Biografia e vita di Barocci Federico (Italia 1535-1612)
Barocci Federico, alias Federico Fiore, soprannominato
Il Baroccio, pittore e disegnatore italiano, nasce a
Urbino intorno al 1526 e, ad eccezione di due viaggi a Roma all'inizio della sua carriera, ha vissuto a Urbino tutta la vita.
Circondato da centinaia d'opere d'arte della sua città, Federico si è formato come pittore studiando prima con suo padre,
Ambrogio Barocci discreto scultore, poi è stato apprendista presso il pittore veneziano
Franco Battista (1498-1561) esponente del
Manierismo Romano, ma più apprezzato come disegnatore.
Era solo un adolescente quando accompagna lo zio
Bartolomeo Genga a Pesaro, poi a Roma, dove si ferma per quattro anni (1548-1553)nello studio dei pittori manieristi
Taddeo e Federico Zuccari già famosi.
Barocci, incantato in un primo tempo dai lavori di
Raffaello, ispira a lui il suo stile che poi arricchisce con i colori caldi e luminosi del
Correggio e del
Tiziano.
Nel 1553 il pittore torna a Urbino, ma è richiamato a Roma da papa Pio IV per contribuire alla decorazione del Palazzo del Belveder, dove
dipinge una bella Madonna con Bambino e santi ed affresca un soffitto a con una pregevole rappresenta dell'
Annunciazione.
Federico Barocci stava affrescando il Casino nei Giardini Vaticani (1561-1563 ), quando si ammalò di disturbi intestinali, temette di essere stato
avvelenato da rivali gelosi, e, confermando il parere dei suoi contemporanei che lo descrivevano come persona un po' cupa e ipocondriaca, lascia Roma per sempre e torna ad Urbino.
Nel 1566 il pittore, forse influenzato da Filippo Neri che nelle sue prediche cerca di ricollegare il regno spirituale con la vita della gente comune, entra nell'Ordine laico dei Cappuccini, un ramo dei Francescani, ed abbraccia i principi della Controriforma in materia di arte religiosa
redatto al Concilio di Trento (1545-1563)
Le composizioni del Barocci si arricchiscono di una fluidità semplice e diretta che include dettagli di vita quotidiana, pur mantenendosi a livelli di risultati ambiziosi, come la
Deposizione nel Duomo di Perugia del 1569,
La Madonna del Popolo (
Firenze, Uffizi, 1576-1579 ), il Martirio di San Vitale (Brera, 1583 Milano).
In questi dipinti si può vedere come il pittore a cercato di introdurre, riuscendoci, una sensazione di maggiore spazio.
Nonostante il fatto che Federico Barocci ha lavorato lontano dai principali centri d'arte, il suo lavoro era molto ricercato, e, tra i suoi mecenati vi era anche l'imperatore Rodolfo II.
Barocci ha sempre lamentato di essere malato, ma ha avuto una carriera molto lunga e produttiva: era prolifico come disegnatore, affascinante
come incisore e, come pittore, fu uno dei primi artisti a fare largo uso di gessetti colorati.
Federico Barocci muore a Urbino nel 1612; nelle sue ultime opere, la spiritualità e la natura contemplativa nelle sue opere, segna il superamento del Manierismo e indica decisamente verso gli inizi del
barocco.
Barocci, generalmente considerato uno dei grandi e originali pittori del suo tempo lascia opere straordinarie segnate dalla talentuosa capacità di
raggiungere un armonico accordo tra i colori e una eccezionale dolcezza del disegno, risultato di un complesso lavoro di preparazione in migliaia di schizzi.