedere anche di peggio!

Problema trascurabile e non risolvibile?

Io penso di no, che basterebbe poco per rendere "civile" un momento di interviste a seguito di un avvenimento importante, con una situazione che non è certo improvvisata, ma preannunciata con un certo anticipo.

Vediamo come la risolverei:

1) Tavolo degli intervistatori con un solo microfono a testa.
Tutti i microfoni dei vari canali radio/TV non hanno senso.
Basterebbe avere una saletta adiacente dove si potrebbero posare anche centinaia di microfoni per registrare da un altoparlante tutto ciò che viene detto nella sala principale.

2) La lotta ad accaparrarsi la domanda è risolvibile dando un numero d'ingresso ai singoli giornalisti, come si fa all'ASL o in un qualsiasi supermercato.
Quando i relatori hanno finito la loro presentazione del fatto, uno di loro (o un assistente) premerebbe un pulsante per far comparire un numero casuale che stabilisce chi è il giornalista a cui tocca fare la domanda.
In questo modo si evita la calca all'entrata, perché non conta il numero che ritiri, ma la casualità della chiamata.

3) Il giornalista di turno si alza e si porta ad un leggio, munito anch'esso di microfono, e dal quale pone la sua domanda.
Il giornalista ha diritto a fare una sola domanda più una eventuale richiesta di precisazione sulla stessa domanda, salvo non sia diversamente previsto sin dall'inizio.

Non occorre altro!

Costo decisamente irrisorio, o sbaglio?

(condoglianze a parenti, amici e colleghi del carabiniere Cerciello, vittima di un assurdo delitto)


Autore: Enrico Riccardo Spelta

(luglio 2019)

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Video conferenza stampa Cerciello 30/07/2019





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