Biografia e vita di Bandinelli Baccio (Italia 1488-1560)
Baccio Bandinelli pseudonimo di
Bartolomeo Brandini scultore del
Rinascimento italiano, figlio di un famoso orafo. nasce a
Firenze il 17 ottobre 1488.
Destinato a proseguire l'attività paterna, si formò inizialmente presso
Girolamo del Buda, un "pittore ordinario"
secondo il
Vasari; Baccio fece pratica di disegno studiando e copiando i maestri del Quattrocento fiorentino.
Nel 1508 fu mandato a studiare disegno e pittura, presso lo scultore
Giovan Francesco Rustici (1474-1554) e con lui si appassionò alla scultura alla quale dedicò la sua vita, dopo il modesto successo come pittore dell'affresco del
il Matrimonio della Vergine per il chiostrino dei voti della Santissima Annunziata, opera poi affidata al
Franciabigio (1484-1525).
In quel momento il più famoso scultore era
Michelangelo la cui arte rasentava la perfezione, tanto che era onorato ed imitato da tutti, compreso Baccio Bandinelli la cui aspirazione era di diventare uno scultore bravo quanto lui.
Naturalmente raggiungere l'altezza stilistica di Michelangelo non riuscì al Bandinelli e presto l'ammirazione si tramutò in invidia, come scrisse
nelle sue "vite" il
Vasari, invidia che ne fece un acerrimo nemico che, durante le sommosse del 1512 contro la famiglia de Medici, lo spinse ad appropriarsi di alcuni cartoni con disegni per affreschi di Michelangelo e distruggerli.
Nel 1515 Baccio Bandinelli ricevette la prima commissione scultorea: il
San Pietro in marmo per il Duomo di Firenze, da qui continuò a lavorare per i Medici che erano piuttosto legati a suo padre.
Intorno al 1519 su commissione del cardinale Giulio de' Medici realizzò la statua di
Orfeo che incanta Cerbero;,
Fra il 1518 e il 1520 partecipò alla decorazione della
Santa Casa di Loreto al seguito di
Andrea Sansovino, poi si trasferì a Roma, per ordine del cardinale Giulio de' Medici, per copiare l'antico gruppo del Laocoonte scoperto a Roma nel 1506.
Il grandioso David di Michelangelo scolpita fra il 1501 ed il 1504 era posta nel Piazzale della Signoria e nel 1525 il pontefice Clemente VII
de'Medici commissionò a Baccio la statua di
Ercole e Caco, da collocare anch'esso davanti a Palazzo della
Signoria.
Lo scultore mise mano all'opera e, in aperta competizione con Michelangelo, realizzò l'opera in un gigantismo enfatico, ma strutturalmente debole che fu collocato davanti al Palazzo Vecchio, suscitando generale biasimo tra cui una feroce stroncatura da parte di
Benvenuto Cellini.
Intorno al 1530 l'imperatore Carlo V insignì Baccio Bandinelli col cavalierato dell'Ordine di San Iago: per l'imperatore fece un rilievo
rappresentante una
Deposizione.
Alla morte del Papa nel 1536, Baccio aveva cambiato il suo cognome da Brandini in "Bandinelli", con cui è noto, per la vanità di crearsi un'ascendenza nobile, i Medici affidarono a Baccio i Monumenti sepolcrali di Leone X e Clemente VII da situare in Santa Maria sopra Minerva a Roma.
L'opera interrotta e poi ripresa nel 1541, non fui mai portata a termine, come il Monumento a Giovanni delle Bande Nere destinato a San Lorenzo, come il Nettuno, commissionatogli da Genova mai concluso.
Al Bandinelli capitò ancora di non concludere i lavori e lasciare che altri li completassero: in palazzo vecchio fu il Vasari a completare le
decorazioni della Sala delle Udienze in Palazzo Vecchio, al suo allievo
Giovanni Bandini, toccò il compito di finire il coro del Duomo di Firenze, lasciato a mezzo dall'Artista.
Nel 1548 lo scultore ebbe la soddisfazione di vedere il busto di Cosimo I de Medici, da lui scolpito, preferito al busto di
Benvenuto Cellini che lo
aveva criticato quarant'anni prima per la scultura di Ercole e Ciacco.
Al suo ex allievo
Bartolomeo Ammannati (1511-1592) da anni in competizione con l'invidioso e irascibile maestro, restò da completare l'ultima sua opera, la
Fontana del Nettuno in piazza della Signoria, morendo a Firenze nel febbraio del 1560.
Baccio Bandinelli fu sepolto nella chiesa della Santissima Annunziata; l'altare della cappella Bandinelli è ornato dalla
Pietà scolpita dallo stesso Baccio in collaborazione con il figlio Clemente nel 1539, quando, avendo saputo che Michelangelo aveva
progettato un monumento funerario per sé stesso e aveva iniziato a scolpire un gruppo monumentale della Pietà, anch'egli volle creare una Pietà per la propria tomba.
La Pietà del Bandinelli, costituita da un gruppo formato soltanto da Nicodemo che sorregge Cristo morto, risulta per il linguaggio formale, per il movimento del corpo di Cristo, per la finezza del modellato e per la cura nell'esecuzione, è una delle opere migliori dello scultore, ma anche la più vicina ai lavori di Michelangelo. Altre più autonome sculture, come i rilievi del coro di Santa Maria del Fiore, sono considerati suoi.
Galleria opere d'arte, come i disegni, su molti dei quali incisero i più celebri artisti del tempo, sono esempi del raffinato virtuosismo del
Manierismo.