Il culto di San Sebastiano
Le notizie storiche su San Sebastiano sono poche, ma il suo culto resiste ai millenni ed è tuttora molto vivo.
Sebastiano, probabilmente nato in Gallia a Narbona (Francia) e forse trasferitosi a Milano, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano nel 283.
Convertito al cristianesimo, approfittò della sua posizione di Tribuno della guardia imperiale per aiutare altri cristiani rinchiusi nelle carceri e per questo venne condannato a morte dall'imperatore.
La sentenza venne eseguita sul Colle Palatino, Sebastiano, seminudo, legato ad un palo, venne lasciato in pasto agli animali selvatici, trafitto da decine di frecce, come morto.
Secondo la pia usanza dei cristiani, i quali sfidavano grandi pericoli per seppellire i martiri, una donna, nel recuperare il corpo di Sebastiano, si accorse che il tribuno non era morto.
Miracolosamente Sebastiano riuscì a guarire, ma, nonostante il consiglio di fuggire da Roma,decise di proclamare la sua fede davanti a Diocleziano.
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Superata la prima sorpresa, dopo aver ascoltato i rimproveri di Sebastiano per la persecuzione contro i cristiani, innocenti delle accuse fatte loro, Diocleziano ordinò che questa volta fosse percosso a bastonate fino a farlo morire, esecuzione che avvenne nel 304 ca. nell’ippodromo del Palatino, poi il suo corpo fu gettato nella Cloaca Massima, per evitare che i cristiani potessero recuperarlo, assicurandogli con la sepoltura la possibilità della resurrezione.
La tradizione dice che il martire apparve in sogno alla matrona Lucina, indicandole il luogo dov’era approdato il suo cadavere per essere seppellito nelle catacombe della Via Appia.
Nel 680 si attribuì alla sua intercessione, la fine di una grave pestilenza a Roma e San Sebastiano venne eletto Taumaturgo contro le epidemie e la Chiesa che conteneva il corpo del martire cominciò ad essere chiamata “Basilica Sancti Sebastiani”.
La raffigurazione più diffusa è quella rinascimentale, del giovane legato trafitto da frecce. Talvolta è vestito da soldato. Gli attributi sono le frecce e la palma del martirio.
Il Santo, venerato il 20 gennaio, è considerato il terzo patrono di Roma, dopo i due apostoli Pietro e Paolo e protettore degli arcieri, tappezzieri, atleti e vigili urbani, fabbricanti di aghi e di quanti altri abbiano a che fare con oggetti a punta simili alle frecce.
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