Definizione e riflessioni sulla BELLEZZA
Definiamo cosa si intende per Bellezza
Nei tanti modi che abbiamo di valutare le cose della vita uno dei più importanti è sicuramente il concetto astratto di "BELLEZZA".
Noi cerchiamo il "bello" guardando altre persone, oppure nella Natura e negli animali, ma anche si cerca il bello in un'opera d'arte, o in un film, un brano musicale, un vestito, nel piatto di uno chef, in un arredamento, nelle automobili, in una squadra sportiva, in un libro... ecc. ecc. L'elenco sarebbe infinito!
In sintesi la bellezza è tutto ciò a cui assegniamo un valore positivo, ovvero che dà un senso di piacevolezza ad uno o più dei nostri sensi. Perciò possiamo parlare di bellezza alla vista, olfatto, tatto, gusto, udito.
Già, ma quali sono i criteri di valutazione che possiamo applicare?
Possiamo genericamente considerare come attributi della bellezza tutto ciò che percepiamo con uno o più di questi fattori:
- armonia
- eleganza
- ordine
- equilibrio
- originalità
- pulizia
- dolcezza
- pudore
- purezza
- squisitezza
- attrazione
- razionalità
- semplicità
- complessità funzionale
- serenità
- sicurezza
- naturalità
Il contrario di Bellezza
Al contrario andrebbe classificato come "bruttezza" tutto ciò che invece valutiamo come:
- osceno
- volgare
- violento
- caotico
- sporco
- disarmonico
- repulsivo
- spaventoso
- incomprensibile
- illogico
- falso
- innaturale
- squilibrato
- macabro
- repellente
Come identifichiamo cosa sia Bello?
E' prima di tutto il nostro istinto a fornirci una risposta istantanea di fronte ad una cosa che stiamo sperimentando come esperienza nuova.
E l'istinto è categorico: è bello tutto ciò che mi può essere utile, ovvero che soddisfa i miei desideri concreti, legati alla sete, fame, stanchezza, sicurezza personale, desiderio riproduttivo.
Ma, data la complessità dei nostri 3 cervelli, subito dopo la prima valutazione istintiva la nostra neocorteccia applica nuovi criteri di valutazione a ciò che dobbiamo definire bello oppure brutto.
E qui il discorso si complica perché dopo l'istinto le altre due parti celebrali che abbiamo sono decisamente molto diverse tra loro!
Infatti, la neocorteccia sinistra tende ad apprezzare tutto ciò che risulta razionale, preciso, ordinato.
Mentre la neocorteccia destra valuta su criteri basati sulla fantasia, l'originalità, la creatività, la novità, il diverso.
Con questo ci vuol poco a capire quanto sia difficile applicare dei metodi generici al concetto di bellezza, perché ogni individuo ha più o meno sviluppato in modo irregolare il suo cervello, ovvero, se dispone di poca cultura applicherà soprattutto il giudizio fornitogli dall'istinto e non andrà oltre, come non va oltre qualsiasi animale.
Se invece sarà predisposto, o avrà sviluppato meglio, i criteri di valutazione razionali allora vedrà come "bello" tutto ciò che corrisponde a quei criteri, mentre se sarà più attento all'altra parte della sua mente, quella della fantasia, apprezzerà molto di più opere, oggetti o quant'altro, che portino originalità, non trascurando contemporaneamente valori di coerenza che sono tipici della razionalità.
Per questo gli artisti sono sicuramente persone che hanno sviluppato molto l'encefalo destro e che applicano la loro creatività cercando di realizzare opere derivanti dalle loro astrazioni fantasiose.
Nell'Arte figurativa i due estremi sarebbero da una parte una perfetta tela raffigurante il ritratto quasi fotografico di una persona,
mentre dall'altra parte potrebbero essere dei segni che a fatica facciano capire che si tratti di un ritratto (vedi Picasso, per esempio).
Nei secoli il concetto di bellezza ha subito molte variazioni, ma è sempre stato e sempre sarà lo specchio della cultura di una comunità e della sua educazione infantile.
Per apprezzare la bellezza pura bisogna avere acquisito sensibilità, avere un certo livello culturale, essere stati educati e sensibilizzati a distinguere il bello dal brutto, avere un carattere equilibrato e non sovversivo, contestatore, rivoluzionario.
Una società i cui componenti siano tutti propensi ad apprezzare un comune senso di bellezza sarebbe una società sana e ben disposta alla collaborazione. Al contrario, una società ignorante, male educata sarà propensa a sovvertire tutti i criteri universali di bellezza, optando più sui concetti opposti, facendoli valere come positivi anche nei propri comportamenti individuali.
E' il grande problema dei giorni nostri. Nasce dal fatto che l'Uomo in questi ultimi secoli ha saturato tutto ciò che si poteva esprimere in termini classici di bellezza ed alla fine, per sentirsi individui vivi e indipendenti, ha dovuto via via sovvertire tutti i criteri, dedicandosi maggiormente ad apprezzare la violenza, la disobbedienza, la corruzione, i vizi, l'oscenità, la volgarità. Oggi, per esempio, la moda impone un paio di jeans sbrindellati e quelli sono considerati "belli", mentre qualche decennio prima chi li avesse indossati sarebbe stato classificato come "straccione".
E' un fenomeno normale nell'adolescente, quello di respingere tutti i sacri crismi degli adulti per trovare la propria personalità in comportamenti e idee differenti. E'
comunque segno di estrema debolezza e inadeguatezza educativa.
Il consumismo ha dato una forte mano a sovvertire tutti i criteri di saggia bellezza perché per attirare acquirenti bisogna proporre ogni anno qualcosa di nuovo e quando ormai hai inventato di tutto non ti resta che stracciare o togliere ciò che prima era considerato elegante.
Ma le stesse considerazioni si possono fare ad esempio nel campo musicale, dove in un secolo si è passati da musica classica sofisticatissima a semplici grugniti con accompagnamento di
tamburo, tipo preistoria, insomma!
Stessa cosa per i cibi o per i film o per le malsane abitudini di consumare alcol in modo spropositato o di buttarsi sull'effimero sollievo dello sballo da droghe.
Non ci possono essere dubbi: questa società ha perso di vista tutte le qualità che ho elencato all'inizio, dedicandosi ad apprezzare di più tutto ciò che era considerato semplicemente brutto e che oggi si vuol credere non lo sia più,
solo tanto per essere originali.
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(aprile 2021)
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