Biografia e vita di Severini Gino (Italia 1883-1966)
Gino Severini, pittore italiano cubista e futurista, nasce a Cortona il 7 aprile 1883, dove completò gli studi primari prima di trasferirsi a Roma nel 1899 per frequentare corsi d'arte a Villa Medici.
Nel 1901 Severini incontra Umberto Boccioni (1882-1916), arrivato da poco a Roma e che sarebbe stato uno dei teorici del Futurismo.
Nel novembre 1906 Severini si trasferisce a Parigi per studiare la Pittura Impressionista, superata da qualche anno dal Neo-Impressionismo, incontrando Paul Signac
che aveva accolto il pensiero di George Seurat desiderando realizzare una pittura su basi scientifiche, in accordo con la sua esperienza Divisionista.
Gino Severini prende contatto con la maggior parte delle avanguardie parigine, tra cui Georges Braque, Juan Gris, Amedeo Modigliani e Pablo Picasso, Lugné- Poe e il suo circolo teatrale, i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort e Max Jacob, e l'autore Jules Romains, partecipando al nascere e allo svilupparsi del Cubismo.
Anche se profondamente coinvolto nella vita artistica parigina, il pittore mantiene stretti contatti con l’Italia e con l'evoluzione dell'Arte italiana aderendo al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Marinetti.
Meno attratto dal tema della macchina dei suoi compagni futuristi, Gino Severini sceglie spesso il tema della ballerina per esprimere le teorie futuriste del dinamismo nell'arte.
Frequentatore di cabaret, rappresenta, in modo molto efficace ed originale, quel mondo notturno di luci e danze in capolavori come La danza del pan pan al Monico (1911), Geroglifico dinamico del bal tabarin e Ballerina in blu (1912), giungendo ad una visione caleidoscopica in cui spazio e tempo, presente e passato, insieme e particolare, si fondono in una festa di luci e colori.
Severini contribuisce poi ad organizzare la prima mostra futurista alla Galerie Bernheim-Jeune di Parigi, nel febbraio 1912, e partecipa a mostre futuriste tenute successivamente in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1913, organizza mostre personali presso la Galleria Marlborough di Londra, alla Der Sturm di Berlino e, durante gli anni della guerra, continua a dipingere nello stile futurista su temi legati alla guerra.
Individuo fornito di un forte rigore costruttivo e di fantasia inventiva, Severini sa unire scienza ed arte, raggiungendo la più completa felicità espressiva quando, tra il 1910 ed il 1915, compone su un'unica tela il dinamismo futurista e la scomposizione e ricomposizione del cubismo, elaborando a fondo la teoria del cubismo sintetico.
Fra l'ottobre 1917 e l'agosto 1918 pubblica una serie di articoli dal titolo "La Peinture d'avant-garde" sulla rivista De Stijl.
Dal 1920 Severini divide il suo tempo fra Parigi e Roma, mentre lavora allo sviluppo del suo cubismo personale, che il critico d'arte Theo van Doesburg ha definito "psychisch kubisme" (in italiano: cubismo psichico) tentando l'applicazione delle teorie classiche di equilibrio, basato sulla sezione aurea, a soggetti figurativi dalla tradizionale commedia dell'arte.
Nel 1921 Severini sta già superando la fase cubista e pubblica il trattato "Du cubisme au classicisme" (Dal Cubismo al Classicismo), dedicandosi ad una pittura che si può definire "Neoclassica" con influenze Metafisiche, come d'altronde tutta la pittura Europea che, dopo la guerra, cerca di rispondere alla necessità di quel “ritorno al mestiere”, introdotta da un famoso articolo di Giorgio De Chirico pubblicato nel 1919 nella rivista “Valori plastici”.
Dal 1924 al 1934, anche a seguito di una crisi religiosa, si dedica quasi esclusivamente all'arte sacra esplorando e sperimentando le
tecniche dell'affresco e del mosaico. Esegue così grandi affreschi e mosaici, in particolare per le chiese svizzere di Semsales e
La Roche, poi in Francia e in Italia.
Nel 1930 il pittore, selezionato per la Biennale di Venezia, si trasferisce a Roma, dove partecipa alla Quadriennale nel 1931 e nel 1935,
anno in cui vince il Gran Premio per la pittura, presentando un'intera sala a lui dedicata.
Negli anni '50 Severini torna ai soggetti dei suoi anni del futurismo: ballerine, luce e movimento.
Severini muore a Parigi il 26 febbraio 1966, dopo aver lasciato centinaia di opere esposte nei musei di tutto il mondo ed avere
pubblicato importanti saggi teorici e libri d'arte.