Biografia e vita di Tassi Agostino (Italia 1578 (80) - 1644)
Tassi Buonamici Agostino, pittore italiano del tardo
Manierismo, nacque a
Ponzano Romano nel 1578.
Intorno al 1590 fuggì dalla casa paterna per trasferirsi a Roma dove fu introdotto in casa del Marchese Tassi come servitore, prendendo il nome ,del marchese Tassi di cui continuò a fregiarsi anche in seguito.
Intorno al 1595 l'artista si recò a Firenze dove, dopo essersi distinto in alcuni affreschi, venne preso al servizio di Ferdinando dè
Medici che, a causa di una rissa, lo condannò ad alcuni anni di confino (1594-1608) dove si dedicò allo studio del disegno marinaro.
Influenzato dall'arte nordica dei paesaggisti
Mattheus Bril e
Adam Elsheimer, divenne un ottimo interprete del repertorio marinaro e dell'affresco e venne incaricato di eseguire la decorazione del Duomo di Livorno.
Tornato, sei anni dopo, a Firenze eseguì molte altre opere prima di trasferirsi a Genova per affrescare alcune importanti ville.
Dal 1610 si trasferì a Roma, aprì una propria bottega e strinse amicizia con il pittore
Orazio Gentileschi, amico e discepolo del
Caravaggio, ben introdotto nell'ambiente ecclesiastico per la realizzazione di affreschi e pale d'altare.
Il Tassi venne incaricato di numerosissime opere che oggi possiamo ammirare al Palazzo del Quirinale, al Palazzo Lancellotti, alla Cappella
Paolina ed al Palazzo Doria Pamphilj.
Apprezzato pittore ai suoi tempi ed artista di primaria importanza nella storia del paesaggio in Italia, Agostino Tassi è noto per
l'originalità di suoi lavori paesaggistici, ma imponendosi anche come maestro quadraturista dipingendo ardite prospettive architettoniche,
tanto da essere considerato un anticipatore dell'Illusionismo
Barocco.
Dal settembre 1611 all'aprile 1612 i due artisti (Tassi e Gentileschi) lavorarono insieme alla decorazione a fresco del Casino delle Muse su
commissione del Cardinale Scipione Borghese, ma la loro collaborazione si interruppe temporaneamente durante la causa giudiziaria per l'accusa di stupro avvenuto ai danni della figlia di Orazio, Artemisia Gentileschi.
Anche se, come risultò dal processo, l'accusato fosse già stato coinvolto in processi per stupro, incesto, sodomia, furti e debiti: "mal huomo, mal cristiano e senza timor di Dio", il pittore se la cavò con soli otto mesi di reclusione, data la tolleranza del tempo circa le violenze nei confronti delle donne.
L'accusa di stupro è ancora controversa ed è stata ampiamente discussa ed esaminata dalla critica, che tende a dare un'interpretazione
psicoanalitica della tela
Susanna e i Vecchioni di
Artemisia Gentileschi, anche lei pittrice, opera in cui sembra che il Tassi venga raffigurato in uno dei "vecchioni" che porta come lo stupratore una folta chioma scura.
Agostino Tassi, che per molti anni si era attenuto allo stile Tardo Manierista, durante la maturità elaborò il suo stile in un classicismo
carraccesco del
Domenichino.
Pur essendo al suo tempo unanimemente riconosciuto per le sue straordinarie doti di pittore paesaggista e quadraturista, Agostino
Tassi diventò celebre per in noto processo intentatogli da una delle poche protagoniste femminili della Storia dell'arte: Artemisia
Gentileschi.
Agostino Tassi, descritto come "arguto, abile, intelligente, violento, avaro, vendicativo". Capace di suscitare al tempo stesso "odi profondi e grandi amicizie", ormai vecchio ed infermo si ritirò nella sua casa a Roma dove morì il 25 febbraio 1644.