Biografia e vita di Bramante Donato (Italia 1444-1514)
Donato di Pascuccio di Antonio, detto
Bramante, nasce nel 1444 nel Ducato di Urbino, centro culturale dell’Umanesimo, nel piccolo paese Monte Asdrualdo (oggi Fermignano).
Bramante è il genio caratteristico del Cinquecento, il secolo delle riforme, della rivalutazione dell'individualità contro lo strapotere centrale, della trasformazione di tanti valori sui quali è destinata a nascere l'Europa culturale attuale.
Inizia molto giovane il suo apprendistato artistico presso la bottega di fra' Carnevale, dove diviene pittore specializzato nel realizzare le scene architettoniche poste da sfondo alle rappresentazioni.
La sua prima formazione artistica avviene proprio nella sua città natale ma presto inizia a viaggiare e a lavorare a Mantova, Milano e Roma.
Donato Bramante, facendo parte della bottega di Federico da Montefeltro, partecipa al cantiere del Palazzo Ducale progettato da Luciano Laurana (forse nella Cappella del Perdono) e dopo il 1472 conosce
Francesco di Giorgio.
Entra in contatto con il
Mantegna,
Piero della Francesca,
Luca Signorelli,
Melozzo da Forlì.
Nel 1476 Bramante decide di spostarsi verso Nord.
Raggiunge l'anno successivo Bergamo, dove lavora come pittore, affrescando la
facciata del Palazzo del Podestà, con soggetti di filosofi in inquadrature
architettoniche. Successivamente si reca a Milano, dove resta a lungo.
Donato Bramante arriva a Milano per la prima volta nel 1478, probabilmente su richiesta di Federico da Montefeltro.
Gli vengono commissionati dei lavori al Palazzo di Federico da Montefeltro a Porta Ticinese, dono di Galeazzo Maria Sforza.
La sua presenza a Milano è stabile per diversi anni, come testimonia l'Incisione Prevedari, realizzata su suo disegno.
Fino ai primi anni ‘90 del Quattrocento, Bramante continua la sua attività di pittore; realizza, infatti, gli “Uomini d’arme”, il “Cristo alla Colonna” e gli affreschi in casa Fontana Silvestri.
Conosce
Leonardo, lo indirizzano verso l'impiego di forme architettoniche sontuose e classiche, secondo una concezione organica delle masse strutturali per creare equilibrio e armonia.
Tra il 1480 e il 1490 si dedica con passione all'architettura..
Il suo piano di creare una "Prospettiva di città ideale" è una sorta di manifesto della nuova architettura milanese, ormai pienamente rinascimentale.
Le sue opere architettoniche più famose a Milano sono Santa Maria Presso San Satiro del 1482-1486, la Trasformazione di Sant'Ambrogio del 1492-1500 e La canonica.
Di questo edificio Bramante riesce a costruire solo uno dei quattro lati previsti. Imposta le colonne per il secondo, che non verrà mai innalzato. Una caratteristica importante di questo progetto è la presenza di colonne ad tronkonos (simili a dei tronchi d'albero spogliati) che reggono un arco di trionfo.
Tutto il complesso ha lo scopo di ricordare un foro romano, avendo un porticato sui quattro lati e con un arco di trionfo per ogni lato.
A Milano lascia anche altre importanti opere commissionate da Ludovico il Moro e dal fratello Ascanio Sforza.
La richiesta dei committenti riguarda due interventi: la creazione di una canonica e due chiostri per i monaci cistercensi.
Al centro dei due grandi chiostri del Bramante c'è un refettorio che oggi ospita l'Università Cattolica.
Invenzione del Bramante è la concezione di un nuovo tipo di convento, tipologia imitata poi per tutto il '500.
Il portico è altissimo, 7,5 metri d'altezza e serve ad ospitare grandi stanze, come mense e biblioteche, oltre che due piani di celle per i monaci.
Nel 1492 progetta la tribuna di Santa Maria delle Grazie, imposta la Sagrestia Vecchia e il chiostro minore.
Nello stesso periodo progetta la canonica di Sant’Ambrogio, incompiuta, e nel 1497 i due chiostri del monastero cistercense di Sant’Ambrogio, realizzati poi da altri artisti.
In questi anni Bramante è attivo a Milano anche come pittore: lascia gli affreschi frammentari "Uomini d'arme e filosofi" (oggi a Brera) per la casa del poeta Gaspare Visconti, mecenate e protettore dell'artista.
Bramantino, ovvero Bartolomeo Suardi, che studia dal Bramante dopo un'iniziale formazione presso
Bernardino Butinone.
Milano è occupata dalla Francia ragion per cui molti artisti, tra cui anche Leonardo, sono costretti ad abbandonare la città.
Verso il finire del 1499, anche Bramante lascia Milano per trasferirsi a Roma. Realizza il Chiostro di Santa Maria della Pace, il Tempietto di San Pietro in Montorio, commissionato dal Re di Spagna e il Cortile del Belvedere.
Durante la sua permanenza a Roma Bramante ha occasione di incontrare vari architetti come fra' Giocondo,
Giuliano da Sangallo
e
, Baldassarre Peruzzi ed altri artisti geniali come il grande
Raffaello e
Michelangelo.
Nel 1506 Bramante viene nominato architetto pontificio da Giulio II, incaricandolo della demolizione e ricostruzione dell'antica basilica costantiniana di San Pietro.
Il progetto del Bramante è originale e grandioso.
Nel progetto di San Pietro l'architetto Bramante integra il coro in un corpo longitudinale, allarga il diametro della crociera e quello della cupola e colloca la tomba di San Pietro esattamente al centro, proponendo un edificio a pianta centrale a croce greca con altre quattro croci greche più piccole disposte simmetricamente intorno ad una grande cupola centrale.
Rinuncia a questo progetto perché il papa fece concentrare i lavori sul braccio del coro e sulla cappella funeraria.
Tutto il piano bramantesco della Basilica di San Pietro non viene eseguito per vari motivi anche se comunque lascerà una forte impronta nello sviluppo successivo dell'edificio con il sistema della grande volta a botte con i quattro pennacchi diagonali che sorreggono una vasta cupola emisferica.
Non riesce a terminare il lavoro in quanto nel 1514 il Bramante muore, ma i lavori su San Pietro continuano, affidati prima a
Raffaello e successivamente a
Michelangelo, che termina la grandiosa cupola.
Bramante muore infatti a Roma nell'aprile del 1514 a settant'anni e fu sepolto nelle grotte vaticane.
Il suo contributo rimane fondamentale per l'evoluzione dell'arte e dell'architettura.