Biografia e vita di Di Cambio Arnolfo (Italia 1240-1302)
Arnolfo di Cambio, noto anche come Arnolfo di Lapo, nasce a Colle Val d’Elsa in provincia di Siena intorno al 1240, ed è tra i più rappresentativi scultori dell’età gotica. Il papà, Messer Lapo, è notaio.
Oltre a dedicarsi alla scultura, il Maestro è indubbiamente anche: architetto, ingegnere (come dimostra la sua attività giovanile per Carlo d'Angiò), urbanista, e forse, stando alle appassionate ipotesi di qualche critico d'arte, anche pittore, se lo si vuole identificare autore de "il Maestro di Isacco", celebri scene nella Basilica Superiore di Assisi.
La sua formazione avviene presso la scuola di
Nicola Pisano, con il quale collabora ad alcune opere, ma dal 1277 lavora da
solo a Roma, al servizio del re di Sicilia, Carlo I d’Angiò.
Giorgio Vasari lo definisce, nelle "Vite", come un personaggio poliedrico, capace di restituire dignità all'architettura dopo i presunti "secoli bui", svolgendo anche un ruolo fondamentale nel rinnovamento urbanistico e architettonico di Firenze e nella nascita delle "terre nuove": San Giovanni
Valdarno, Castelfranco e Terranuova.
Tra le varie attività come architetto, Arnolfo firma il progetto della Basilica di Santa Croce a Firenze.
Tra il 1276-77 lascia la bottega di Nicola Pisano e si trasferisce a Roma.
Realizza una tra le sue prime opere romane, il "Monumento Annibaldi", oggi perduto quasi del tutto. Vivendo a Roma conosce le opere classiche, i ruderi della classicità, ma soprattutto con i cosmateschi, ovvero i marmorari laziali, dai quali apprende il tipico uso del colore.
Nel 1277 probabilmente realizza la "Statua di Carlo d’Angiò", attribuita per motivi stilistici e storici ad Arnolfo.
Le forme rettangolari e massicce, il panneggio semplificato ma netto, la postura, quasi di ispirazione dell'arte greco antica, esprimono il carattere fiero e austero del sovrano.
Intorno al 1281 si segnala la presenza di Arnolfo a Perugia, dove esegue tre figure di assetati, resti di una fontanella per la Piazza Maggiore, di sobrio ed efficace naturalismo.
Nel 1282 Di Cambio è ad Orvieto per realizzare l’importante "Monumento del cardinale de Braye", opera di gusto classico cosmatesco.
Nel 1285 il maestro torna a Roma, e si dedica a due Cibori nella Basilica di San Paolo fuori le mura ed in Santa Cecilia in Trastevere, il Ciborio di San Paolo, e il Ciborio di Santa Cecilia, dalla totale armonia fra architettura classica e decorazione gotica moderata.
Intorno al 1294-1295 è di nuovo a Firenze, dove svolge il ruolo di architetto per il progetto urbanistico della città di nuova fondazione di San Giovanni Valdarno.
Nel 1296, a Firenze, gli viene commissionato un lavoro per realizzare il Duomo.
Scolpisce per la facciata alcune statue, la "Dormitio Virginis", la "Madonna con il bambino", la "Madonna della natività", opere che sembrano concepite come un fregio unico, pur avendo volumi chiari e definiti, oltre che autonomia espressiva.
Le opere di Arnolfo di Cambio
(1277) Ritratto di Carlo I d'Angiò Musei Capitolini di Roma
(1282) Monumento funebre del cardinale De Braye chiesa di San Domenico a
Orvieto,
(1285) Ciborio della basilica di San Paolo fuori le mura,
(1293) Ciborio di Santa Cecilia in Trastevere, presepe di Santa Maria Maggiore
(Roma),
(1294-1295) Chiese di Santa Croce,
(1296) Santa Maria del Fiore, Santa Maria Novella, Palazzo della Signoria,
(1300) Monumento a papa Bonifacio VIII Basilica di San Pietro; otto statuette
che rappresentano i personaggi della natività ed i Magi; Roma: nella Basilica di
Santa Maria Maggiore; progetto urbanistico della città di San Giovanni Valdarno;
ritratti per monumenti funebri papa Clemente IV di Pietro di Oderisio conservato
nella chiesa di San Francesco di Viterbo.
Non esiste nessuna certezza sulla data
di morte di Arnolfo di Cambio, attestata da qualcuno nel 1302, avvenuta comunque
prima del 1310.