Biografia e vita di Badalocchio Sisto (Italia 1585-1647)
Sisto Rosa Badalocchio, pittore e incisore italiano, nasce a Parma il 28 giugno 1585.
La sua prima formazione si pensa abbia avuto luogo presso l'Accademia dei Carracci a Bologna.
Fino alla morte di
Agostino Carracci (1557-1602), il giovanissimo pittore, lavorò a Parma al servizio di Ranuccio
I Farnese, poi, raccomandato da Ranuccio Farnese al fratello, il cardinal Odoardo, si trasferì a Roma insieme al suo compagno d'apprendistato
Giovanni Lanfranco.
A Roma, Sisto Badalocchio entrò a far parte della cerchia di
Annibale Carracci, che lavorava per il Cardinale, e partecipò ad alcuni lavori, come il completamento della decorazione pittorica delle pareti nella Galleria Farnese,alla Cappella Herrera in Santa Maria di Monserrato, Roma (opera ora al
Museo del Prado a Madrid) il progetto della Cappella di San Diego in San Giacomo degli Spagnoli (1602-1607) e gli affreschi di Palazzo Costaguti (Nesso e
Deianira).
Il primo lavoro che il pittore ha fatto da solo e lo ha firmato è un'acquaforte che raffigura la statua antica del Laoconte (1606).
Dopo la morte di Annibale Carracci (1609), Sisto Badalocchio ritorna a Parma, dove pubblica, con Giovanni Lanfranco, la sua opera da incisore più conosciuta: la Bibbia di Raffaello.
Queste incisioni raffigurano una serie di 51 affreschi delle
Logge di Raffaello in Vaticano.
Come pittore la sua opera più importante è costituita dagli affreschi della Cupola e Pennacchi della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Reggio Emilia nel 1613, dipinti ispirati al
Correggio.
Durante gli anni 1614-1617 Badalocchio è di nuovo a Roma dove continua a collaborare con Lanfranco, adottando una luce più vibrante e utilizzando il colore più istintivamente.
Questo si nota nuovi lavori, compreso le decorazione del Palazzo Mattei di Giove (1615) a Roma, gli affreschi con soggetti mitologici al Palazzo Verospi e la
Deposizione, una bella scena notturna dipinta su rame.
altre due grandi tele furono dipinte da Sisto Badalocchio che in seguito sono state parzialmente distrutte, una l'
Oratorio
della Morte di Reggio Emilia (1618)e l'altra la famosa pala con
l'Angelo custode della Cattedrale di
Parma.
Molti suoi dipinti sono stati scambiati in passato per opere del più celebre amico Lanfranco, ma gli sono stati via via riconosciuti per il carattere ingenuamente patetico con cui egli aderisce alla lezione di Annibale Carracci.
Al Badalocchio, morto a Parma dopo il 1621, si riconosce il merito di aver portato nel Nord Italia, nel mezzo della Scuola Lombarda, le
innovazioni del
Barocco romano.