Storia di Sant'Agostino
Chi era sant'Agostino
Aurelio Agostino nasce il 13 novembre del 354 a Tagaste (nell'odierna Algeria).
Dai genitori, il pagano Patrizio e la pia Monica, ricevette un'educazione cristiana, pur senza essere battezzato.
Agostino studia retorica e filosofia a Madaura e a Cartagine. Durante questi anni aderisce al manicheismo e rinuncia alla fede cristiana.
Dall'età di 17 anni, fino ai 32 anni vive in concubinato con una donna, che nel 372 gli dà un figlio, Adeodato, che però morirà a soli 13 anni.
La vita di Agostino prosegue insegnando retorica e filosofia a Tagaste, Roma, Cartagine e Milano, dove segue con ammirazione le grandi capacità oratorie del vescovo Ambrogio. Grazie proprio alle sue predicazioni, Agostino, in un momento di forte conflitto interiore, si converte e nel 386 si fa battezzare.
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Nel 388, però, decide di tornare in Africa per vivere in comunità religiosa e nel 391 è ordinato sacerdote.
Sarà sacerdote per 4 anni, aiutando il vescovo di Ippona e sostituendolo successivamente.
Agostino muore il 28 agosto del 430, mentre Ippona è assediata dai vandali.
Agostino è il santo protettore degli stampatori e dei teologi. Nei paesi di lingua tedesca era considerato guaritore delle malattie agli occhi, ma per errata assonanza con Augen (occhio), radice del nome Agostino.
La visione di sant'Agostino, illustrata dal Botticelli e da Rubens, lo raffigura vicino ad un bambino intento a svuotare il mare con una conchiglia. Quando Agostino gli chiede se ci sarebbe mai riuscito, il bambino risponde: "
Certo, prima che tu abbia capito l'essenza di Dio".
Il santo è festeggiato il 28 agosto.
Fede o Ragione?
Il problema delle relazioni tra ragione e fede, un problema fondamentale e difficile, tormentò
Agostino come pensatore prima della conversione e lo affaticò poi quando volle darne una soluzione ragionevole e feconda.
La prima soluzione che diede a questo grosso problema fu una soluzione sbagliata; sbagliata a causa dell'impostazione su cui poggiava. Infatti a 19 anni ne accettò un'impostazione che, pur avendo un'apparenza di vero, era profondamente errata: l'impostazione del
razionalismo manicheo. Questo, trasformando un fecondo binomio in un dirompente dilemma, rigettava la fede e seguiva, o pretendeva di seguire, la sola ragione.
La conversione cominciò col sospetto che questa soluzione poteva essere appunto, metodologicamente parlando, sbagliata. Egli intuì che la mente umana, così sagace, non poteva ignorare la verità; ignorava piuttosto il modo di cercarla. Questo doveva cominciare dall'autorità e precisamente da un'autorità divina.
Presto il sospetto divenne certezza e la certezza rovesciò l'impostazione iniziale: non più ragione o fede, ma ragione
e fede. Solo questo binomio gli apparve ragionevole e fecondo. Restava da stabilire soltanto a chi spettasse il primato e quale dovesse essere la collaborazione tra loro.
Lo studiò lungamente e ripetutamente ne scrisse, sia prima che dopo il battesimo. Nella riflessione gli fu guida il posto insostituibile che occupa la fede nella vita umana (senza la fede, questa sarebbe assolutamente impossibile), e ne concluse che le vie che conducono l'uomo alla conoscenza della verità sono due, non una: la ragione che genera la scienza, l'autorità cui si aderisce per fede.
"
Ad imparare siamo condotti necessariamente da un duplice principio: l'autorità e la ragione. In ordine di tempo viene prima l'autorità, in ordine d'importanza la ragione".
(breve stralcio tratto da:
www.augustinus.it)
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