Fabrizio Bentivoglio biografia
Storia di Fabrizio Bentivoglio
L'attore
Fabrizio Bentivoglio è nato il 04 Gennaio 1957 a Milano.
Dopo essere approdato alla scuola del Piccolo di Milano, come ripiego al sogno primario di diventare calciatore,
debutta con "Timone d'Atene" di Shakespeare.
Il lavoro con bravissimi attori quali Romolo Valli, Giorgio De Lullo e Mario Scaccia, lo preparano per il successo
personale ottenuto lavorando ne "I parenti terribili" di Cocteau, diretto da Franco Enriquez.
Fabrizio Bentivoglio ha solo 22 anni quando viene attratto dal mondo nel cinema, esordendo come protagonista
interpretando "Masoch" di Franco Brogi Taviani, dando buona prova di sé, anche se la critica lo ha trascurato troppo
impegnata a criticare il regista e la storia.
L'eclettismo del giovane Bentivoglio viene utilizzato in tutta tranquillità da vari registi che lo hanno diretto
in nei più disparati ruoli ne "La vera storia della signora senza camelie" di Mauro Bolognini, a fianco di Isabelle
Huppert, "Morte in Vaticano" di Marcello Aliprandi, "Regina" di Salvatore
Piscicelli e "La donna delle meraviglie".
Nel 1986 incontra Gabriele Salvatores e per Fabrizio Bentivoglio è un bel colpo di fortuna, perché il noto regista lo
dirigerà in "Marrakech Express" a fianco di un grandissimo
Diego
Abatantuono e nel 1990 in "Turnè" ancora con Diego Abatantuono e
Laura Morante.
Nel 1993 lo vediamo recitare con Silvio Soldini in "Un'anima divisa in due", film che concretizzerà fermamente il
successo non solo del pubblico ma anche della critica, aggiudicandosi a Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Altri premi arrivano per il film "Testimone a rischio" di Pasquale Pozzessere: il Sacher d'oro, il Ciak d'oro e il David di Donatello come migliore attore.
Bravo giovane attore, romantico, corteggiato dalle donne, Fabrizio Bentivoglio è un poco sfortunato nell'accettare
ruoli che lo fanno passare inosservato come "Rebus" di Guglielmi, "La festa è finita" di Murgia, nel giallo "La fine è
nota" della Comencini, l"Americano rosso" di D’Alatri e l'"Aria serena dell’Ovest" (1990) di Soldini.
Nel 1993 con la partecipazione a "Un'anima divisa in due", Fabrizio Bentivoglio a Venezia, vince la coppa Volpi.
Fabrizio Bentivoglio è tra i protagonisti del tagliente "Come due coccodrilli" di Giacomo Campiotti nel 1994 ed in "Un
eroe borghese" (1995) di
Michele Placido, nel '96 è
straordinario nei panni del sacerdote pedofilo di "Pianese Nunzio 14 anni a maggio" di Antonio Capuano e convincente
in quelli dello psichiatra de "La balia" (1999) di Marco Bellocchio.
Alla fine degli anni Novanta, Bentivoglio è diventato, meritatamente, uno dei volto più intensi della sua generazione,
avendo dato vita ad una serie di ritratti che ne confermano il notevole talento.
Nel nuovo millennio, l'attore si lascia alle spalle i ruoli propri dell'attor giovane, per impegnarsi in ruoli di uomo
fatto, in ruoli che prevedono una complessità psicologica notevole.
Il 2003 è l'anno della promozione a grande attore ed al successo clamoroso con il film "Ricordati di me" di Gabriele
Muccino, accanto a
Monica Bellucci e
Laura Morante,
Silvio Muccino, successo ripetuto con
"L'amore ritorna" con
Margherita Buy,
Giovanna Mezzogiorno nel 2004 di Sergio Rubino, dando prova di una
grande professionalità con una recitazione senza retorica e modernissima.
Ormai sulla cresta dell'onda, dopo aver lavorato in "La terra" con
Claudia Gerini, ne "L'amico di famiglia", Fabrizio Bentivoglio passa alla regia con "Lascia perdere Johnny", con Lina Sastri.
Ma c'è anche un altro Fabio Bentivoglio: il musicista.
La passione per la musica è un sentimento che si è sempre portato dentro, ha sempre amato scrivere canzoni ; la musica
lo ha sempre accompagnato e sottolineato la sua vita sul palcoscenico e davanti alle cineprese.
Il suo sound ricorda artisti mitici e il suo stile accompagna testi ironici, romantici, surreali, supportati da
melodie contaminate da blues, swing e un tocco di napoletanità.