Biografia e vita di De Ribera Jusepe Lo Spagnoletto (Spagna 1591-1652)
Il pittore ed incisore
Jusepe de Ribera, detto
Lo Spagnoletto per la sua bassa statura, nasce a Jà¡tiva, Valencia, nel 1591.
La sua pittura ha influenzato tutta la pittura europea nel XVII secolo.
La prima formazione avviene in Spagna presso la bottega di
Francisco Ribalta, ma la sua vera formazione avviene in Italia.
Per seguire il padre, soldato spagnolo a servizio Italia, Lo Spagnoletto lascia la Spagna per trasferirsi appunto in Italia.
Inizialmente visita il Nord dove insegue le orme del
Caravaggio e realizza copie e imitazioni di
Tintoretto e di
Correggio. Visita Cremona, poi Milano e nel 1611 Parma.
Dopo tre anni si trasferisce a Roma, dove dipinge le sue prime opere, la serie di "Cinque Sensi" in cui si ritrovano le influenze caravaggesche.
Nel 1616 si sposa con Catalina, figlia del pittore
Giovanni Bernardo Azzolino, e si trasferisce a Napoli.
Dal 1616-1620 passa sotto la protezione del viceré e grande statista duca di Osuna.
Le prime opere che esegue a Napoli, gli "Apostoli della Quadreria dei Girolamini" e i "SS. Pietro e Paolo", sono collegate alle opere che eseguì a Roma. C'è grande rivalità in quegli anni tra lo Spagnoletto e l'altro grande pittore del seicento napoletano:
Massimo Stanzione.
Da segnalare è il suo incontro con
Velazquez che avviene a Napoli nel 1630 e che determina un cambiamento nella sua pittura. Il tratto e il colore diviene più pacato, delicato e dal tono più chiaro. A testimonianza di questo cambiamento ci sono le opere: "Giacobbe", "Archimede" e l'"Apostolo".
Alla morte del Duca Di Osuna, Jusepe De Ribera passa sotto la protezione del Duca D'Alba per il quale realizza anche incisioni e disegni portandolo ad essere uno degli artisti più prestigiosi d'Europa.
Dopo aver ricevuto a Napoli la visita di
Jusepe Martinez,
Pacheco e
Velazquez, rifiuta di tornare in Spagna.
Nel 1626 esegue il "Silenzio ebbro", dipinto celebre per il suo grottesco umorismo e per i violenti contrasti di luce.
Nelle opere più tarde dell'artista la composizione si fa più libera e i colori più chiari, riuscendo a rappresentare atmosfere più delicate, nelle quali la vita interiore dei personaggi diventa l'elemento principale, come ne "La Pietà e l'Apollo" e "Marsia", entrambi del 1637, che rivelano uno stile elegante, con suggestioni di
Van Dyck, e il passaggio dalla maniera di
Caravaggio a quella barocca.
Intorno agli anni '30-'40 a Roma si inizia a diffondere la cultura-neoveneta che influenza notevolmente la pittura dello Spagnoletto, come si può notare dalle tele come "Venere e Adone", o "Giacobbe e Isacco".
Nei primi anni '40 il pittore, s'eppure gravemente malato, continua ad esercitare la sua attività, realizzando capolavori come il "Matrimonio mistico di Santa Caterina", "l'Adorazione dei pastori" e la "Comunione degli Apostoli di San Martino".
La maggior parte delle sue opere sono eseguite a Napoli, anche se lascia alcuni lavori anche ad Aversa, per la precisione nella chiesa di San Francesco delle Monache, dove dipinge sull'altare maggiore della chiesa l'opera "Estasi di San Francesco". Il dipinto, datato 1642 e firmato dall'artista, è sempre stato lodato dai critici.
In questi anni il suo lavoro è quasi sconosciuto all'estero ed ignorato anche in Spagna, tanto che quando nel XVIII secolo la regina Isabella Farnese censisce le perdite subite a causa di un incendio, le opere di Ribera vengono erroneamente attribuite a
Murillos.
Jusepe de Ribera muore a Napoli nel 1652, anno in cui realizza la sua ultima opera, "Lo Storpio", nel quale l'abilità nel ritrarre la personalità del soggetto segna un punto di rottura con le idealizzazioni del manierismo ed è la principale eredità che Ribera lascia all'arte spagnola dei secoli seguenti.
Lo Spagnoletto è sepolto nella Chiesa di Santa Maria del Parto nel quartiere Mergellina a Napoli.