Le Muse, che rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, ne erano anche patrone e ad esse vennero attribuiti molti appellativi, spesso riferiti alle località in cui esse soggiornavano.
Aonidi (perchè il Monte Elicona era abitato dagli Aoni), Camene, Castalidi, Eliconidi (poiché la loro sede era il monte Elicona), Ilissiadi, Libetriadi, Meonidi, Olimpiadi e Olimpiche, Pegasdi, Pieridi, Tespiadi o Tespie, Alate, Ardalidi, Citeriadi, Janzie, Ligie, Lidie, Mnemosinidi, Parnassidi o Parnassie, Partenie o Partenidi, Pateidi, Pimpleiadi o Pimplee, ma erano sempre e solo nove.
Esiodo, che scrisse il poema mitologico Teogonia circa 700 anni a.C., le enumera fissandone il numero in nove, ma non specifica quale sia il raggio d'azione di ognuna.
Sempre secondo il mito, Apollo era il loro protettore, e le muse venivano invitate alle feste degli dei e degli eroi perché allietassero i convitati con canti e danze.
Le Muse erano considerate anche le depositarie della memoria, infatti era con il canto ripetuto, delle gesta degli dei e degli eroi greci, che esse contribuivano a mantenere negli uomini la memoria del passato.
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Confusione fra le Muse e le Pieridi
Sembra che le Pieridi, abilissime nel canto, fossero le nove figlie di Pierio di Pellae e di Evippa i cui nomi fossero: Colimba, Iunce, Cencride, Cissa, Cloride, Acalantide, Nessa, Pipo, Dracontide.
Un giorno ebbero la cattiva idea di andare sul monte Elicona, per sfidarle in una gara di canto.
Calliope cantò anche per le sorelle e le Ninfee, nominate arbitri della contesa, dichiararono vincitrici le Muse.
Le Pieridi, invece di accettare umilmente la sconfitta, cominciarono ad insultare le Ninfe, tanto che le Muse, per punirle, le trasformarono in uccelli.
Il greco Pausania afferma nei suoi scritti che le Pieridi portavano gli stessi nomi delle Muse, da qui le confusioni sui nomi e sui figli attribuiti alle Muse considerate in genere vergini.
Il culto delle muse fu assai diffuso fra i Pitagorici, prima che ad ognuna di loro fosse affidato uno specifico campo d'azione.
La filosofia pitagorica, fa delle Muse il motore dell'etere fra i pianeti: garantendo i movimenti armonici planetari esse assicurano che tutto sia pervaso da ordine, sapienza e armonia.