Lo scafandro e la farfalla
Lo scafandro e la farfalla
Titolo originale: Le scaphandre et le papillon
Nazione: Francia
Anno: 2007
Genere:
Drammatico
Durata: 112'
Regista: Julian Schnabel
Cast: Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Anne Consigny, Patrick Chesnais,
Niels Arestrup, Olatz Lopez Garmendia, Jean-Pierre Cassel, Marina Hands, Max von Sydow, Emma De Caunes, Michael Wincott, Gérard Watkins, Théo
Sampaio, Fiorella Campanella, Talina Boyaci, Isaach De Bankolé
Al cinema : 15/2/2008
Trama
AL'8 dicembre 1995 un ictus getta Jean-Dominique Bauby in coma profondo.
Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie sono deteriorate, colpito da quella che la medicina chiama locked-in syndrome, che lascia
perfettamente lucidi ma prigionieri del proprio corpo inerte.
Bauby non può più muoversi, mangiare, parlare.
In quel corpo rigido e incontrollabile come lo scafandro di un palombaro, solo un occhio si muove. Quell'occhio, il sinistro, è il suo legame con il mondo, con gli altri, con la vita.
Sbattendo una volta la palpebra, Bauby dice di sì, due volte, no.
Sempre con un battito di ciglia, ferma un interlocutore su una lettera dell'alfabeto che gli viene recitato secondo l'ordine di frequenza
della lingua francese: "E, S; A, R, I, N, T..."
Al momento dell'ictus Bauby era in procinto di scrivere un libro, ed è quello che farà anche se utilizzerà l'unico sistema che ha per uscire dallo scafandro.
Naturalmente l'argomento del libro sarà la sua vita, vista ora da un punto di vista che nessun essere umano ha comunicato.
Ad una giovane donna che accetta questo compito, lettera dopo lettera, Bauby detta parole, frasi, pagine intere...
Con il suo occhio Bauby scrive questo libro: per settimane intere, ogni mattina prima dell'alba, pensa e memorizza un capitolo che più tardi detterà.
Così, da dietro l'oblò del suo scafandro, invia le cartoline da un mondo dove vola leggera la farfalla del suo spirito.
Commento
Tratto dall'omonimo libro di Jean-Dominique Bauby, il film di Julian Schnabel racconta la storia dello stesso Bauby che, l'8 dicembre 1995 viene colpito da un ictus che lo getta in coma profondo.
Quando ne esce, tutte le sue funzioni motorie dalla testa in giù sono azzerate.
Il solo legame con il mondo, con gli altri e con la vita è il suo occhio sinistro.
Il registra per buona parte del film ci fa vedere il mondo proprio come questo occhio vede il mondo, in quella limitata inquadratura e ci fa ascoltare i pensieri, spesso ironici, quasi mai rabbiosi, di quell'uomo prigioniero del suo corpo.
Alle riprese limitate della visione di Bauby il regista, alterna flasback di immagini che sono reali nella mente del malato.
Il risultato è una prova di grande umanità nel contesto di un film di elevato livello artistico.
Alla fine lo spettatore, commosso, si domanda se siano più reali per il malato le immagini e le sensazioni che la sua memoria gli fa rivivere o il mondo che lo circonda nel presente da quale è tagliato fuori per sempre.
In un momento come questo dove si parla in lungo ed in largo di eutanasia, fine vita, diritto alla vita e diritto alla morte, questo film non si attarda a prendere posizioni pro o contro, ma si limita a raccontare una storia vera.
Da vedere.
Torna all'indice Cinema