Storia di Noè e il Diluvio
La Bibbia narra che, migliaia di anni fa, Dio decise di punire gli uomini per i loro peccati, scatenando una terribile catastrofe: il
Diluvio Universale, nel quale tutti i viventi della terra, uomini ed animali trovarono la morte.
Da questo disastro scampò, per desiderio divino, solo Noè, la sua famiglia e una coppia di ogni animale esistente allora sulla terra.
Questa storia si trova fra le leggende di molti popoli indo-europei e questo fa pensare al ricordo di una catastrofe naturale che sconvolse
davvero la terra migliaia di anni fa, (per alcuni, precisamente 2.400 anni prima di Cristo).
Sembra che la storia di Noè sia la versione rielaborata dal popolo ebraico, dell'antico mito sumero di Gilgamesh.
Nel mito di
Gilgamesh, semidivino eroe sumero, si racconta, di
Utnapishtim, un vecchio che, per volere del
dio Ea, era sopravvissuto al diluvio voluto dagli dei per punire l'umanità corrotta e, lo stesso dio Ea, aveva dato a Utnapishtim le misure di un'imbarcazione da costruire per salvare sé stesso e tutte le creature viventi.
Il racconto della malvagità umana, punita con il diluvio, ricorre anche in numerose tradizioni, non solo nell'area eurasiatica.
In alcuni casi la figura accostabile a Noè ha un nome molto simile: c'è l'hawaiano Nu-u, il cinese Nuwah, l'amazzonico Noa, per fare solo alcuni esempi.
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Alla costruzione dell'arca, nella forma e misura dettate a Noè, unico uomo "giusto" meritevole di salvezza, partecipano i suoi figli e le loro mogli che, salvandosi dalla catastrofe, diventeranno i capostipiti delle popolazioni della terra post-diluvio.
Quindi sull'Arca presero posto otto persone: Noè con sua moglie i tre figli e le tre rispettive mogli.
Una cosa curiosa è che decine di leggende da tutto il mondo parlano della storia del diluvio e di otto personaggi che hanno il compito di popolare la terra.
I figli di Noè dunque diedero vita ai Camiti per gli Africani (Cam), Semiti per i Mediorientali (Sem) ed agli Jafetiti per gli Europei (Jafet).
Quando le acque, dopo quaranta giorni di pioggia, smisero di salire, si racconta che Noè liberasse un corvo che non tornò, perché aveva trovato da mangiare i cadaveri che galleggiavano nell'acqua.
Dopo altro tempo Noè liberò una colomba che tornò all'Arca con un rametto d'ulivo nel becco, segno che la terra stava riemergendo. Noè aspettò altri sette giorni e tornò ad inviare la colomba che non rientrò più: allora Noè aprì l’arca ed edificato un altare, riconoscente offrì olocausti al Signore.
Prima del Diluvio Universale la specie umana viveva centinaia d'anni, infatti Noè visse seicento anni e vide i suoi discendenti fino alla nona
generazione, cioè fino ad Abramo ed aveva già cent'anni al tempo del diluvio universale.
La Genesi racconta di come Noè, considerato l'inventore del vino, si fosse ubriacato e si fosse addormentato seminudo davanti alla sua tenda
e il figlio Cam, vedendo il padre stordito e discinto, lo indicò ai fratelli deridendolo.
Jafet, aiutato dal fratello Sem, si affrettò a coprire Noè con un mantello, camminando all'indietro verso il padre, per non vederne la nudità.
Per questo rispetto assoluto mostratogli, Noè lo benedisse con una solenne, ma oscura benedizione, mentre scacciò maledicendolo, Cam.
L'idea, certamente errata, che gli Europei siano migliori degli Asiatici e degli Africani, deriva da questo episodio.
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