Biografia e vita di De Vivo Prisco (Italia 1971)
Prisco De Vivo nasce a San Giuseppe Vesuviano (NA) nel 1971.
Dall'infanzia rivela un’eccezionale predilezione per il disegno, tanto che la sua prima produzione artistica attira l’attenzione del Maestro
Pietro Annigoni, che, fin dall’inizio, ha particolari cure per lui.
Nel 1986 De Vivo frequenta l'Istituto D’Arte di Torre Annunziata. I brillanti risultati ottenuti nel disegno lo portano ad avere consensi e riconoscimenti negli ambienti dell’arte.
Nel 1987 gli viene allestita la prima mostra personale in un convento francescano ad Ostuni (Br).
La natura inquieta e nervosa lo conduce sempre più all'isolamento, tanto che nel 1989 sospende gli studi e inizia a dipingere, avviando così una pittura figurativa di “presenza e assenza”, con un impianto pittorico dai toni cupi, che rivela forti connotazioni surrealiste e mistico-oniriche: a questo periodo pittorico lìartista dà il nome di “Visa Somnorium”.
Dal 1991 ricerca il confronto, partecipando a rassegne e allestendo mostre personali; frequenta così ambienti culturali e intreccia amicizie con artisti, letterati e filosofi.
Dal 1992 l’artista inizia a produrre una serie di opere costituite dall’assemblaggio di legni colorati e combusti che intitola “Enigma” e “Ascesi”.
Dal 1994 si propone a una maggiore attenzione da parte di pubblico e critica d’arte con una mostra tenuta al “Club Bellini” di Napoli dal titolo “Riemersioni dalla cenere”: nelle sue tele figure tristi e alienate si dibattono nellìimpasto di cenere-pittura”.
In seguito partecipa a “Natale a Realvalle”, Quinta edizione, invitato da Angelo Casciello a presentare le sue curiose figurazioni nellìantica abbazia di S. Pietro a Scafati ( Sa).
Nel 1995 partecipa alla mostra “Utopie 95”, tenuta alla Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Bivongi (Ca).
Nel 1996 presenta nel Campanile di S. Michele Arcangelo a Saviano (Na) l'istallazione “Ovum Progressus”, dal ciclo “La malinconia dell’uovo”.
In questo periodo, particolarmente importante per il suo lavoro, incomincia a delineare la sua ricerca espressiva in modo ciclico.
Con più convinzione e maggiore determinazione nascono: “La Malinconia dell’uovo” 1995; “Le scarpe di Auschwitz” 1995-1996; “I Ripari” 1996; “L’Imbuto e il suo psicodramma” 1997; “Le bamboline in bocca” 1998. Successivamente: “I crocefissi in bocca” 2000; “L’enigma della macchina da cucire” 2001-2002; “Sfilate trascendentali” 2003-2004.
Nel 1996 Angelo Calabrese di lui ebbe a dire: «De Vivo investiga per cicli, indaga con progettualità e consapevolezza culturale, mirando a cogliere l’indeterminazione tra “ebetismo stuporoso”, “horror allucinato”, “rinuncia all'esserci” e risolvendo nel vuoto di presenza lo spasimo di disordini costanti, perenni attentati all'uomo ab ovo, dalla pietra del primordio, dai giochi tecnologici, alle prospettive di atrocità più avanzate che nell'umanità irrisolte renderanno più precaria e sofferente la caducità dellesistenza».
Nel contempo De Vivo allarga la sua sfera di competenze e attività, interessandosi di teatro, di cinema, di letteratura e scrive raccolte di poesie come “L’inverno nel cuore”, “Nel corpo della sofferenza”, “Il lume della follia” che gli vengono pubblicate su diversi giornali e riviste specializzate.
Redige la sceneggiatura dell’“Angelo Cieco”, rappresentazione teatrale tratta e ispirata dalle “Elegie Duinesi” di Rainer Maria Rilke; viene rappresentato con il giovane attore Angelo De Vivo nel piazzale del Convento di S. Egidio in Benevento nel maggio del 1999.
Partecipa come attore insieme all'artista Peppe Capasso al lavoro teatrale “Regola del Tiro alla Fune”, omaggio a Giacomo Leopardi a Torre del Greco (Na).
Nell'aprile del 1997 organizza a Saviano (Na), con lo sceneggiatore Mario De Sena e l'artista Felix Policastro, la manifestazione di cinema e poesia intitolata “Cinema dello Sguardo”.
Nello stesso anno, insieme al poeta Nino Velotti, organizza una mostra personale investendo gli spazi alternativi dell’ “Elettro Garden”, privè della discoteca “Cube” di Mugnano (Na).
Sempre nell’anno 1997 viene invitato dal critico Gaetano Romano alla mostra “Teche della memoria“, tenuta ad Ottaviano (Na) e a Nocera Inferiore (Sa), a cura della Galleria “Il Ponte”.
In questa occasione De Vivo presenta il ciclo dei suoi “Ripari”, del quale il critico Stefania Zuliani afferma: «esplicite quasi urlate sono invece le figure del giovane Prisco De Vivo, i suoi volti i suoi corpi che tradiscono un’evidente tensione drammatica ed espressionista, una sofferenza acuta e senza redenzione che scandisce le pagine angosciose del ciclo pittorico “Al Riparo” ».
Nell'anno 1998 partecipa a “Galassia Gutemberg” di Napoli, a “Libro ’98” a Fortezze da basso a Firenze, a cura della Galleria Arte X Arte.
Sempre nello stesso anno è invitato da Gustav Krefeld a Villa Kallerman a Postdam in Germania a tenere una mostra personale dei suoi disegni.
A dicembre 1998 allestisce a Napoli la mostra evento “La Parola Negata”, presso la Sala Gemito in Galleria Principe di Napoli, a cura di Gaetano Romano; la mostra fece anche da cornice ad una performance teatrale intitolata “Gemito tra corpo e arte”, con lettura di brani della poetessa Wanda Marasco, tratti da “L’Arciere d’infanzia”, suo primo romanzo. Nella circostanza G. Romano, in una successiva tavola rotonda, dice: «l’artista coniuga l’urlo con il silenzio e satura lo spazio e il tempo di quello stesso silenzio ammonitore».
Nel 1999 è invitato dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina in Sicilia a lavorare nel laboratorio di “Nuove Ceramiche Gibellina” su dieci sculture relative alla tematica delle “Bamboline in Bocca”; in quell’occasione incontra il filosofo Manlio Sgalambro, il quale dedica attenzione alla sua opera. L’incontro ispira la nascita di una raccolta di considerazioni intitolata “Pensare dall’ombra”, idealmente dedicata al filosofo.
Sempre nello stesso anno De Vivo viene invitato dall'artista Franco Cipriano a partecipare alla mostra “Le porte dell’arte / le porte del tempo”, tenuta nella sede di “Mexall Progress” di Scafati (Sa), a cura del critico Massimo Bignardi e del filosofo Enzo Cocco.
Sempre nell'anno 1999 organizza presso la Libreria “G. Minieri” di Nola, con la collaborazione degli Studi Filosofici di Napoli, la mostra “Urlo sotterraneo” (Poeti per Prisco De Vivo) raccolta di opere dal 1994 al 1998; nel catalogo in bianco e nero compaiono otto inedite liriche dedicate alla sua opera da otto autorevoli poeti campani.
Inoltre nel 1999 approfondisce lo studio di filosofi come Giordano Bruno, Arthur Schopenhauer, Søren Kierkegaard, Emil Cioran maturando così una sua linea di pensiero che unisce la Metafisica al Pessimismo, l’Esistenzialismo al Trascendentalismo, studi che spalancano ulteriormente il suo orizzonte creativo.
Ha partecipato dal 1999 al 2000 alla “Fiera Art Bruxelles” e all’“Arte Fiera di Bologna” con la Galleria Mimmo Scognamiglio di Napoli.
Nel 2000 e 2001 è presente a due edizioni del “Premio Morlotti-Imbersago Lecco”.
Nel 2001 è tra gli artisti di una mostra tenuta a Palazzo dei Congressi di Lugano (Svizzera) dal titolo “Colori e Forme del terzo millennio”.
Sempre nell’anno 2001 partecipa a “Napoli e Terra D’Otranto: Aspetti della giovane arte al sud”, Terra D’Otranto Festival (Castello Aragonese, Otranto Lecce) a cura di Massimo Guastella e della Galleria Mimmo Scognamiglio di Napoli.
Inoltre nel 2001 con la scultura “La lunga bambolina in bocca” si aggiudica il II Premio Nazionale di Scultura - Spinetoli (Ascoli Piceno 2001); l’opera viene realizzata in bronzo e conservata nel “Museo della Scultura” di Ascoli Piceno.
Nel marzo 2003 realizza la mostra personale “Rosso Filosofico” nella Galleria Salvatore Serio presentata dal saggista e scrittore Enzo Rega.
Nel 2003 è presente alla Mostra Collettiva “Liber/Azione 2” a cura di Marisa Cortese a Villa Dossola (Verbania).
Inoltre nello stesso anno viene incaricato dal Comune di Palma Campania (Na) per la realizzazione di una lapide Commemorativa in bronzo dedicata al filosofo Vincenzo Russo (martire della Repubblica Napoletana) morto nel 1799, posto nella Sala comunale a lui intitolata.
Nel 2004 pubblica la raccolta di poesie: “Dell’amore, del sangue e del ricordo” con una presentazione del critico letterario Plinio Perilli ed una post-fazione del poeta Raffaele Piazza edito da Il laboratorio / le Edizioni.
Nel medesimo anno è stato invitato dalla Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano (Modena) alla mostra “Dinamiche del volto” dedicato all’indagine sul volto umano nell’arte contemporanea a cura di Paolo Donini e Daniela Del Moro.
Contemporaneamente lavora ad una mostra-evento sulla figura del filosofo Giordano Bruno, ed inoltre realizza il progetto di una mostra personale in Italia e in Francia intitolata: “Al Poeta Nero” omaggio ad Antonin Artaud, che vede partecipi nel catalogo Pippo Delbono, Vitaldo Conte e Felice Piemontese.
Nel 2005 è invitato da Massimo Sgroi alla mostra collettiva “Vino! (dai riti dionisiaci alle mistiche del vino nell’età del cyberspace)” nell’affascinante struttura del Belvedere di S. Leucio (Caserta) e viene anche segnalato per la manifestazione denominata “Biennale di Praga” nella sezione Mostra/Italia: identità-studium, curata da Francesco Gallo.
Il noto critico Francesco Gallo è tra i più attenti studiosi dell’eclettismo nell’arte e negli ultimi anni segue l’artista con interesse e proprio nel testo di un catalogo monografico scrive: «De Vivo è un artista sapienziale che immette nella sua opera una qualità di pensiero capace di trasformare l’essenza e l’apparenza in un fluido dalle valenze catturanti, per quel “tanto” di sublime che riesce a sprigionare esaltando l’espressionismo e facendolo assurgere ad apologo del nostro tempo, alto e crudele».
Nel 2006 inizia la collaborazione con la Galleria “Arteinvest” di Roma e aderisce alla compagnia “Eklektika” curata proprio da Francesco Gallo, che lo fa partecipe a diverse mostre/progetto, tra cui sono da segnalare “Tabula Picta” (Si guarda ma non si tocca) Contemporanea (Forlì Fiera) 2006; “Agatarte” Chiesa di S. Giuseppe al Duomo (Catania) 2007; un video/documento sulla sua opera e sulla sua figura d’artista girato dal regista Stefano Laurete uscito in televisione su Roma 1 Sky e su diversi canali di Tv digitale terrestre.
Alla fine del 2006 ha allestito una mostra personale dal titolo “Affabulazioni pittoriche “ nel nuovo spazio della Galleria “Magica Terra” di Taranto, la mostra ha avuto la cura dell’artista Giulio Dimitri e di Gaetano Romano. La rassegna ha fatto parte al progetto “Nuovi aspetti nella creatività artistica dell’Italia del sud”. Rassegna che ha visto protagonisti le ricerche della giovane creatività artistica del mediterraneo.
In questo ultimo periodo è impegnato nella pubblicazione, con il laboratorio/le Edizioni, del Libro/catalogo “Segni e Parole (in una notte oscura e uggiosa)”, lavoro di poesia e immagini realizzato insieme al poeta Raffaele Piazza ed al fotografo Nicola Molaro, dedicato a Pier Paolo Pasolini, e nella pubblicazione del piccolo Libro di poesia e opere intitolato “Ad Auschwitz” sulla tragedia della Shoa, dedicato a tutte le vittime dell’olocausto nella storia. Il testo oltre a comprendere una toccante prefazione di Enzo Rega è arricchito da una lettera di postfazione della scrittrice Antonella Cilento.
La sua attuale ricerca artistica è rivolta verso l’indagine di una bellezza femminile tragica e metafisica, una condizione mistica e atemporale che investe non solo la sensualità femminile, una vibrazione misteriosa ed inquietante che si fa essenza ed è proprio su questa linea di confine della bellezza che nascono gli ultimi cicli delle sue opere quali: “le Modelle”, “le Spose”, “i Volti” e “le Mistiche”.