Biografia e vita di Bellorini Ferdinando (Italia 1913-2011)
Ferdinando Bellorini nasce a Laveno Mombello il 2 novembre 1913 e muore a Toscolano Maderno il 19 novembre 2011.
La sua famiglia è di umili condizioni (padre capomastro e madre cuoca). Giovanissimo dette mano al pennello e si fece subito notare per la sua spiccata capacità di creare ed esprimere con naturale disposizione elementi pittorici di rilievo.
Quindi diventa allievo e poi compagno di lavoro di Arturo Tosi.
Dopo essersi fatto conoscere ed apprezzare a Milano e Brescia, alla fine degli anni ’50 si trasferì a Roma dove riscosse unanime approvazione di critica e di pubblico.
Entra a far parte del gruppo della “Balduina” con David Grazioso e
Sante Monachesi.
Ha insegnato in diverse scuole pubbliche e private, ha tenuto mostre personali e collettive in Italia e all’estero, dai piccoli paesi di
provincia alle grandi metropoli.
Sempre in contatto con i grandi pittori, in più di un’occasione è stato componente di giurie ed espositore
nelle più prestigiose gallerie e mostre nazionali ed internazionali con Angelo Canevari,
Filippo de Pisis,
Salvatore Fiume, Giovanni Omiccioli,
Giorgio De Chirico,
Renato Guttuso,
Carlo Carrà,
Giorgio
Morandi,
Mario Sironi, Domenico Purificato,
Giacomo Balla e il grande pittore, storico e scrittore Carlo Levi, grande ammiratore e amico del Maestro.
Nel corso della sua carriera artistica ha ricevuto premi di notevole valore e prestigio storico, oltre a tanti diplomi di merito. Delle sue
opere hanno parlato critici, giornalisti e artisti tra i quali Berenice (alias Jolena Baldini), Michele Biancale, Liana Bortolon, Renzo Biasion,
Renato Civello, Catalano, Gualtiero Da Vià, Berlozzi, Paolo Fortini, Sandra Giannattasio, Virgilio Guzzi, Duilio Morosini, Piero Girace,
Pierluigi Scarpa, Ugo Moretti, Domenico Purificato, Vittorio Scorza, Marcello Venturoli, Paola Hoffmann, Rolando Renzoni, Luigi Montanarini,
Ugo Attardi, Paolo De Caro, Luciano Santoro, Franco Passoni, Valerio Mariani, Franco Miele, Bruno Morini, Giuseppe Pensabene, Carlo Giacomozzi, Yvon De Begnac, storico, scrittore e critico d’arte a livello internazionale.
Nel 1965 e 1967 anche la RAI TV si è occupata della sua personalità artistica con una lunga intervista televisiva in diretta. Bellorini era infatti risultato il pittore più premiato d’Italia per la pittura e le composizioni tonali delle sue figure, molto apprezzate anche dalla critica internazionale.
Nel 2000 si è trasferito a Toscolano Maderno, nel bresciano, dove ha continuato la sua attività artistica fino a pochi mesi dalla sua morte. Si è spento serenamente all’età di 98 anni.
Ferdinando Bellorini è considerato dalla critica un grande maestro dell'arte moderna, un veterano dell’arte, un pittore dal talento eccezionale con un bagaglio artistico, culturale e storico.
Giudizio critico
La sua arte, tendenzialmente espressionistica e aderente alla corrente della Scuola Romana, ha uno stile
del tutto personale. Nei dipinti vi è la tendenza a “sfocare” tutta la sua pittura, evitando il risalto di colori
di altri pittori; nella sua pittura tonale predominano i colori tenui che conferiscono ai quadri lo stile
personale.
Il pittore, formatosi negli anni del dopo guerra, quando la cultura artistica italiana si apriva alla più
qualificata esperienza dell’avanguardia europea, ha proceduto coerentemente. Il Bellorini ha studiato
prima l’Impressionismo, quindi il Futurismo e l’Astrattismo, per arrivare all’immagine tanto riflessa
quanto pura e scarnita.
Il suo stile è qualcosa tra i Macchiaioli toscani e l’Impressionismo francese, però personalizzato al punto
che un quadro di Bellorini si riconosce senza tentennamenti, ed il fruitore sa captare subito il messaggio
che il pittore con le sue robuste macchie vuole esprimere.
Linea e colore, trasparenza e sovrapposizioni sono i valori dominanti nell’immagine: la quale vuol essere
significativa e allusiva nelle sue forme elementari, vuol richiamarci ad una figurazione ridotta a segno
ideografico.
Nei suoi dipinti riesce a conquistare una visione e una capacità espressiva da pittore senza soggiacere
alle mode, con un’emozione diretta del mondo naturale. La sua pittura è inventata con disegno e colore
quali il racconto esige, realizzata con tenera precisione in modo organico e che raggiunge la
trasfigurazione delle cose rappresentate. Oggetti e cose tradotti in pittura con uno stato d’animo di
nostalgia per il mondo delle cose logorate dal tempo.
La pittura, la tela dell’artista lombardo, ha una particolarità propria che non ha eguale: uno stile, un
modo di creare ed esprimere l’arte, di sentire e portare sulla tela il sentimento dell’arte, molto personale.
La sua creazione pittorica si chiama “pittura tonale su ocra”, con predominio dei colori rosso e giallo (i
due colori che l’artista predilige), che non ha eguale e lo distingue per l’ottima composizione degli
elementi. I soggetti dei suoi quadri (siano essi case, oggetti o persone) sempre in tenue e perfetta
armonia tra loro e dai dominanti colori rosso e giallo, rivelano appieno la capacità creativa, compositiva
ed espressiva dell’artista, oltre all’incisiva e personale “invenzione”. Inoltre il pittore ottiene una
composizione con il minimo delle risorse, ovvero riesce a creare sulla tela opere di rilievo con minimo
materiale, operando con istintiva naturalezza.
I soggetti che più ricorrono nei suoi dipinti sono paesaggi, ruderi, ebrei erranti, bagnanti al mare, ciociare e ragazzi in cortile,
affreschi delle tombe etrusche, nudi e nature morte.