Biografia e vita di Preti Mattia (Italia 1613-1699)
Mattia Preti, detto il Cavalier Calabrese, considerarsi il più grande pittore della Calabria, nasce a Taverna (Catanzaro) il 14 Febbraio 1613.
Affidato alle cure del dotto sacerdote Marcello Anania, per la sua educazione, a diciassette anni si trasferisce a Roma dove il fratello Gregorio aveva una bottega d’arte in Roma, dove si perfeziona nell’arte pittorica.
Fu nell'ambiente romano che Mattia Preti conosce la produzione pittorica di
Caravaggio e dei caravaggisti, che lo spingono a prepararsi per comporre opere altrettanto sorprendenti.
Il pittore si fermò a Roma per trent'anni, viaggiando nel frattempo per l’ Italia e all’estero; quasi sicuramente si recò nell'Italia settentrionale dove poté vedere la pittura dei
Carracci, di Lanfranco, del
Guercino e alla pittura del
Veronese.
Alla fase romana della sua attività appartengono gli affreschi in S. Giovanni Calibita e nell'abside di S. Andrea della Valle dove eseguì gli affreschi con Storie di S. Andrea; nel 1652 eseguì l'affresco in San Carlo ai Catinari a Roma rappresentante "L'elemosina di San Carlo".
Da questi lavori Mattia Preti nasce la notorietà di pittore che gli fruttano molte commissioni di dipinti e la protezione di potenti mecenati, tant’è che nel 1642 fu nominato Cavaliere di Malta.
Dal 1653 il pittore soggiorna a Napoli ove esegue varie serie di affreschi e numerose pale d’altare, divenendo personalità di spicco nella città.
Proprio a Napoli l'artista raggiunge un suo personale stile che comprende le esperienze caravaggesche e dei pittori che aveva incontrato negli anni
precedenti, pur restando all’interno del realismo figurativo di moda in quella città.
Tra il 1657 e il 1659 Preti esegue grandi affreschi votivi, purtroppo oggi perduti, sulle porte della città per la fine della peste; esegue sul soffitto
della chiesa di San Pietro a Maiella, un ciclo con "Storie della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria", due redazioni del "Figliuol prodigo" che oggi si trovano al museo di Capodimonte e a Palazzo Reale a Napoli, il San Sebastiano per la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori e la Madonna di Costantinopoli nella chiesa di Sant’Agostino agli Scalzi.
Nel 1661 è richiamato dal Gran Maestro dell’Ordine, il Cottoner, a Malta, dove si stabilisce e si impegna come pittore ufficiale dei Cavalieri dell’Ordine nella decorazione della cattedrale di San Giovanni a La Valletta e in numerose tele per le chiese dell’isola, mentre realizza anche numerose tele nelle chiese della natia Taverna, molte delle quali sono esposte nella chiesa di San Domenico e nel Museo Civico.
Produce a Malta una mole di opere che, collocate nel contesto creativo dell’intera vita, fanno ipotizzare al Sergi una produzione complessiva di oltre 400 tra tele ed affreschi.
La pittura è stata per Mattia Preti l’essenza della sua vita ed il tramite per avvicinarsi a Dio, tanto che amava dire ai poveri di cui si occupava: “per voi dipingo, non avendo per me bisogno di nulla”.
Morì il 3 gennaio 1699 a La Valletta, dopo aver realizzato centinaia di opere tanto belle che Longhi lo storico d'arte, lo ritiene “...corposo e tonante, veristico e apocalittico...Secondo solo a Caravaggio”.